Caffè Florian: differenze tra le versioni
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== Cenni storico-artistici ==
[[File:Plateatico Caffè Florian.jpg|upright=1.5|thumb|Il plateatico del Caffè Florian in Piazza san Marco]] Il Caffè Florian venne inaugurato nel 1720 da
Alla morte del fondatore, nel 1773, il caffè passò al nipote
Alla morte di Valentino Francesconi nel 1814 il caffè passò alla moglie Chiaretta e poi al figlio Antonio. Sotto la direzione di
Nel 1858 la proprietà del Florian passò da Antonio Francesconi ai proprietari di uno dei caffè più in voga del tempo, il Caffè degli Specchi. I nuovi proprietari, Vincenzo Porta, Giovanni Pardelli e Pietro Boccanello, affidarono a Lodovico Cadorin il compito di dirigere i lavori di restauro del Caffè. Gli arredi del Florian non erano stati mai veramente rinnovati dall’ampiamento nel XVIII secolo ed erano in misere condizioni. Cadorin crea, quindi, un progetto di restauro complessivo e radicale degli spazi del caffè. Tra gli artigiani che collaborano ci sono Battistuzzi per le pitture decorative, Dal Tedesco per i rivestimenti lapidei, Monticelli per i tavolini in marmo, Penato per le dorature, Jacer per gli intagli in legno, Bassani per gli specchi e Beaufre e Faido per i putti reggi-lume a gas.<ref>Pastor, Barbara, e Andrea Libralesso, p. 54</ref>
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[[File:Esterno Caffe Florian.jpg|thumb|left|Entrata del Caffè Florian sotto le Procuratie Nuove]]Nel 1872 e 1891 il Florian subisce dei nuovi interventi di restauro, che vedranno il caffè ampliarsi con altre due grandi sale (la Sala delle Stagioni e la Sala degli Uomini Illustri) che si aggiungono ai lati delle quattro preesistenti. Le nuove sale vedono l’intervento di Giuseppe Ponga per le grottesche e di A. Piazza per le decorazioni in stucco.
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'''La Sala delle Stagioni''' (o degli Specchi) è decorata con quattro grandi dipinti di Cesare Rota, raffiguranti le personificazioni delle quattro stagioni. Il soffitto della sala ha una grande decorazione a stucco ad opera di Giuseppe Ponga.▼
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Nel 1920 al Florian viene festeggiato il bicentenario della fondazione e in questa occasione la proprietà decide di allestire per il pubblico un’ulteriore sala, la '''Sala Liberty''', decorata in stile Art Nouveau.▼
▲Nel 1920 al Florian viene festeggiato il bicentenario della fondazione e in questa occasione la proprietà decide di allestire per il pubblico un’ulteriore sala, la
Nel 1988, da un’idea di Daniela Gaddo Vedaldi, Stefano Stipitivich e Roberto Nardi per ricordare che proprio al Florian nacque la Biennale, si realizza il progetto di aprire il Caffè all’arte contemporanea. Agli artisti invitati si chiede di reinterpretare in chiave moderna le sale del caffè attraverso una installazione. Tra gli artisti si ricordano [[Bruno Ceccobelli]], [[Mimmo Rotella]], [[Fabrizio Plessi]], [[Gaetano Pesce]], Luca Buvoli, Arcangelo, Irene Andessner, Fausto Gilberti, Botto&Bruno, Marco Tirelli, Pietro Ruffo, Omar Galliani , Aron Demetz, Paolo William Tamburella, Matteo Pugliese e Qiu Zhijie. Il Florian nel corso degli anni ha aperto poi le sue sale ad artisti del vetro contemporaneo (Toots Zynsky, Richard Marquis, Yoichi Oira, ecc), alla fotografia ([[Gianni Berengo Gardin]]) e al design ([[Alessandro Mendini]]).
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