Enrico Mattei: differenze tra le versioni

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===L'apertura al nucleare===
Comprendendo l'importanza sempre crescente dell'approvvigionamento energetico per lo sviluppo economico nazionale, a partire dal 1957 Mattei, parallelamente all'impegno per le risorse petrolifere, iniziò a considerare lo sviluppo dell'ENI verso l'[[energia nucleare]]. Con capitale misto ENI (75%) e [[IRI]] (25%) venne costituita la [[SIMEA]], con a capo [[Gino Martinoli]], mentre Mattei diveniva presidente dell'AGIP Nucleare ed iniziarono i lavori per la costruzione della [[Centrale elettronucleare Latina]]. La nuova società acquistò il 31 agosto [[1958]] dagli inglesi della NPPC (Nuclear Power Plant Co.) un [[Reattore nucleare a fissione|reattore nucleare]] a grafite e [[uranio]] naturale ed in soli quattro anni venne costruita e completata la centrale; il primo test completo di reazione nucleare nella centrale avvenne il 27 dicembre 1962, due mesi dopo la morte di Mattei.<ref>[http://www.zonanucleare.com/questione_scorie_italia/inventario_rifiuti_radioattivi/indice_centrale_latina.htm La centrale nucleare in fase di smantellamento ex-ENEL di Latina] '''</ref> Con una potenza di 210 MW costituiva a quel tempo la più grossa centrale nucleare europea e poneva l'Italia terza nel mondo, dietro a [[Stati Uniti d'America|USA]] e [[Inghilterra]].<ref>Questa centrale sarà connessa alla rete elettrica nazionale dal 12 maggio [[1963]] fino alla sua chiusura del 26 novembre [[1986]] a seguito della decisione governativa confermata in seguito (Delibera [[CIPE]] del 23 dicembre [[1987]]) in attuazione del blocco delle attività nucleari in Italia, in seguito al referendum svoltosi dopo [[Disastro di Černobyl'|il disastro di Cernobyl]].</ref>
 
Sempre nell'ottica di garantirsi una indipendenza delle fonti energetiche Mattei prese anche l'iniziativa di creare entro l'ENI una società di prospezioni e ricerche minerarie - la [[SoMiREN]] (Società Minerali Radioattivi Energia Nucleare) - allo scopo di potersi garantire una fornitura direttamente controllata di uranio da [[giacimento|giacimenti]] esistenti sul territorio italiano o estero.<ref>In Giuseppe Accorinti</ref> La nuova società trovò in Italia il giacimento di [[Novazza]] ed altre minori mineralizzazioni uranifere in [[Val Maira]].