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===Organismi batiali===
Altra peculiarità dello Stretto di Messina è la presenza di una varia e numerosa fauna batipelagica (comunemente chiamata anche fauna abissale) che, trasportata in superficie dalla corrente proveniente da Sud (corrente montante), può essere facilmente catturata ancora in condizioni vitali nei punti di maggiore turbolenza (vortici o scale di marea), o spiaggiata lungo la riva in particolari condizioni meteo-marine. Esempi classici da menzionare sono ''Chauliodus sloani'' (pesce vipera) , ''[[Argyropelecus hemigymnus]]'' (pesce accetta o ascia d’argento) e ''Myctophum punctatum'' (pesce diavolo).
 
[[Image:Messina Straits Chauliodus sloani.jpg|left|thumb|''Chauliodus sloani'']][[Image:Messina Straits Argyropelecus hemigymnus.jpg|left|thumb|''Argyropelecus hemigymnus'']][[Image:Messina Straits Myctophum punctatum.jpg|left|thumb|''Myctophum punctatum'']]
Tali organismi batipelagici, che vivono in grandi quantità nelle profondità del Mar Mediterraneo (tra i 300 ed i 1.000 m ed anche oltre), pur non avendo alcun valore commerciale sono una fondamentale risorsa trofica per l’ecosistema marino in genere e per lo Stretto in particolare. Alcune specie non vengono trasportate in superficie dalle correnti in maniera totalmente passiva, ma effettuano ben definiti movimenti verticali, risalendo in superficie soprattutto durante la notte. La gran parte di questi pesci dall’aspetto mostruoso, in maggioranza dotata di particolari organi luminosi (fotofori) [D7], per la facile reperibilità nello Stretto di Messina ha richiamato in questa città tra la seconda metà del 1800 e l’inizio del 1900 studiosi (E' OPPORTUNO METTERE ELENCO NOMI???) provenienti da tutta l’Europa che, potendo trovare in modo relativamente semplice il materiale più vario ed abbondante per i loro studi, definirono lo stretto di Messina ''il paradiso degli zoologi''.