Radagast: differenze tra le versioni

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Sia ne ''Il Signore degli Anelli'' che nei ''Racconti Incompiuti'', Tolkien non manca di sottolineare la passione di Radagast per gli animali (sia del suolo che dell'aria) che dimorano nella [[Terra di Mezzo]]. Le creature a cui è più devoto sono senza dubbio gli uccelli, specialmente le [[Gwaihir|Aquile]]. Nel progredire della sua permanenza nella Terra di Mezzo, però, questa passione, inevitabilmente, si sostituirà alla missione originaria del personaggio come inviato dei [[Valar]]; Radagast, dunque, deciderà di non salvaguardare più né gli Elfi e né gli Uomini dalla minaccia di [[Sauron]]<ref name= creatureselvagge/>.
 
Questo comportamento è giustificato dal fatto che Radagast, pur essendo un essere cosiddetto "angelico" (un [[MaiarMaia]]), è soggetto alle debolezze degli esseri umani; questo aspetto è sottolineato dallo stesso Tolkien in una lettera a Michael Straight, l'editore di [[New Republic]]: «[questi stregoni sono] anche... coinvolti nel pericolo dell'incarnazione: la possibilità della "caduta", del peccato, se vuoi».<ref>{{Cita | J.R.R. Tolkien, ''Lettere''| no. p. 37|Lettere}}.</ref> In effetti, Radagast non sarà l'unico a disobbedire al suo compito. Infatti anche [[Saruman]] abbandonerà la sua missione e si lascerà corrompere dall'[[Unico Anello]], mentre gli Stregoni Blu scompariranno misteriosamente, ma probabilmente caddero anch'essi in preda alle tentazioni umane o sotto il volere di Sauron<ref>{{Cita | J.R.R. Tolkien, ''Racconti incompiuti''| pp. 515-516|Racconti incompiuti}}.</ref>.
 
Nonostante sia un personaggio minore nelle opere di Tolkien e di cui si sa ben poco, John D. Rateliff, critico di Tolkien, ha espresso il proprio parere sul personaggio e lo ha definito molto simile a Gandalf per sapienza e intelligenza. Tuttavia, Radagast era molto più debole di Gandalf, il quale era peraltro molto più famoso nella Terra di Mezzo per le sue vittorie ai danni di Sauron<ref>Tratto dal capitolo "Radagast" presente sul primo volume di ''[[The History of The Hobbit]]'' di John D. Rateliff</ref>