Tim Buckley: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nacque a [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], il [[14 febbraio]] del [[1947]], ma trascorse l'adolescenza in [[California]], ad [[Anaheim (California)|Anaheim]], e, successivamente, a [[Los Angeles]]<ref>http://www.sezionemusica.it/discografie/tim/tim%20buckley.htm</ref>. Durante il periodo delle scuole superiori, conobbe Larry Beckett, autore della maggior parte dei testi dei suoi primi brani. Il [[25 ottobre]] del [[1965]], a diciannove anni, sposò la compagna di scuola Mary Guibert, dalla quale, un anno più tardi, ebbe un figlio, [[Jeff Buckley]], anch'esso, negli anni '90, divenuto musicista.
Tim Buckley nasce ad [[Amsterdam (New York)|Amsterdam]], nello stato di [[New York (stato)|New York]], il giorno di San Valentino del [[1947]], per trascorrere poi l'adolescenza ad [[Anaheim]], in [[California]], e successivamente trasferirsi a [[Los Angeles]].
 
Finita la scuola, cominciò a esibirsi in diversi club di Los Angels, in uno dei quali, venne notato da Jac Holzman, proprietario della [[Elektra Records]], che lo mise sotto contratto, permettendogli di pubblicare, nel dicembre del [[1966]], il suo primo LP, ''[[Tim Buckley (album)|Tim Buckley]]''. In supporto al disco, cominciò una lungo tour per gli [[Stati Uniti]], partecipando, per altro, allo show televisivo di [[Johnny Carson]]<ref>http://timbuckley.net/bios/timeline2.shtml</ref>.
Terminate le scuole superiori, con un bagaglio di più di venti canzoni scritte a due mani con l'amico-poeta [[Larry Beckett]], il suo nome inizia a circolare nell'ambiente del [[folk]] losangelino.
Mette gli occhi su di lui [[Herb Cohen]], manager di artisti del calibro di [[Frank Zappa]], che gli permette di firmare un contratto con la [[Elektra]] e registrare il suo primo album, l'omonimo ''[[Tim Buckley (album)|Tim Buckley]]'', che riluce di collaborazioni eccellenti come quella di [[Van Dyke Parks]] alle tastiere. Buckley ha appena 19 anni.
 
Nel [[1967]], per la stessa etichetta, pubblicò ''[[Goodbye and Hello]]'', disco fortemente influenzato dal [[Folk rock]] di [[Bob Dylan]] e dal[[Rock psichedelico]] in auge in quegli anni, ampiamente considerato dalla critica uno dei suoi capolavori<ref>http://www.allmusic.com/album/r31803</ref>. Anche a questo fece seguito un lungo tour, suonando anche in Europa, per lo show radiofonico di [[John Peel]].
Inizia la trafila dei concerti, che lo porteranno a esibirsi in minuscoli club e nelle università della [[West Coast (Stati Uniti)|West Coast]]. Buckley assimila profondamente l'aria che si respira nella metà degli [[anni 1960|anni sessanta]], che si tratti degli ideali rivoluzionari che animano i giovani o delle sperimentazioni lisergiche.
Tutto questo è riassunto in ''[[Goodbye and Hello]]'', inciso ad un anno di distanza dall'esordio. Questo secondo lavoro rimarrà il più grande successo di Tim, grazie ad alcuni pezzi memorabili: (''[[Phantasmagoria in two]]'', ''[[Once I Was]]'', il singolo ''[[Morning Glory (singolo Tim Buckley)|Morning Glory]]'', ''[[I Never Asked To Be Your Mountain]]'') ma Buckley si spingerà oltre.
 
Nel [[1969]], pubblicò il terzo album, ''[[Happy Sad]]'', fortemente influenzato dal [[jazz]], soprattutto da [[Miles Davis]], con brani più dilatati rispetto al disco precedente. Pure questo è molto ben valutato dalla critica, anche se, all'epoca, riscosse scarso successo, soprattutto commerciale<ref>http://www.allmusic.com/album/happy-sad-r2886</ref>.
Inizia ad abbandonare parzialmente la collaborazione con Larry Beckett, iniziando a scrivere da sé i testi, che riflettono la sua tormentata interiorità.
Ora che è finalmente al centro del successo, sembra volerne scappare: se ne va addirittura da un programma televisivo, rifiutandosi di cantare in ''[[playback]]''.
Nel [[1968]] tiene concerti anche in Inghilterra, registrando anche per il [[John Peel]] Show.
L'anno successivo arriva ''[[Happy Sad]]''. Gli ascolti [[jazz]], soprattutto di [[Miles Davis]], di Tim si fanno sentire, pur rimanendo in una matrice folk.
 
Nello stesso anno, recise il contratto con l'Elektra, passando alla Straight Records di [[Frank Zappa]] e del produttore Herb Cohen. Per questa etichetta, pubblicò ''[[Blue Afternoon]]''. Nel [[1970]], pubblicò di nuovo per l'Elektra, ''[[Lorca (album)|Lorca]]'', in realtà registrato contemporaneamente a ''Blue Afternoon''<ref>http://timbuckley.net/bios/timeline3.shtml</ref>. Proprio ''Lorca'', è generalmente considerato dalla critica come album di passaggio fra il "periodo folk" di ''Goodbye and Hello'' e ''Happy Sad'' a quello "psichedelico" di ''Starsailor''<ref>http://www.allmusic.com/album/lorca-r2887</ref>.
La produzione di Buckley è arrivata a un punto di svolta, virando verso un folk macchiato di [[blues]] e jazz, e in ''[[Gipsy Woman]]'' la voce comincia a forzare i suoi limiti, facendosi sempre più disperata e urlata.
Questa maturazione artistica non porta però guadagni, e l'Elektra decide di rescindere il contratto. Si accasa alla [[Straight Records]] di [[Leonard Cohen]], e da' alla luce ''[[Blue Afternoon]]'', opera maliconica e passionale che prosegue sulle strade del disco precedente.
 
Nel [[1971]], pubblicò ''[[Starsailor (album)|Starsailor]]'', disco più vicino al [[Rock psichedelico]] e al [[Progressive]], generalmente considerato il suo massimo capolavoro, indubbiamente uno dei più ardui esperimenti sul canto mai realizzati<ref>http://www.allmusic.com/album/starsailor-r2888/review</ref>.
Nell'ottobre del [[1970]] esce ''[[Lorca]]'', album dovuto all'Elektra: con un impianto solidamente folk, continua nella sperimentazione segnando un passo avanti verso i territori del successivo.
Il capolavoro di Buckley arriva nel [[1971]]. In ''[[Starsailor (album)|Starsailor]]'' la grande protagonista è la voce di Tim, che riesce a slegarsi dalle strutture metriche e tonali, comportanosi quasi come uno strumento.
Ma l'album è un colossale insuccesso di pubblico, e Buckley, amareggiato, non scrive più una nota per due anni.
 
In seguito allo scarso successo commerciale dei suoi dischi, dopo la pubblicazione di ''Starsailor'' sospese temporaneamente l'attività musicale, cadendo in depressione e sviluppando dipendenza per l'[[alcool]] e per le [[droghe]]. Inoltre, si dedicò ad altre attività, come il cinema, scrivendo sceneggiature e recitando, pure, nel film mai uscito ''Why?'', di [[Victor Stoloff]]<ref>http://timbuckley.net/bios/timeline4.shtml</ref>.
Tornerà con lavori minori di compromesso come ''[[Greetings from L.A.]]'', ''[[Sefronia]]'' e ''[[Look at the Fool]]'', che non riescono né a bissare le glorie artistiche passate né vendono come speravano i discografici traumatizzati dall'estremo ''[[Starsailor (album)|Starsailor]]''.
Nonostante le deludenti ultime prove, Buckley riesce a trovare la forza per disintossicarsi da alcool e droghe.
 
Nel [[1972]], tornò con un nuovo album, ''[[Greetings from L. A.]]'', virando il genere verso il [[Funk]], seguito, nel [[1974]], da ''Sefronia'' e ''Look at the Fool'', due album genericamente considerati dalla critica il punto più basso della sua produzione<ref>http://www.allmusic.com/album/look-at-the-fool-r2892</ref><ref>http://www.allmusic.com/album/sefronia-r2891</ref>.
Si drogherà e ubriacherà soltanto un'ultima volta, a casa di un amico, dopo un concerto a [[Dallas]], nella notte tra il 28 e il 29 giugno del [[1975]]: il mix di [[eroina]] e [[alcool]] gli sarà fatale.
 
Morì la sera del 29 giugno del [[1975]] a [[Santa Monica (California)|Santa Monica]], in [[California]], per [[overdose]] di [[eroina]] e [[alcool]]<ref>http://timbuckley.net/bios/timeline5.shtml</ref>.
 
== Discografia ==
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==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==