Autotreno FS ATR.100: differenze tra le versioni

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{{Box treno/Dati
|Dimensioni=60.550 mm x 3.040 mm x 3.574 mm
|Capacità=78 posti a sedere in origine, 105 dopo la modifica
|Piano_del_Ferro=
|Passo_tra_carrelli=17.570 mm
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{{Box treno/Chiusura}}
 
Gli '''ATR 100''' sono stati degli [[Autotreno#Autotreno (ferrovia)|autotreni]] a [[nafta]] delle [[Ferrovie dello Stato]] [[Italia|italiane]] che hanno circolato tra gli [[anni 1930|anni trenta]] <ref name="Viagginellastoria">Cfr. [http://www.viagginellastoria.it/archeoletture/trasporti/1937autotrenofiat.htm Autotreno Fiat in Viaggi nella storia]</ref>e gli [[anni 1960|anni sessanta]] del [[XX secolo]]. L'acronimo ATR sta per '''A'''uto'''t'''reno '''R'''apido<ref>Cfr. {{Cita|Pedrazzini 1976|p. 5|CP-NMSF8-1976}}.</ref>.
 
==Storia e caratteristiche==
 
Gli autotreni del gruppo ATR 100 sono il risultato di un progetto Fiat[[FIAT]] del [[1935]] di un mezzo rapido di lusso. Vennero costruiti in un complesso di tre casse che poggiavano su 4 [[Carrello (ferrovia)|carrelli]]. I due carrelli estremi erano motori, con una potenza complessiva di 800 CV. PesavanoAvevano una massa a vuoto 103di tonnellate{{M|82.100|k|g}} e disponevano di 78 posti a sedere (36 di 1ª classe e 42 di 2ª classe) ed erano forniteinoltre dotati di servizio di [[ristorante]] a bordo ed aria condizionata<ref>Cfr. {{Cita|Pedrazzini 1976|pp. 5-6|CP-NMSF8-1976}}.</ref>, per quei tempi vere e proprie raffinatezze. La velocità era di ben 160 &nbsp;km/h.<ref>[http://www.viagginellastoria.it/archeoletture/trasporti/1937autotrenofiat.htm Autotrenoname="Viagginellastoria" Fiat in Viaggi nella storia]</ref> <br/>
 
Le [[Ferrovie dello Stato]] ne ordinarono alla [[FIAT]] una serie di nove unità, che vennero numerate da 101 a 109: Il primo autotreno ATR 101 uscì dalla fabbrica verso la fine del [[1936]]. Di lì a poco, il 12 settembre, fra Torino e Novara, raggiunse la velocità di 162 km/h, un primato mondiale di velocità per mezzi ferroviari a [[motore endotermico]].
Le [[Ferrovie dello Stato]] ne ordinarono alla [[FIAT]] una serie di nove unità, che vennero numerate da 101 a 109. <br/>
Venne poi esposto alla [[Fiera di Milano]] del [[1937]]. La FIAT continuò a consegnare i restanti treni, mentre continuavano le corse di prova.<br/>
Il primo autotreno, classificato ATR&nbsp;101, uscì dalla fabbrica nella seconda metà del [[1936]] e di lì a poco, il 12 settembre, raggiunse fra Torino e Novara la velocità di 162&nbsp;km/h, un primato mondiale di velocità per mezzi ferroviari a [[motore endotermico]]. Venne poi esposto alla [[Fiera di Milano]] del [[1937]]<ref name="CPNMSF-15">Cfr. {{Cita|Pedrazzini 1976|p. 15|CP-NMSF8-1976}}.</ref>.<br/>
Gli autotreni ATR 100 non ebbero vita facile, sia per vari inconvenienti tecnici, sia a causa della guerra, durante la quale ne vennero distrutti quattro unità (102, 104, 105, 109); i cinque superstiti vennero affidati alla FIAT per riparazioni: nell'occasione vennero fatte parecchie modifiche interne agli scompartimenti viaggiatori (eliminazione condizionamento e cucine e aumento posti a sedere), al sistema frenante, alle sospensioni dei carrelli e ai motori. La velocità venne limitata a 120 km/h. <br/> I cinque autotreni rientrarono in servizio regolare nel [[1948]], sulle linee da [[Torino]] per [[Milano]] [[Genova]] e [[Bologna]].
La corsa di prova del 12 settembre 1936 mise però in evidenza alcune preoccupanti criticità nell'impianto frenante, nella stabilità di marcia e nelle vibrazioni indotte sulla cassa e sull'arredamento dai motori di trazione e del gruppo elettrogeno, che portarono alla decisione di apportare sostanziali modifiche ai treni che la FIAT continuava ad approntare mentre l'ATR&nbsp;101 riprendeva le corse di prova dopo la parentesi della Fiera di Milano. Vennero dunque introdotte importanti varianti al sistema frenante ed alle sospensioni, accompagnate da una drastica riduzione di velocità a 120&nbsp;km/h che fece perdere al convoglio una delle sue caratteristiche peculiari: l'elevata velocità di marcia<ref name="CPNMSF-15" />.
 
Gli autotreni ATR&nbsp;100 non ebbero vita facile, sia per vari inconvenienti tecnici, sia a causa della guerra, durante la quale ne vennero distrutte irrimediabilmente quattro unità (102, 104, 105, 109). I cinque restanti, anch'essi danneggiati, vennero giudicati ancora utilizzabili ed affidati alla FIAT per la ricostruzione. Nell'occasione vennero fatte parecchie modifiche che comportarono l'eliminazione dei condizionatori e del servizio ristorante e l'aumento dei posti a sedere a 115 (38 di 1ª classe e 77 di 2ª classe), con l'eccezione dell'ATR&nbsp;107 che ne disponeva di 136 (38 di 1ª classe e 98 di 2ª classe). Con queste modifiche la massa in ordine di marcia salì a {{M|112.500|k|g}} sugli ATR&nbsp;101,103,106,108 e a {{M|114.000|k|g}} sull'ATR&nbsp;107<ref name="CPNMSF-15" />.
I cinque autotreni rientrarono in servizio regolare nel [[1948]], sulle linee da [[Torino]] per [[Milano]] [[Genova]] e [[Bologna]].
Presto, comunque, gli ATR dimostrarono di non corrispondere più alle esigenze dei servizi da svolgere. Subirono quindi una ulteriore serie di modifiche; nel [[1957]] venne fatto un nuovo rinnovamento radicale a cura dell'Officina Materiale [[FS]] di Torino. In tale occasione la verniciatura esterna da bruno-isabella venne cambiata in verde magnolia e grigio perla come quella dell'ETR 300.
Nell'estate del [[1958]] ripresero regolare servizio sulla Milano-Torino e sulla Torino-Genova. All'inizio degli [[1960|anni '60]] , tuttavia , con l'elettrificazione della Torino-Milano, la loro carriera si avviò rapidamente alla fine.
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*''Automotrice ferroviaria'', in ''Enciclopedia italiana di scienze lettere e arti'', Appendice II 1938-1948
*Antonio Costantini, CIFI 1959
* {{cita pubblicazione
| autore = Claudio Pedrazzini
| data = 15 aprile 1976
| titolo = A.T.R. 100 - L'autotreno rapido di lusso delle Ferrovie Italiane dello Stato
| rivista = Nuovo Monitore delle Strade Ferrate
| numero = nº 8
| pagine = pp. 4-18
| cid = CP-NMSF8-1976
}}
*Claudio Pedrazzini, ''A.T.R. 100'', Parma, Ermanno Albertelli, 1976
*Nico Molino, Sergio Pautasso, ''FS Italia. Le automotrici della prima generazione. Le foto i disegni la descrizione tecnica i dati sul loro esercizio. Le origini e la rapida evoluzione delle nostre "Littorine" negli anni '30'', Torino, Elledi, 1983, ISBN 88-7649-016-7