Enrico Mattei: differenze tra le versioni
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Il terzo passo fu un'accurata selezione dei paesi interlocutori, stavolta scelti fra quelli più poveri, coi quali avrebbe potuto giocare la carta della comunanza di difficoltà economica e della franchezza di rapporti. Rispetto alle nazionalità delle sette sorelle, inoltre, l'Eni rappresentava un paese non [[colonialismo|colonialista]] (o almeno non noto come tale) e la duttilità di Mattei in trattativa, insieme all'esperienza maturata ai tempi in cui era rappresentante (ebbe a raccontare egli stesso), gli consentiva di presentarsi con produttiva apertura negli stati del [[Medio Oriente]] cui offriva una prospettiva di rilancio e ''royalty'' (e condizioni giuridiche circa la proprietà dei suoli e dell'estratto) assai più interessanti di quelle delle sette sorelle. Questa favorevole apertura, del resto, corrispondeva ad un suo radicato ideale di "capitalismo etico", sviluppato negli anni di Milano, dei salotti della Cattolica, per il quale interpretava il suo ruolo come doverosamente soggetto ad un incontestabile principio di equità sostanziale.
{{CN|Il quarto movimento, a dirla in termini sinfonici, fu quello di pianificare anzitempo e con cura le difese dialettiche, polemiche, legali e politiche contro i prevedibili attacchi che di lì a poco gli sarebbero giunti da parte statunitense. Fu il passo più saggio, degno di un buon [[scacchi]]sta e comunque di un campione di [[virtuosismo]], che gli permise di poter rispondere con estrema velocità e con successo alle (tutte già previste) mosse dei competitori. La sinfonia sarebbe stata ben sonora.}}
Era l'ora della politica estera.
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