Tolleranza zero: differenze tra le versioni

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==In Italia==
In Italia, l'espressione tolleranza zero è stata utilizzata in accezioni diverse, da diverse parti politiche, spesso perdendo ogni relazione con la teoria che ne è alla base formale: numerosi Governi hanno voluto interpretare questa politica varando diversi "pecchetti sicurezza" basati sul generico inasprimento delle sanzioni, dei divieti e delle pene detentive; alcuni sindaci invece l'hanno intesa come una azione di repressione contro attività ritenute sgradevoli e/o indecorose come l'accattonaggio e la prostituzione. Tuttavia non essendo reati, la repressione verso queste attività è avvenuta per vie traverse, come ad esempio le multe a gliagli automobilisti che si fermavano accanto alle prostitute; la [[Lega nord]] ha applicato questa politica facendo approvare al Parlamento la [[Legge Bossi-Fini]] e successivamente il [[Reato di clandestinità]], entrambi con l'obiettivo di contrastare l'immigrazione clandestina.
 
A parte questi esempi, tolleranza zero è diventato un modo di dire merper manifestare la propria fermezza, in generale o in riferimento a una particolare categoria di trasgressioni come ad esempio nei confronti del fumo.
 
La tolleranza zero viene tipicamente applicata dalle scuole, relativamente a certi ambiti quali la detenzione e l’utilizzo di droghe o di armi. Per esempio, uno studente trovato in possesso di droga o di armi in una scuola che applica la tolleranza-zero incorrerà immediatamente nella massima sanzione prevista. È chiaro che una tale politica richiede una normativa estremamente esplicita; una normativa confusa o generica potrebbe provocare altrimenti grosse conseguenze.