Assunta Viscardi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Razionalizzazione, completamento e integrazione della parte biografica.
Nessun oggetto della modifica
Riga 14:
|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiana
|PostNazionalità =, fondatrice dell'Opera di San Domenico per i Figli della Divina Provvidenza. Il 169 aprilemarzo 2011[[2009]] sila èChiesa conclusocattolica aha Bologna,aperto nellail [[Basilicaprocesso diocesano di S.[[beatificazione]] Domenicoe [[canonizzazione]], conclusosi il processo16 diocesanoaprile della2011 causanella [[Basilica di beatificazioneS. e canonizzazioneDomenico]]. Ora ilIl processo proseguiràprosegue ora presso la “Congregazione per le cause dei santi”.
}}
[[File:Piazza San Domenico (Bologna).jpg|thumb|203x203px]]
Riga 32:
 
Assunta entra in clausura nell'ottobre del 1919'''.''' Nel monastero carmelitano di Parma vive momenti molto felice, come si evince dalla sua autobiografia ma a causa della salute malferma, su consiglio del medico, nell'aprile dell'anno successivo lascia suo malgrado la vita del chiostro.<ref>{{Cita libro|autore = Assunta Viscardi|titolo = Cuore che si dona|anno = 1941|editore = |città = }}</ref>
 
 
== L'Opera di San Domenico ==
 
Assunta era terziaria domenicana già dal 1914. Dopo l’uscita dalla vita claustrale torna a frequentare il Convento di S. Domenico nella sua città natale, Bologna. Qui si associa all’apostolato tra i bambini che venivano raccolti nel chiostro del Convento: di solito erano bambini con famiglie sbandate, che vivevano praticamente nella strada. Il Padre Enrico Brianza o.p., che aveva dato inizio a questo movimento di terziarie per educare questi bimbi, visto che Assunta era una persona di valore, la nominò segretaria di quest’opera di apostolato che aveva denominato “'''''Opera di S. Domenico per i figli della divina Provvidenza'''''”. Quasi subito, però, il Padre dovette separarsi dall’iniziativa perché nel 1921 fu nominato Priore provinciale. Continuò peraltro a seguirla, soprattutto consigliandola e sostenendola.
 
Riga 39 ⟶ 42:
Di particolare importanza è la strenna del 1940, dove Assunta traccia la storia dell’Opera di S. Domenico nei primi vent’anni di attività. Invece i libri Alere flammam<ref>{{Cita libro|autore = Assunta Viscardi|titolo = Alere flammam|anno = 1942|editore = |città = }}</ref> e La fiamma divampa<ref>{{Cita libro|autore = Assunta Viscardi|titolo = La fiamma divampa|anno = 1943|editore = |città = }}</ref> raccolgono il suo diario spirituale di questo periodo.
 
== La casa vivente ==
La casa vivente era un edificio che accoglieva i fanciulli inviati dall’ Opera di san Domenico, per i quali  la stessa si impegnava a pagare la retta. I ragazzi dovevano rimanere nella casa fino a quando non avevano terminato gli studi o erano pronti per il lavoro.
 
== Dopo la Morte ==
La casa vivente fu un'idea che beneficiò tanti bambini, basti pensare che nel 1928 l’opera aveva ricoverato oltre 183 ragazzi presso vari istituti sparsi per tutt’Italia: [[Bologna]], [[Modena]], [[Imola]] BO), [[Castel S. Pietro]] (BO), [[Lugo (Italia)|Lugo]] (RA), [[Faenza]], [[Venezia]], [[Milano]], [[Monterosso al Mare]] (SP), [[Spinazzolo]] (BA), [[Madonna dell’Arco]] (NA), [[Rimini]], [[Bergamo]], [[Firenze]], [[Pisa]] e Assunta era impegnata di persona nell’accompagnare i ragazzi, curare la corrispondenza e i rapporti amministrativi.
 
Questi sono gli ultimi anni per Assunta. Dopo un’ultima operazione, era la quarta che subiva negli ultimi 15 anni, Assunta non si riprese più.
Dal diario di Assunta Viscardi emerge: “dobbiamo cercare bimbi e bimbe che andavano all’elemosina e che elemosinando perdevano ogni senso di dignità…”.
Trascorse gli ultimi due mesi a letto nella sua camera, continuamente assistita dai suoi familiari e dai collaboratori che intanto continuavano l’attività presso l’Opera di S. Domenico. Morì di embolia il 9 marzo 1947.
 
Tutta Bologna la pianse, tanto che i suoi funerali si sono dovuti tenere all’aperto, a causa dell’imponente partecipazione di popolo. Numerosi giornali, locali e nazionali, hanno dedicato articoli memorabili alla figura di Assunta Viscardi, tra cui si ricorda soprattutto quello di Enzo Biagi.<ref>{{Cita articolo|autore = Enzo Biagi|titolo = Ho conosciuto ‘la Santa’|editore = |città = Bologna}}</ref>
La casa vivente assorbiva una quantità enorme di denaro e Assunta ne aveva sempre più bisogno. Cercava di raccogliere offerte dalle pubblicazioni del “ Giornalino”, bimestrale di due facciate che raccontavano minuziosamente e spontaneamente le azioni benefiche fatte della stessa Assunta in favore dell’infanzia e dei poveri nelle loro necessità. Ma gran parte del denaro veniva ricavato dalla “Strenna”, pubblicazione formata da un centinaio di pagine che raccoglievano poesie e piccoli capolavori letterari.      
 
Assunta Viscardi va ricordata soprattutto come educatrice, perché ha amato i bambini più di se stessa. Diceva che ogni bambino deve avere «la sua speciale carezza, uno speciale senso di protezione, di cura, di affetto, come se fosse unico». E aggiungeva che bisogna educare alla bellezza, perché «far sentire, capire, apprezzare la bellezza è mettere basi di felicità e di bontà». A tale scopo ha continuato sempre a fare la maestra, benché fosse completamente assorbita dall’Opera di S. Domenico, e ha scritto molti libri, 33, e numerosissimi articoli.
      <code>''Sunto dello Statuto''</code>
Secondo l’insegnamento di Assunta, le scuole devono mirare a sostenere la famiglia nel proprio ruolo educativo, che è un ruolo d’amore. Ciò valeva ieri, ma vale ancor di più oggi, che c’è una immensa povertà spirituale e affettiva che danneggia l’anima dei bambini, anche se forse non danneggia il loro corpo.
 
<code>SCOPO:</code> ''Ricercare nelle
pubbliche vie e negli ambienti di malavita, i bimbi e le bimbe che vi trovano
la loro rovina fisica, morale, religiosa, incamminati a un desolante avvenire
di disordini d'ogni fatta.--Collocarli in buoni istituti che ne curano
l'istruzione e l'educazione civile, professionale, religiosa.''
 
<code>MEZZI: </code>''La recita
settimanale di cinque "Ave Maria" alla madre dei viventi regina del
rosario, e di cinque "Gloria Patri" a San Domenico patrono degli erranti.--Le
offerte spontanee di Benefattori aderenti all'elevato scopo dell'Ente, e il
contributo mensile di una lira dei soldati dell'Esercito dei protettori della
Pia Opera.''
 
<code>MEMBRI:</code> ''Un comitato
attivo permanente con sede a San Domenico di Bologna.--Un comitato d'onore
costituito di Patroni e Patronesse della Pia Opera.''
Gli elementi essenziali dello Statuto che Assunta Viscardi ha pubblicato nel
1928           
 
== La porticina ==
Quella che fu denominata quasi immediatamente “la porticina della provvidenza” era un luogo destinato all’accoglienza e alla beneficenza. Si trattava di due piccoli locali, inaugurati nel 1924 in via
[[File:Chiesa di San Domenicobo.JPG|thumb|300x300px]]
Rolandino 6 a Bologna e destinati a sopperire alle prime necessità dei poveri, soprattutto dei bambini.
 
Considerata come una specie di pronto soccorso della carità, vi si distribuiva di tutto: vestiti, calzature, biancheria, libri scolastici, sedie, letti, materassi, culle, carrozzine, ecc. Tutto il materiale che i cittadini donavano per beneficenza o che comunque mettevano a disposizione, la porticina lo distribuiva a chi ne avesse necessità.
 
Assunta vi trascorreva tutto il pomeriggio e la porticina era una porta aperta a tutte le miserie della città, distribuendo con urgenza non solo cibo e vestiti ma anche, parole di conforto e incoraggiamento.
<code>“Perché da noi a San Domenico, arrivano
così…senza presentazione, senza soggezione: è il carattere precipuo dell’opera
di essere porto sempre aperto… e confessano subito anche quanto pareva
inconfessabile e sanno che non ci son barriere… che subito si cerca d’avviare
per la sua via di migliore soluzione il particolare problema e bisogno che ci
viene sottoposto” Assunta dice ancora che “Diverso è il bisogno di ognuno che viene
alla Porticina, diverso il suo modo di esprimersi, di esporre la sua necessità.
C’è chi ha rotto il volto al domandare e ne ha fatto, quasi direi un’arte, chi
ostenta la sua miseria e chi la vela, chi prega e chi pretende, chi piange e
chi sorride di un sorriso più straziante delle lacrime”.</code>
 
== Il nido Farlotti ==
Nel 1944 si realizza un sogno che aveva accompagnato Assunta fin dall’inizio dell’opera di san Domenico e cioè la fondazione di una casa che divenisse un rifugio sicuro per i pargoli.
 
L’opera di san Domenico ereditò, grazie ad un lascito testamentale, una casa colonica nelle vicinanze di Bologna, presso il paese di San Lazzaro di Savena, chiamò questa casa ”nido di Farlotti” facendo esplicito riferimento alla poesia di G.Pascoli dove si parla dei “Farlotti”, che in dialetto romagnolo sono gli uccellini di un passero molto comune.
 
Purtroppo  a distanza di 3 anni dall' apertura, anni nei quali Assunta fece faticosamente fronte a tutte le spese necessarie alla sopravvivenza quotidiana  dei piccoli e per la loro formazione  la malattia la colpì irrimediabilmente  a 67 anni.
 
Assunta morì nel 9 marzo 1947.
 
I funerali furono seguiti da centinaia di persone, poveri, diseredati, ma anche  tanti benefattori e a causa dell’imponente partecipazione del popolo furono tenuti all’aperto in piazza Trento Trieste.(vedi [[Enzio Biagi]] articolo “ho conosciuto la santa”).
 
== Dopo la Morte ==
Assunta aveva terminato il suo cammino terreno, però l’opera di San Domenico per i figli della provvidenza continuava la sua azione benefica con grande dedizione.
 
Nel 1950 in maniera inattesa due grandi donazioni allargarono l’orizzonte dell’opera; un terreno di 5 mila mq ed una cospicua somma di denaro diedero via alla costruzione del nido di Farlottine.
 
Oggi quel nido è diventato un istituto educativo, l’istituto Farlottine che accoglie più di 250 bambini tra asilo nido, materna, primaria, medie. Lo guida un gruppo di 4 donne Mirella,Luciana,Pia e Lorenza che come le loro predecessore Assunta Viscardi, Valentina Turchi, Lina Mingazzi,  dedicano il loro impegno a evangelizzare  i bambini e portare tra i genitori la luce l’amore e la pace della fede.
 
<code>“poiché il sogno la dolcezza, la santità dell’uomo e della donna è la famiglia, dobbiamo educare alla famiglia e al culto degli affetti per non creare dei ribelli, dei pessimisti, degli amareggiati o scettici, ma piuttosto dei cuori semplicemente compassionevoli, amanti del bene, volenterosi di riparare e pronti al perdono”.</code>
 
Dopo la fase diocesana del processo di canonizzazione  che fu aperta nel marzo del 2009 Assunta Viscardi  fu beatificata il 16 aprile 2011 dal Cardinale Arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra nella basilica di s.Domenico.
 
Nello stesso anno il comune di Bologna autorizzava alla realizzazione di un sepolcro per il trasferimento dei resti mortali della serva di dio Assunta Viscardi dal [[cimitero della Certosa]] alla cappella dell’istituto scolastico delle Farlottine.
 
“poiché il sogno la dolcezza, la santità dell’uomo e della donna è la famiglia, dobbiamo educare alla famiglia e al culto degli affetti per non creare dei ribelli, dei pessimisti, degli amareggiati o scettici, ma piuttosto dei cuori semplicemente compassionevoli, amanti del bene, volenterosi di riparare e pronti al perdono”.
== Culto ==
Il 9 marzo [[2009]], nel 62º anniversario della morte, la Chiesa cattolica ha aperto il processo di [[beatificazione]] e canonizzazione.
 
== Note ==
[ref]http://www.farlottine.it/pag/sito/files/Arca-AssuntaViscardi.pdf[/ref]
 
[ref]http://www.chiesadibologna.it/comunicati/2011/2011_04_13_Assunta_Viscardi.pdf[/ref]
 
[ref]http://atti.comune.bologna.it/Atti/GCSTOR.nsf/3e1db74477bbee1cc1257814003a22ed/412567050032ed32c125786a004d29af?OpenDocument[/ref]