Pompeo Trogo: differenze tra le versioni
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{{F|scrittori|luglio 2013}}
{{Bio
|Nome = Gneo
|Cognome = Pompeo Trogo
|Sesso = M
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== Biografia ==
Pompeo Trogo visse tra il [[I secolo a.C.]] ed il [[I secolo d.C.]] Era un oriundo della [[Gallia Narbonense]]; apparteneva all’aristocrazia ellenizzata che aveva collaborato con i romani ottenendo la cittadinanza. Il nonno aveva combattuto per [[Pompeo Magno]] diventandone ''cliens'' ed aveva avuto il privilegio di fregiarsi del suo nome.
Mentre il padre aveva seguito [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] in [[Gallia]]. Fu contemporaneo di [[Tito Livio]], ma ebbe una concezione della [[storia]] molto diversa.
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La sua opera principale è data dalle ''Historiae Philippicae'' in 44 libri, una vera e propria storia universale, che andava dalle antichissime vicende di [[Babilonia]] fino ai suoi tempi. Possediamo solo un compendio fatto da un certo [[Marco Giuniano Giustino]] del [[II secolo|II]] o [[III secolo]], che ha estratto i principali punti dell'opera di Trogo e li ha collegati tra loro, ricavandone ben 250 capitoli ("Di questi 44 libri – dice Giustino nella prefazione all'epitome – ho estratto quello che mi è parso più degno di essere conosciuto").
L'opera è una storia dell'oriente che ha come perno la dinastia macedone, infatti il titolo rimanda a [[Filippo II di Macedonia]] fondatore della dinastia macedone.
Nei primi 6 libri viene fatta una [[storia della
Gli eroi di Pompeo Trogo sono Filippo ed Alessandro, ma anche Pirro, [[Annibale]] e Mitridate. Trogo rivendica alla [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]] e all'Oriente un ruolo di primo piano nella storia antica, poiché era la parte dell'[[Impero Romano|Impero]] economicamente e culturalmente più evoluta. Lo storico cerca di sminuire l'importanza egemonica di Roma, lasciando intravedere un senso di sfiducia nella direzione politica dell'Urbe proprio quando essa appariva più forte e più saggia, svalutandone l'imperialismo. Il mito di Roma trionfante di [[Tito Livio]] in Trogo sono viste con occhio disincantato. Infatti Pompeo Trogo è stato l’unico, a non vedere tutta la Storia in funzione di Roma. La sua narrazione è molto tendente al patetico, con iperboli ripetizioni ed [[Anafora|anafore]] in quantità. Preferisce il discorso indiretto, come Cesare, e disdegna quello diretto, più proprio di Livio.
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