Plotino: differenze tra le versioni

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L'Uno «non può essere alcuna realtà esistente» e non può essere la mera somma di tutte queste realtà (diversamente dalla dottrina [[Stoicismo|stoica]] che concepiva [[Dio]] immanente al mondo), ma è «prima di tutto ciò che esiste». All'Uno quindi non si possono assegnare attributi. Ad esempio, non gli si possono attribuire [[pensiero|pensieri]] perché il pensiero implica distinzione tra il pensante e l'oggetto pensato. Allo stesso modo, non gli si può attribuire una [[volontà]] cosciente, né attività alcuna<ref>«Nulla affermando sul suo conto, evitando l'errore di attribuirgli proprietà come se lo riguardassero», l'Uno «si riduce al solo ''"è"'' senza attestare caratteri che in Lui non ci sono» (''V, 5, 13'').</ref>. Plotino nega implicitamente anche una natura senziente o [[autocoscienza|autocosciente]] per l'Uno<ref>Cfr. ''IV, 5, 6''. In altri punti tuttavia Plotino ammette una sorta di [[autocoscienza]] (''V, 4, 2'') o di [[volontà]] (ad esempio in ''V, 3, 11-13'') per spiegare la processione dall'Uno.</ref>. Acconsente di chiamarlo "[[Bene (etica)|Bene]]", ma con tutte le cautele del caso: {{quote|L'Uno non può essere una di quelle cose alle quali è anteriore: perciò non potrai chiamarlo Intelligenza. E nemmeno lo chiamerai Bene, se Bene voglia significare una tra le cose. Ma se Bene indica Colui che è prima di tutte le cose, lo si chiami pure così.}}
[[File:Celestia sun.jpg|250px|right|thumb|L'Uno è come una sorgente di luce che emana progressivamente nell'oscurità<ref>Cfr. ''IV, 3, 17''.</ref>]]
In [IV,5,6] Plotino paragona l'Uno al [[sole]], l’Intelletto alla [[luce]], e infine l'Anima alla [[luna]], la cui luce è solo un «derivato conglomerato della luce del sole». Come spiega in [V,6,3] e in altri punti, è impossibile che l'Uno sia un [[Dio]] personale e creazionista come quello cristiano. Dell'Uno nulla si può dire, a meno di non cadere in [[principio di non contraddizione|contraddizione]]. L'Uno è indicibile, ineffabile e impredicabile, non appena si afferma "l'Uno è.." si esclude che possa essere il suo contrario, cadendo in contraddizione perchè nulla è fuori dall'Uno, e in esso ogni idea è unita al suo contrario. Come l'Io umano, l'Uno è al di sopra del principio di non-contraddizione, è l'unità dei contrari, e può operare in violazione di questo principio. L'Uno può essere arguito solo per via negativa, dicendo ciò che esso ''non'' è: quella di Plotino è pertanto una [[teologia negativa]] o [[apofatismo|apofatica]], assimilabile alle religioni orientali come l'[[induismo]], il [[buddhismo]] e il [[taoismo]].
 
"''Uno''" è anch'esso un termine improprio, usato solo per distinguerlo dai molti. Nel risalire a Lui, Plotino ricorre al principio logico secondo cui il "meno perfetto" deve di necessità ''emanare'' dal "più perfetto". Così tutta la "creazione" discende dall'Uno in stadi successivi di sempre minore perfezione.