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Collaboratore di circa un centinaio fra giornali e riviste, inizò con una serie di articoli per «L'Ofanto» - un modesto giornale di [[Cerignola]] - ma nel volgere della sua vita scrisse fra l'altro per la [[Giosuè Carducci|carducciana]] «[[Cronaca bizantina]]», per la rivista «Natura e arte» della [[A. Vallardi Editore|casa editrice Vallardi]], per «[[La Lettura]]», per le riviste «Avvenire» e «Difesa» fondate dallo [[Spalato|spalatino]] [[Antonio Bajamonti]], per il giornale «Libertà e lavoro» di [[Giuseppe Caprin]]. Fu anche fondatore e direttore di una propria rivista letteraria, denominata «Scintille».
 
Personaggio di spicco dell'ambiente culturale zaratino, Sabalich condusse una vita punteggiata di aneddoti singolari: si racconta che temesse di passare sotto il campanile del [[Cattedrale di Sant'Anastasia (Zara)|Duomo]], per timore che questo crollasse; sul suo conto correva anche la storiella per la quale si facesse accompagnare sempre da un amico nelle sue frequentazioni dei caffè cittadini per fargli bere anche un sorso della bevanda da lui ordinata, temendo di ammalarsi; allo stesso modo, non osava premere i bottoni dei campanelli elettrici per paura di fulminarsi e dormiva con porte e finestre spalancate in ogni stagione, per riuscire a scappare celermente in caso d'incendio. Grandi e piccole manie che sottintendevano qualche problema di natura fisica o psicologica, tanto che - ammalatosi di [[agorafobia]] e [[talassofobia]] - dovette rinunciare ai suoi frequenti viaggi a Venezia.
Oltre ai suoi studi prediletti, saltuariamente Sabalich si interessò di [[chiromanzia]], [[cinematografia]] e [[musica]]: pur avendo scritto alcune canzoni - fra le quali rimase celebre «El sì», che divenne l'inno informale dei [[Dalmati italiani]].
 
== Opere ==
La formazione di Sabalich sulle materie letterarie, storiche, archeologiche e folkloristiche fu quindi prevalentemente da autodidatta, ma formò la base per la sua vasta produzione degli anni a venire, che comprese una settantina di commedie, monologh, critiche teatrali, biografie, cronistoria, oltre a centinaia di articoli.
 
Oltre ai suoi studi prediletti, saltuariamente Sabalich si interessò di [[chiromanzia]], [[cinematografia]] e [[musica]]: pur avendo scritto alcune canzoni - fra le quali rimase celebre «El sì», che divenne l'inno informale dei [[Dalmati italiani]].
 
== Lascito ==
==Note==