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Delle masse d’acqua superficiali, intermedie, profonde del Mar Mediterraneo, e quindi dei mari Ionio e Tirreno, soltanto quelle superficiali e levantine intermedie sembrano entrare in gioco nello Stretto di Messina, come confermato dalle misure di salinità nell’arco di 24 ore effettuate davanti Ganzirri.
 
[[Image:Messina_Straits_Waters_(3).JPG|right |400px600px|Distribuzione delle differenti acque]]
 
Dall’esame di questi dati si può affermare che acque sottostanti la ''Levantine Intermediate Water'' (LIW) non raggiungono lo Stretto, infatti l’[[isoalina]] di 38,7 e sporadici valori di 38,8 indicano nella LIW il confine inferiore delle acque che possono rimontare dallo Ionio. E’ possibile affermare, inoltre, che dal Mar Tirreno provengono esclusivamente acque superficiali.
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Il transito nello Stretto di Messina delle diverse masse d’acqua, in funzione del regime di correnti, determina quindi l’incontro di acque tra di loro non immediatamente miscibili. Poiché solo una parte delle acque che si presentano sulla sella riesce a passare nel bacino contiguo e di queste una parte cospicua, perdendo velocità, staziona ai confini dello Stretto per ritornarvi nuovamente con il successivo flusso, è possibile riscontrare con frequenza corpi d’acqua che, cambiando bacino, vanno a occupare quote diverse da quelle originarie in funzione di un nuovo equilibrio dinamico negli strati d’acqua del bacino ricevente.
Questo continuo spostamento e lento mescolamento di acque è un fattore ulteriore di vivificazione dell’area dello Stretto di Messina. Infatti, i sali di azoto e fosforo trasportati negli strati superficiali dalle acque profonde ioniche non riescono ad essere utilizzati immediatamente dal fitoplancton nelle zone di grande turbolenza, mentre ciò può avvenire ai margini dello Stretto.
[[Image:Messina Straits upwelling area.JPG|right |400px600px|Stretto di Messina: distribuzione dei principali parametri chimici e biologici come valore medio integrato (media ponderata) sulla colonna d'acqua di 100 m]]<br>
Il modello semplificato risultante può essere così riassunto: arricchimento nell’area della "sella"; massimo di clorofilla e produzione di sostanza organica qualche chilometro a sud, degradazione e mineralizzazione della sostanza organica, prima prodotta a nord, nella parte più meridionale dello Stretto.
 
[[Utente:Emilio48|Emilio48]]==Gli organismi==
Le condizioni idrologiche dello Stretto di Messina sono straordinarie, e del tutto peculiari e speciali sono i popolamenti che esso ospita. Infatti, l’intenso idrodinamismo e le caratteristiche chimiche delle acque dello Stretto di Messina sono in grado di condizionare gli organismi che in esso vivono ed, anzi, riescono ad influenzare l’intero assetto biologico dell’ambiente determinando uno straordinario ecosistema, unico nel Mediterraneo per biocenosi, abbondanza di specie e, quindi, lo Stretto di Messina costituisce un fondamentale serbatoio di biodiversità.
 
[[Image:Messina Straits Pilumnus inermis.png|right|thumb|Pilumnus inermis presente sulla sella Ganzirri-Punta Pezzo]]
 
Le intense ed alterne correnti, la bassa temperatura e l’abbondanza di sali di azoto e fosforo trasportati in superficie dalle acque profonde determinano la disponibilità di una grande quantità di sostanza organica utilizzata sia dagli organismi pelagici sia, soprattutto, dai popolamenti bentonici costieri. Tutto ciò, insieme ai fenomeni associati, determina un vero e proprio ''riarrangiamento ecologico'' che nelle specie a prevalente distribuzione occidentale tende a simulare una condizione di tipo atlantico. Infatti, numerose specie prettamente atlantiche, come ad esempio le laminarie (grandi [[Alga|alghe]] brune), pur se presenti in qualche altra zona del Mar [[Mediterraneo]] solo nello Stretto di Messina riescono a formare comunità ben strutturate formando delle vere ''foreste sottomarine'' a riprova delle ottimali condizioni ambientali. [[Image:Messina Straits Laminariales.jpg|left|thumb|Laminaria dello Stretto di Messina]][[Utente:Emilio48|Emilio48]]
 
[[Image:Messina Straits Corallo neroLaminariales.jpg|left|thumb|IlLaminaria Corallodello neroStretto abitatoredi dei fondali dello StrettoMessina]]
 
E’ importante segnalare a questo proposito che sia le laminarie di bassa profondità (''Sacchoryza polyschides''), sia i popolamenti profondi a ''Laminaria ochroleuca'', e le comunità vegetali associate, sono strettamente dipendenti dalle caratteristiche fisiche e biologiche del substrato. Come è noto, infatti, per completare il loro ciclo vitale, questi organismi richiedono un substrato solido già colonizzato da rodoficee calcaree, in assenza delle quali l’insediamento non può avere luogo.
 
[[Image:Messina Straits ecoscandaglio Ganzirri P Pezzo.JPG|leftright|thumb|Tracciato ecoscandaglio lungo la sella Ganzirri-Punta Pezzo]]
Lo Stretto di Messina, confine fra i due bacini occidentale ed orientale del Mediterraneo, è un punto importante di osservazione dei flussi migratori delle specie che si trovano nei due bacini. In quest’area pervengono o transitano comunità planctoniche, anche di lontana origine sia orientale sia atlantica. Fra le specie bentoniche, di particolare rilevanza è la presenza di Pilumnus inermis, in precedenza considerato esclusivamente atlantico, che rappresenta una delle specie più rilevanti nell’associazione a Errina aspera (idrozoo) [D2], noto endemismo dello Stretto di Messina, su cui vive un Mollusco cipreide (Pedicularia sicula), riscontrabile a livello della sella fra 80 e 110 m, ove sono presenti numerose altre specie fra cui l’ofiura ''Ophiactis balli'' ed i crostacei ''Parthenope expansa'' e ''Portunus pelagicus''. Da segnalare ancora il ''dente di cane gigante'' (''Pachylasma giganteum''). Grande importanza biologica ed ecologica è anche da ascrivere alle già citate Laminariales dello Stretto (''Sacchoryza polyschides'' e ''Laminaria ochroleuca''). Infine, sembra doveroso evidenziare sia la presenza di ''Albunea carabus'' e di cospicui insediamenti di ''Pinna nobilis''
 
Lo Stretto di Messina, confine fra i due bacini occidentale ed orientale del Mediterraneo, è un punto importante di osservazione dei flussi migratori delle specie che si trovano nei due bacini. In quest’area pervengono o transitano comunità planctoniche, anche di lontana origine sia orientale sia atlantica. Fra le specie bentoniche, di particolare rilevanza è la presenza di Pilumnus inermis, in precedenza considerato esclusivamente atlantico, che rappresenta una delle specie più rilevanti nell’associazione a Errina aspera (idrozoo) [D2], noto endemismo dello Stretto di Messina, su cui vive un Mollusco cipreide (Pedicularia sicula), riscontrabile a livello della sella fra 80 e 110 m, ove sono presenti numerose altre specie fra cui l’ofiura ''Ophiactis balli'' ed i crostacei ''Parthenope expansa'' e ''Portunus pelagicus''. Da segnalare ancora il ''dente di cane gigante'' (''Pachylasma giganteum''). Grande importanza biologica ed ecologica è anche da ascrivere alle già citate Laminariales dello Stretto (''Sacchoryza polyschides'' e ''Laminaria ochroleuca''). Infine, sembra doveroso evidenziare sia la presenza di ''Albunea carabus'' e di cospicui insediamenti di ''Pinna nobilis''
 
[[Image:Messina Straits Albunea carabus.jpg|left|thumb|Albunea carabus proveniente dalla sella Ganzirri-Punta Pezzo]]
[[Image:Messina Straits Posidonia Caulerpa Pinna nobilis.JPG|left|thumb|Posidonia, Caulerpa e Pinna nobilis lungo la costa siciliana dello Stretto]]
[[Image:Messina Straits Pinna nobilis.JPG|thumb|Pinna nobilis, frequente lungo la costa siciliana dello Stretto]]
sia, per quanto si riferisce invece ai popolamenti vegetali, la presenza di Rodoficee calcaree e di vaste praterie di Posidonia oceanica, ampiamente distribuite per areale e per profondità. Degna di nota, sempre per gli organismi vegetali, è anche la presenza di ''Phyllariopsis brevipes'', ''Phyllariopsis purpurascens'', ''Desmarestia dresnayi'', ''Desmarestia ligulata'', ''Cryptopleura ramosa'' specie che sono da ritenersi di estrema importanza perchè presenti solo in quest’area o in poche altre aree molto ristrette del Mar Mediterraneo.
 
Dal punto di vista faunistico lo Stretto è considerato da sempre il "paradiso degli zoologi", per l’enorme biodiversità che lo caratterizza. Le specie di invertebrati bentonici sono quelle che destano maggiore interesse. Il fondale è arricchito da una grande varietà di forme e colori dovute all’abbondanza di celenterati (attinie, madrepore e coralli).
[[Image:Messina Straits Clavelina lepadiformis.jpg|left|thumb|Esemplare di Clavelina sui fondali dello Stretto]]
[[Image:Messina Straits Cerianto.jpg|left|thumb|Esemplare di Clavelina sui fondali dello Stretto]]
[[Image:Messina Straits Alicia mirabilis.jpg|left|thumb|Esemplare di Alicia mirabilis che si flette con la corrente dello Stretto]]
[[Image:Messina Straits Corallo nero.jpg|left|thumb|Il Corallo nero abitatore dei fondali dello Stretto]]
 
[[Image:Messina Straits Corallo nero.jpg|right|thumb|Il Corallo nero abitatore dei fondali dello Stretto]]
 
Un chiaro esempio sono le “foreste” di gorgonie gialle e rosse (''Paramuricea clavata'') dei fondali di Scilla. [[Image:Messina Straits Paramuricea clavata.jpg|left|thumb|Esemplare di Paramuricea sui fondali dello Stretto]] Queste, aderendo al substrato, creano un vero e proprio bosco, ambiente ideale ad ospitare numerose altre specie bentoniche.[[Image:Messina Straits Paramuricea clavata.jpg|right|thumb|Esemplare di Paramuricea sui fondali dello Stretto]]
 
Le specie ittiche sono ben rappresentate da cernie, [[Sarago|saraghi]], [[Dentice|dentici]], castagnole, [[Ricciola|ricciole]] ed in periodo invernale dagli splendidi ''Zeus faber'' (pesce San Pietro).[[Image:Messina Straits Zeus faber.jpg|left|thumb|Esemplare di Pesce S. Pietro nello Stretto di Messina]].[[Utente:Emilio48|Emilio48]]
Un chiaro esempio sono le “foreste” di gorgonie gialle e rosse (''Paramuricea clavata'') dei fondali di Scilla. [[Image:Messina Straits Paramuricea clavata.jpg|left|thumb|Esemplare di Paramuricea sui fondali dello Stretto]] Queste, aderendo al substrato, creano un vero e proprio bosco, ambiente ideale ad ospitare numerose altre specie bentoniche.
Le specie ittiche sono ben rappresentate da cernie, [[Sarago|saraghi]], [[Dentice|dentici]], castagnole, [[Ricciola|ricciole]] ed in periodo invernale dagli splendidi ''Zeus faber'' (pesce San Pietro)[[Image:Messina Straits Zeus faber.jpg|left|thumb|Esemplare di Pesce S. Pietro nello Stretto di Messina]].[[Utente:Emilio48|Emilio48]]
 
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