Clitocybe nebularis: differenze tra le versioni

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#REDIRECT [[Clitocybe nebularis]]
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|regno=[[Fungi]]
|divisione=[[Basidiomycota]]
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| commestibilità=commestibile con riserva
}}
'''''Lepista nebularis (Fr.) Harmaja''''', Karstenia 14: 91 (1974)
 
[[Image: Clitocybe nebularis Italy.jpg|400px]]
 
La '''''Lepista nebularis''''' è un fungo di controversa commestibilità di cui è stato detto praticamente tutto ed il contrario di tutto; lo stesso viene consumato da molti per la sua carne dal sapore molto aromatico ed intenso, anche se non da tutti gradito perchè piuttosto forte.<br>
Tuttavia questo fungo da crudo presenta tracce di una tossina scoperta abbastanza di recente denominata [[Nebularina]], con proprietà ''mutagene'', anche se molto blande. Come per il ''[[Lyophyllum connatum]]'' però, ci si basa su test effettuati in vitro e pertanto non esiste alcuna prova concreta che questo fungo possa provocare mutazioni genetiche negli individui che lo consumano, anche perché la ''Nebularina'' è idrosolubile e pertanto una prebollitura prolungata dovrebbe far svanire quasi completamente questa molecola.<br/>
Questa specie contiene anche altre tossine, fra cui:
* alcune di tipo "termolabile", ovvero rese inerti dopo l'esposizione del fungo ad alte temperature
* altre "termostabili" che non vengono metabolizzate dal nostro organismo e, in caso di consumi eccessivi, si accumulano nel [[Fegato|fegato]] che non ha il tempo di smaltirle.
 
Inoltre una caratteristica della ''L. nebularis'' di cui si è molto discusso è il fatto che, durante la cottura, il vapore che si sprigiona può scatenare improvvisi attacchi di "''mal di testa''" nelle persone che si trovano nelle vicinanze dei fornelli, in quanto le tossine termolabili vaporizzate vengono accidentalmente inalate. Il micologo [[Riccardo Mazza]], nel libro ''I funghi dal vero'', sostiene che questi vapori possano risultare addirittura pericolosi; è comunque sufficiente areare bene il locale per scongiurare qualsiasi rischio.<br>
;Preparazione
Se l'intenzione è quella di consumare comunque il fungo nonostante tutte le raccomandazioni di cui sopra, è bene dapprima sottoporlo ad un' operazione di '''prebollitura'''; si pongono pertanto i carpofori in acqua bollente e vi si lasciano a cuocere per almeno 10-15 minuti (l'integrità dei funghi non viene intaccata perché la carne è molto compatta), areando obbligatoriamente il locale; in seguito si rovesciano i funghi in uno scolapasta e si verifica che tutta l'acqua di cottura venga persa. A questo punto la ''nebularis'' è pronta per essere cucinata normalmente.<br>
Inutile dire però che, a maggior ragione rispetto a molti altri funghi, è conveniente consumare la ''nebularis'' con molta cautela, ovvero pochi esemplari alla volta ed in pasti abbastanza distanziati nel tempo (una o due settimane sono sufficienti).
 
L'operazione di prebollitura comunque non è ristretta alla sola ''L. nebularis'', ma dovrebbe essere estesa anche a tanti altri funghi, tra i quali si menzionano i seguenti:
 
* tutte le specie del genere [[Morchella]]
* tutte le specie del genere [[Helvella]] più alcune specie eduli del genere [[Peziza]]
* [[Verpa digitaliformis]] (''Verpa conica'')
* [[Boletus luridus]], [[Boletus erythropus]], [[Boletus queletii]]
 
==Descrizione della specie==
[[Immagine:Clitocybe nebularis disegno.png|left|150px]]
 
===[[Cappello_(micologia)|Cappello]]===
Convesso, poi piano, talvolta depresso al centro; margine involuto, color grigio-bruno, biancastro, non igrofano, ma pallido a secco, ricoperto da una finissima pruina biancastra; 8-20 cm di diametro.
 
===[[Lamelle (micologia)|Lamelle]]===
Strette, ineguali, fitte, decorrenti, biancastre infine con sfumature color crema; separabili abbastanza facilmente dalla carne del cappello.
 
===[[Gambo]]===
Cilindrico, elastico, ingrossato alla base e attenuato verso il cappello, biancastro o grigio, striato-fibrilloso, 6-9 x 1,5-3 cm .
 
===[[Carne (micologia)|Carne]]===
Compatta, soda, poi molle; bianca.
 
* '''Odore''': forte e aromatico, a volte sgradevole (come di "sudore"). Ricorda alla lontana quello della [[Lepista caespitosa]] e della [[Lepista inversa]].
* '''Sapore ''': mite, intenso ed aromatico; leggermente acre negli esemplari meno giovani.
 
===Microscopia===
;[[Spore]]: crema in massa, ovoidale-ellittiche, 6-7 x 3,5-4,5 μm, lisce.
;[[Basidi]]: 20-25 x 5-7 μm, tetrasporici.
 
==[[Habitat]]==
Cresce, a volta in gruppi di numerosi esemplari, nei boschi di latifoglie, più raramente in quelli di conifere, in tardo autunno ed in inverno (se non troppo rigido). Il micelio scorre su foglie morte e piccoli frustuli.
Spesso i carpofori crescono formando delle lunghe "linee rette" sul terreno, occasionalmente anche fino a 30 metri!
A volte i numerosi gruppi formano sul terreno anche i ben noti "cerchi delle streghe".
 
[[Image:Clitocybe nebularis group.jpg|left|thumb|350px|''L. nebularis'' in "fila"]]
 
==Commestibilità==
Commestibile, ma il consumo viene fortemente sconsigliato. Può causare intossicazioni da accumulo a lungo termine, con danni permanenti a carico del fegato.
 
Da sottolineare che:
*1) non di rado il carpoforo viene infestato da un altro fungo, la ''[[Volvariella surrecta]]'' che lo rende immangiabile; '''è quindi importante saper riconoscere gli esemplari parassitati'''.
Il parassita inizialmente si presenta solo come un sottile velo bianco, generalmente presente sulla cuticola (la pelle) del cappello. Dopo qualche giorno la L. Nebularis (magari in fase di marcescenza) potrebbe quindi presentare altri funghi sul cappello, di natura differente.
 
*2) secondo un recente studio svizzero sugli avvelenamenti da funghi, la L. nebularis contiene una modica quantità di ''[[Muscarina]]'', una potente micotossina neurotropica presente in quantità ben più cospicue in diverse specie del genere ''[[Inocybe]]''; questo è un altro motivo per sconsigliare il consumo della L. nebularis.
 
Si raccomanda di '''buttare via l'acqua di cottura''' dopo la prebollitura ed anche dopo la cottura normale, anche per eliminare la [[Nebularina]] che infatti è una micotossina ''idrosolubile''.
 
La sua controversa commestibilità ha avuto l'effetto, peraltro prevedibile, di farne quasi cessare la raccolta, tranne in quei luoghi dove detta specie viene consumata per tradizione.
 
==Nomi volgari==
Moltissimi sono i nomi con cui viene chiamato, per esempio: '''nebbiolo''', '''ordinario''', '''cardinale''', '''agarico nebbioso''', '''nebbione''', '''ordinatu'''.
 
==[[Etimologia]]==
Dal latino ''nebularis'' = nebbioso o nuvoloso, per il colore grigio del suo cappello.
 
==[[Sistematica]]==
[[Meinhard Moser|Moser]], Bon ed altri autori avevano collocato questo fungo nel genere ''[[Lepista]]'' anziché nel genere ''[[Clitocybe]]'' poiché le spore, pur essendo color crema e cianofile, presentano, al microscopio elettronico, una parete sottilmente verrucosa.
 
Altri autori come Kuyper, invece, preferiscono mantenerlo nel genere ''[[Clitocybe]]'' poiché la parete sporale, al microscopio ottico, si presentano lisce come in altre specie di questo genere.
 
==Sinonimi==
* Agaricus nebularis Batsch, Elenchus fungorum, cont. sec. (Halle) 2: 25 (1789)
* Agaricus pileolarius Bull., Herbier de la France: pl. 400 (1789)
* Clitocybe alba (Bataille) Singer, Lilloa 22: 186 (1951) [1949]
* Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Harmaja (1857)
* Clitocybe nebularis var. alba Bataille, Bull. Soc. mycol. Fr. 27: 370 (1911)
* Gymnopus nebularis (Batsch) Gray, Nat. arr. Brit. pl. (London) 1: 609 (1821)
 
==Può confondersi con...==
* Può essere confuso con l<nowiki>'</nowiki>''[[Entoloma sinuatum]]'' (''Entoloma lividum''), fungo velenoso con effetti potenzialmente pericolosi, per cui se ne sconsiglia la raccolta ai raccoglitori inesperti.
* Occasionalmente potrebbe essere confuso dai più inesperti con esemplari molto vecchi di ''[[Lepista caespitosa]]''.
 
 
{{Micologia}}
[[Categoria:Funghi commestibili con riserva]]
[[Categoria:Tricholomataceae]]
 
[[cs:Strmělka mlženka]]
[[da:Tåge-Tragthat]]
[[de:Nebelgrauer Trichterling]]
[[fi:Härmämalikka]]
[[fr:Clitocybe nébuleux]]
[[lt:Pilkoji tauriabudė]]
[[nl:Nevelzwam]]