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{{Divisione amministrativa
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|Nome=Moncucco
|Nome ufficiale=
|Panorama=Tempietto di san lucio in moncucco.jpg
|Didascalia=Tempietto di S. Lucio in Moncucco
|Stemma=
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=4
|Divisione amm grado 1=Lombardia
|Divisione amm grado 2=Monza
|Divisione amm grado 3=Brugherio
|Latitudine gradi = 45
|Latitudine minuti = 32
|Latitudine secondi = 53.56
|Latitudine NS = N
|Longitudine gradi = 9
|Longitudine minuti = 17
|Longitudine secondi = 32.17
|Longitudine EW = E
|Altitudine= 145
|Superficie=
|Note superficie=
|Abitanti= moncucchesi
|Note abitanti=
|Aggiornamento abitanti=
|Codice postale=
|Prefisso=
|Fuso orario=
|Codice catastale=
|Nome abitanti=
|Patrono=
|Festivo=
}}
 
'''Moncucco''' è stato un [[comune]] italiano autonomo fino al 30 marzo 1871, giorno in cui con un decreto regio divenne frazione del neonato comune di [[Brugherio]], istituito nel 1866<ref name=tribuzio>{{cita libro | Luciana | Tribuzio Zotti | Brugherio nei documenti | 1986 | Musicografica Lombarda | Brugherio}}</ref>. L'attuale frazione è situata a sud di [[Brugherio]], lungo la strada che da [[Milano]] conduce a [[Vimercate]].
Le antiche '''cascine di [[Brugherio]]''' erano [[cascina|strutture agricole]] tipiche della [[pianura padana]] [[Lombardia|lombarda]], che davano il proprio nome anche alle zone circostanti, corrispondenti grossomodo alle [[Brugherio#Frazioni|frazioni]] cittadine. L'[[Brugherio#Il XIX secolo: dagli austriaci al regicidio di Umberto I|unione delle diverse cascine e piccoli comuni]] in cui era frammentato il territorio ha dato vita nel [[1866]] al comune di [[Brugherio]].
 
==Storia==
Nel [[XXI secolo]] sono ancora visibili le seguenti: Bindellera, Casecca, Cattoni, Comolli, Dorderio, Guzzina, [[Cascina Increa|Increa]], Modesta o Del Bosco, Moia, Occhiate (con il mulino di Occhiate), Pareana, San Cristoforo, [[Cascina Sant'Ambrogio|Sant'Ambrogio]], San Paolo, Torazza.<ref name=sitocomune>{{cita web|url = http://www.comune.brugherio.mb.it/territorio/la-citt/le-cascine-brugheresi/|titolo = Comune di Brugherio. La città. Cascine brugheresi|accesso = 10 aprile 2015}}</ref><ref>*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/ricerca/?provincia=&comune=brugherio&intestazione=&tipologia=&autore=&annop=&annoa=&what=ib|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Brugherio|accesso = 14 aprile 2015}}</ref>
=== Le origini ===
 
==== Le ipotesi etimologiche ====
== Caratteristiche architettoniche ==
L'origine del nome Moncucco è discorde, alcuni lo fanno risalire al francesismo ''mon cucco'' (mio cucco), retaggio delle invasioni galliche utilizzato per indicare l'uccello cuculo<ref name=mancini>{{cita libro | Manuela | Mancini | Brugherio: presente e passato | 1996 | Swan | Milano}}</ref>; alcuni, tra cui [[Cesare Cantù]], lo ritengono un termine derivato dalla denominazione dei vari paesi e cascinali francesi detti appunto "Moncuc"<ref name= anonimo>{{cita libro | | | Brugherio: 2000 anni di storia | 1966 | | Brugherio}}</ref>.
Isolate in aperta campagna (come [[Cascina Sant'Ambrogio|Sant'Ambrogio]], Guzzina, Occhiate) o unificate in un agglomerato rurale (come [[Cassina Baraggia|Baraggia]] e [[San Damiano (Brugherio)|San Damiano]]), le [[Cascina|cascine]] erano il centro della vita [[Agricoltore|contadina]].
 
==== Antichità e Medioevo ====
Quelle di [[Brugherio]] erano [[Cascina#Tipologia di cascine|a corte chiusa]] ed avevano le caratteristiche delle [[fattoria|fattorie]] nella pianura a nord di [[Milano]], in cui il cortile era destinato a funzioni di collegamento e non aveva un ruolo centrale nelle lavorazioni agricole (come avveniva ad esempio nelle aziende della [[bassa padana]]).
Testimonianze antiche di Moncucco non ve ne sono, ma per la sua storia è fondamentale il ritrovamento di due epigrafi romane nella località di Malnido (oggi S. Maurizio al Lambro, frazione di [[Cologno Monzese]]) che dal 1769 al 1871 fu parte di Moncucco. Malnido quindi conferma l'origine romana di Moncucco (e di Brugherio)<ref name= anonimo/>.
 
Il nucleo primordiale di Moncucco si sviluppò su una piccola collina, dove in epoca medievale fu costruito un castello (sui resti del quale nel '700 venne edificata [[Villa Sormani]]) adibito a residenza di campagna. Già dal Mille infatti era presente il castello, vicino alla via secolare dei carri e situato in una zona da tempo bonificata. Con la crisi dell'autorità imperiale in seguito alla [[lotta per le investiture]], tra l'XI e il XII secolo, iniziò la fiorente fase comunale: dal giovane comune di [[Monza]] (forse di fine XI secolo) si staccarono Moncucco, [[San_Damiano_(Brugherio)|San Damiano]] e [[Cassina Baraggia]], istituendosi comuni autonomi. Monza divenne capitale del territorio della [[Martesana]], che comprendeva l'intero territorio brugherese (Moncucco, S. Damiano e Baraggia), a seguito di una concessione del 1158 di [[Federico Barbarossa]] che favorì la libertà del comune a discapito di [[Milano]], città nemica dell'imperatore. Le notizie su Moncucco sono sporadiche: per esempio sappiamo che nel 1339 una piena eccezionale del fiume [[Lambro]] investì alcune zone dell'attuale Brugherio fra cui Malnido e Moglia, arrivando sino a Moncucco<ref name= anonimo/>.
Intorno al cortile, generalmente molto grande, si aprivano quattro corpi di fabbricato: due porticati al piano terra, sormontati da una ringhiera su cui si affacciavano i locali del piano superiore, adibiti ad abitazioni; il terzo con [[stalla|stalle]] e [[fienile|fienili]]; il quarto originariamente costituito da piccoli vani contenenti le [[Gabinetto (igiene)|latrine]].
 
=====Lo stemma del Comune=====
Le abitazioni erano così disposte: al pianterreno si trovavano la cucina, la dispensa, i ripostigli e il [[Casa#Spazi interni e aggregazione|soggiorno]], mentre le camere da letto erano al piano superiore. Come si è detto, i servizi igienici erano in comune e posti su un lato della corte.
Al numero 107 di Viale Lombardia, dove esisteva la sede dell'antico palazzo comunale, è ancora oggi visibile lo stemma di Moncucco, realizzato in pietra scolpita e posizionato dove un tempo si trovava la porta d'ingresso del palazzo<ref name= anonimo/>.
 
Esso raffigura in alto a sinistra un toro rampante, simbolo dell'animo indomito dei contadini, del forte lavoro ma anche della zootecnica locale, e in alto a destra una porta aperta a forma d'arco, simbolo della liberalità dei nobili; al centro un campo bianco rappresenta invece la Brughiera<ref name= anonimo/><ref name=mancini/>.
Al centro del cortile stava il [[pozzo]] per l'acqua.<ref name=luoghi>{{cita libro | Luciana | Tribuzio Zotti | Brugherio: luoghi memorabili | 1987 | Parole Nuove | Brugherio}}</ref><ref name=mancini>{{cita libro | Manuela | Mancini | Brugherio: presente e passato | 1996 | Swan | Milano}}</ref>
 
===Dal TipoXVI dial agricolturaXVIII secolo===
Da un censimento del 1530 sappiamo che Moncucco possedeva un forno importante, aveva la superficie di 1574 [[Pertica_(unità_di_misura)|pertiche]], era abitata da dieci persone (suddivise in tre famiglie) i cui capi erano massari, ovvero contadini responsabili del [[manso]], terreno di proprietà di un signore che ne concedeva loro l'utilizzo in cambio di parte del raccolto o di particolari servizi. In questo periodo a Moncucco prevalevano proprietà di grandi e medie dimensioni e vi era moltissima attività agricola e poca manifatturiera: sempre dal censimento del 1530 si nota che la maggior parte della superficie coltivata era adibita a vigna, e tra il 1530 e il 1546 aumentarono i braccianti. Il censimento del 1546 testimonia la presenza di molte biade (cereali) per famiglia a Moncucco, indice di relativo benessere. Dal 1530 al 1546 lo sviluppo demografico restò stabile in tutto il brugherese, mentre dal 1541 al 1546 ci fu un sensibile calo della popolazione con concentrazione di ''fuochi'' (famiglie) a Moncucco, forse dovuto all'inasprimento fiscale, dato che proprio sui fuochi si basava il sistema di tassazione. Nel 1559 con il [[Trattato di Cateau-Cambrésis]] lo Stato di Milano passò definitivamente agli Asburgo di Spagna che già lo governavano indirettamente da quasi trent'anni. Moncucco faceva parte della [[Corte di Monza]], che, anche se situata geograficamente nel Contado della Martesana, nel 1559 finì sotto la giurisdizione del pretore di Milano per questioni di materia civile e penale, per l'ordine pubblico e per la distribuzione delle biade<ref name= tribuzio/>.
Sul territorio di [[Brugherio]] la proprietà agricola era per lo più piccola e frazionata, anche se vi è qualche esempio di grande unico proprietario, almeno fino al [[età napoleonica|periodo napoleonico]]. Prevaleva la policoltura ([[Triticum|frumento]], [[Zea mays|granturco]], [[Phaseolus vulgaris|fagioli]], [[Solanum tuberosum|patate]]), destinata prevalentemente al consumo personale e alla vendita.<ref name=luoghi/><ref name=mancini/>
 
Nel 1578 è testimoniata la presenza di consoli a Brugherio: probabilmente essi esistettero anche per la località maggiore di Moncucco. Sempre nel 1578 [[San Carlo Borromeo]], arcivescovo di Milano, attuò un piano di decentramento dei poteri dell'arciprete di Monza mediante la costituzione di nuove parrocchie: fino all'anno sopraddetto nelle città e nelle campagne immediatamente fuori Monza vi era solo la parrocchia di San Giovanni ad officiare il sacramento del Battesimo. La prima chiesa che l'arcivescovo trasformò in parrocchia fu quella di [[Chiesa_di_San_Bartolomeo_(Brugherio)|San Bartolomeo]], il 15 giugno 1578, quando venne a Brugherio, dopo aver visitato Monza. Dalla relazione di una visita del cardinale [[Federico Borromeo]] alla chiesa di San Bartolomeo, si evince che nella parrocchia di San Bartolomeo venne inclusa anche Moncucco, che a quel tempo aveva cinquantasette abitanti. La popolazione, che nella seconda metà del XVI secolo era cresciuta nonostante la [[peste]] del 1576-77, negli anni '30 del XVII secolo subì un notevole arresto dovuto proprio al ritorno della peste nel 1629-30. Nel 1648 il feudo di Monza fu messo in vendita da Antonio e Girolamo [[de Leyva]] (i de Leyva detenevano il feudo di Monza almeno dal 1541, quando era conte Luigi de Leyva) a Giambattista [[Durini]] e ai suoi fratelli. I Durini tennero il feudo di Monza fino al 1781, quando rinunciarono alla giurisdizione perché troppo onerosa<ref name= tribuzio/>.
Il territorio era inoltre rinomato per la produzione di vino e, dalla metà del [[XVIII secolo]], si diffuse la [[Morus (botanica)|gelsicoltura]].
I gelsi, che venivano piantati ai margini dei campi in modo da non sacrificare le altre coltivazioni, servivano ad alimentare i bachi da seta, che venivano dati dal padrone ai [[mezzadria|mezzadri]] insieme ai terreni da lavorare. All'allevamento dei bachi si dedicavano per lo più le donne e i bambini. L'esplodere della [[bachicoltura]] fece sorgere sul territorio numerose [[filanda|filande]]: le prime a [[Cassina Baraggia|Baraggia]] e a [[Moncucco di Monza|Moncucco]].<ref name=documenti>{{cita libro | Luciana | Tribuzio Zotti | Brugherio nei documenti | stampa 1986 | Musicografica Lombarda | Brugherio}}</ref>
 
La crisi provocata dalla [[guerra dei Trent'anni]], dalla peste e dalle invasioni dei soldati e la forte tassazione peggiorarono le condizioni delle popolazioni di Moncucco e della zona di Brugherio, portando le proprietà a frazionarsi sempre più, come testimoniato dai rilevamenti ordinati per il nuovo catasto da [[Carlo VI d'Austria]], che dal 1721 possedeva i territori spagnoli in Italia. Una mappa disegnata nel 1721 per il catasto carolino mostra le dimensioni di Moncucco con Bettolino Freddo, Cassina Pobbia, [[Cascine_di_Brugherio#Dorderio|Dorderio]], [[Cascine_di_Brugherio#Guzzina|Cassina Guzzina]], [[Cascine_di_Brugherio#San_Cristoforo|San Cristoforo]] e [[Cascine_di_Brugherio#Moia|Moglia]] (considerati tutti Corte di Monza, ma comuni distinti e separati, uniti semplicemente perché fu fatta una sola misurazione), e tutte le coltivazioni in esso presenti<ref>{{cita web|url=http://archiviomilano.cineca.it/Divenire/ua.htm?idUa=10663561|titolo=Archivio di Stato di Milano. Moncucco. Comune censuario|accesso=22 settembre 2015}} </ref>. Con [[Maria_Teresa_d'Austria|Maria Teresa]], figlia di Carlo VI, fu istituita una nuova Giunta del Censimento non solo per portare a termine il censimento paterno, ma anche per attuare riforme fiscali e amministrative: tra queste ultime ci è nota la riforma dell'organo decisionale di Moncucco, il Convocato degli estimati, che si riuniva due volte l'anno per approvare il bilancio preventivo e consuntivo della comunità, controllava la ripartizione delle imposte, decideva sulle spese ed inoltre eleggeva la Deputazione, formata da tre rappresentanti dei maggiori estimati più due persone (una pagante tasse personali, l'altra un mercante o un artigiano). Il Convocato era costituito da soli proprietari terrieri, tra i quali i maggiori estimati, essendo tre, detenevano il potere decisionale: invece prima del 1755, anno della riforma, l'assemblea generale era costituita anche da capifamiglia non possidenti<ref name= tribuzio/>.
== Le cascine ==
 
Nel 1769 la Giunta del Censimento stabilì l'aggregazione di tanti piccoli comuni sotto Moncucco, nonostante il parere contrario di questi: San Cristoforo, Moglia, Dorderio, Guzzina, Pobbia, Malnido (prima sotto Monza) e Bettolino Freddo finirono così raggruppati sotto Moncucco. A metà del XVIII secolo la popolazione di tutti questi piccoli comuni era di 236 persone, di cui ben 117 solo a Moncucco. L'esiguo numero è dovuto al carattere agricolo della zona, che aveva pochi abitanti ed isolati: l'agricoltura infatti restò sempre l'attività principale di Moncucco, che non possedeva né mulini né attività di mercanti. Si ha notizia di un'infrazione, da parte di Moncucco, dell'antica legge del 1470 di [[Galeazzo Sforza]] che stabiliva il numero massimo di gelsi per ogni cento pertiche: evidentemente la [[bachicoltura]] e la produzione della seta erano ancora fiorenti durante il governo austriaco<ref name= tribuzio/>.
=== Bindellera ===
{{Citazione|Cassina nuova o del bindellaro, perché appartenente al signor Viganone venditore di nastri, di Monza. Iniziata nel 1761. Ha camerone inferiore che serve alla tinara, un torchietto a stanghe per il vino, due altre stanze terrene cò suoi superiori, stalla, cassina, pozzo. Pertiche 200. - Cronaca parrocchiale di don Paolo Antonio De Petri, [[1794]]<ref name=gente/>}}
 
====Curiosità====
La cascina si trova a [[Brugherio]] tra viale Lombardia e [[Autostrada A4 (Italia)|l'autostrada A4]] ed è tuttora adibita ad attività agricole, ma in cattivo stato di conservazione.<ref>{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01281/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Bindelera|accesso = 14 aprile 2015}}</ref>
{{Per approfondire|Paolo Andreani#Il volo del 13 marzo e la reazione degli spettatori}}
Dal parco di [[Villa Sormani]] a Moncucco il 13 Marzo 1784 il conte [[Paolo Andreani]] compì la famosa ascensione in mongolfiera, prima esperienza di volo umano in Italia<ref name=tribuzio/>.
 
===Il CaseccaXIX secolo===
Con la dominazione francese (1796-1814) sparirono le pievi e il territorio venne organizzato in dipartimenti, distretti e cantoni: Monza fu inserita nel Dipartimento di Olona. Il 13 gennaio 1812 Moncucco venne aggregato a Monza insieme a Brugherio e San Damiano. Con la Restaurazione ci furono altri cambiamenti, e il territorio venne riorganizzato in province e distretti: Monza faceva parte della Provincia di Milano. Nell'Ottocento Moncucco restò un comune prevalentemente agricolo, nel quale però tra il 1751 e il 1856 si diffuse enormemente la già praticata coltura del gelso. La filanda di Moncucco si trovava sul lato sinistro di [[Villa Sormani]] e consisteva in un portico<ref name= tribuzio/>.
''Cà secca'', come veniva anticamente chiamata a sottolineare la natura arida dei terreni circostanti, è situata nella zona nord-occidentale di [[Brugherio]], lambita dalla roggia Manganella.
 
Tra il 1855 e il 1873 i comuni già censiti vennero nuovamente misurati e rilevati con la produzione di nuove mappe<ref>{{cita web|url=http://archiviomilano.cineca.it/Divenire/ua.htm?idUa=10655663|titolo=Archivio di Stato di Milano. Moncucco di Monza ed Uniti. Comune censuario|accesso=22 settembre 2015}}</ref>: le operazioni di censimento si svolsero tra la fine della dominazione austriaca e la formazione dell'Italia come stato unitario. La Lombardia già nel 1859, con l'[[armistizio di Villafranca]], venne ceduta dall'Austria al [[Regno di Sardegna]], dopo la [[Seconda_guerra_d'indipendenza_italiana|seconda guerra d'indipendenza]]<ref name= tribuzio/>.
È stata proprietà dei frati della Passione di Milano (che vi hanno costruito una chiesetta intitolata a Santa Maddalena) fino alla fine del [[XVIII secolo|1700]], poi è passata ai Pecchio Ghiringhelli. In tempi recenti ha ospitato la sede del centro sportivo "La mongolfiera" della GIVIDI<ref name=mancini/>, ma nel 2013 risultava ormai chiusa.<ref>{{cita libro | | | Piano di governo del territorio. B04: Repertorio dei beni storici e ambientali | 2013 | Comune di Brugherio | Brugherio}}</ref>
 
====Da Comune a frazione====
Ecco come veniva descritta nelle cronache redatte alla fine del [[XVIII secolo]] dal parroco Paolo Antonio De Petri:<ref name=gente/>
I motivi che portarono all'unificazione del territorio dell'attuale Brugherio erano di ordine amministrativo e finanziario: era necessario superare i particolarismi, le diversità fiscali e il frazionamento territoriale. Moncucco, che era il comune più frazionato, nel 1856 venne descritto per il Censimento dei Fabbricati come formato da tanti piccoli gruppi di cascine, con diversi centri ma senza un paese vero e proprio<ref name=tribuzio/>.
{{Citazione|Al crocicchio di Torrazza, Casasecia, con Crocifisso di Bronzo sopra croce di ferro. Un retto e ameno stradone da questo punto conduce alla strada provinciale di Vimercate, all'angolo formato dalle case di Moncucco. L'oratorio è dedicato a S. Maddalena. Vi è il torchio per il vino. Le 200 pertiche di prati verdeggianti sono bagnate dalla roggia Manganella. Abitano 46 persone. Abbondante è la raccolta di gallette, scuola del vicinato.}}
 
Inizialmente con il Decreto Regio firmato da [[Vittorio Emanuele II]] dell'8 dicembre 1866 si costituì il Comune di Brugherio ed Uniti, comprendente parte di territorio appartenente a Monza, tutto il centro, Baraggia e Sant'Ambrogio<ref name=mancini/>.
Era conosciuta per la fabbricazione degli [[Zoccolo (calzatura)|zoccoli]], che venivano venduti a [[Monza]], comune di cui ha fatto parte fino al [[1866]], quando è stata annessa a [[Brugherio]].<ref name=mancini/>
 
Successivamente, con l'Editto del 30 marzo 1871 della Giunta del Censimento, esso inglobò anche Moncucco (senza Malnido) e San Damiano, autonome fino a quel momento. Nello stesso anno con il Decreto 30 marzo N°84912 venne tolta dal comune di Sant'Alessandro e unita a Moncucco la località di [[Cascine_di_Brugherio#Occhiate|Occhiate]]; Malnido e Bettolino Freddo invece passarono al comune di [[Cologno Monzese]]<ref name= tribuzio/>.
Della struttura architettonica originaria resta solo l'ala del portico affacciato su via Casecca, che, sebbene molto ristrutturato, conserva gli elementi caratteristici delle cascine lombarde.<ref name=mongolfiera/>
 
===Il XX secolo: l'industrializzazione===
=== Dorderio ===
Per tutta la fine dell'Ottocento e per i primi decenni del Novecento, Brugherio (e con esso la frazione di Moncucco) rimase legata all'agricoltura, mentre a Milano l'industrializzazione avanzò velocemente. Inizialmente i proprietari terrieri che amministravano il Comune vietarono ai loro dipendenti di lavorare nelle nascenti fabbriche di [[Milano]], Sesto San Giovanni e [[Monza]]; ma dopo il 1909, grazie alle prime lotte socialiste e agli scioperi, i capifamiglia poterono decidere quanti dipendenti mandare in fabbrica, sottraendoli così al lavoro nei campi. La fondazione della [[Villaggio_Falck|Falck]] proprio in questi anni aprì il secolo del progresso industriale nel nordest milanese, offrendo lavoro a molti brugheresi. Con la [[Prima Guerra Mondiale]] aumentarono le filande, che al termine della guerra furono trasformate in lanifici. Negli anni Venti Ermenegildo Magnaghi, un operaio con il talento per la meccanica ed un buon fiuto per gli affari, iniziò a lavorare in proprio, realizzando dispositivi per applicazione aeronautica funzionanti secondo le leggi dell'[[oleodinamica]] (fino ad allora poco applicata) e portando così grandi vantaggi nei comandi dei velivoli. Durante la guerra presentò 44 brevetti, per i quali ricevette la laurea ''honoris causa'' al [[Politecnico di Milano]]. La ditta ''Magnaghi Ermenegildo & C.'' di Milano ebbe, con più di 2000 dipendenti, il primato italiano sull'oleodinamica<ref name=mancini/>.
Dorderio era un località autonoma che fu annessa al comune di [[Moncucco di Monza|Moncucco]] nella seconda metà del [[XVIII secolo|Settecento]]. A quel tempo apparteneva ai marchesi Carpani, che vi possedevano, oltre alla cascina, un "aratorio ad uso di fornace" e i terreni circostanti.<ref name=luoghi/>
 
Quando cominciarono i bombardamenti su Milano, tra il 1942 e il 1943, per evitare la distruzione dello stabilimento parte di questo venne spostato a Brugherio, dopo l'acquisto da parte dei signori Stanzani di alcuni terreni e immobili della [[Villa Sormani]], nella frazione di Moncucco. Nacque così lo stabilimento brugherese, che durante tutto il periodo bellico produsse dispositivi aeronautici. Con l'avvento delle macchine a controllo numerico verso la metà degli anni Sessanta, la Magnaghi Brugherio andò in crisi, mentre a Milano il settore ricominciò a fiorire. Nel 1985 i due stabilimenti si fusero in una sola Direzione, spostando a Brugherio le fabbricazioni delle componenti dei dispositivi. La Magnaghi Milano attualmente esporta i suoi prodotti in tutto il mondo ed è la prima società italiana costruttrice di impianti oleodinamici<ref name=mancini/>.
{{Citazione|De' Conti Carpani antichi. Detta anche cassina de cavalloni perché ai lati della porta sono dipinti in figura gigantesca due cavaglieri cò loro fantaccini o scudieri. Su pertiche 670 abitano 50 persone. - Paolo Antonio De Petri, Cronache parrocchiali, [[1794]]<ref name=gente/>}}
 
==Luoghi d'interesse==
Nel [[XIX secolo|1800]] la proprietà passò ai Butti, che fecero costruire accanto alla cascina una [[Villa Cambiaghi Butti|"casa di villeggiatura"]], che ancora oggi conserva sulla facciata pregevoli [[fregio|fregi]] [[affresco|affrescati]], pur essendo molto deturpata all'interno.<ref name=mongolfiera/>
===Villa Sormani===
[[File:16BrugherioVillaSormani.JPG|thumb|271x271px|Villa Sormani-Andreani]]
{{Per approfondire|Villa Sormani}}
Edificata nel Settecento sopra un'antico castello, è l'esempio perfetto di "villa di delizia", residenza di campagna che si diffuse a nord-est di Milano nei primi decenni del Settecento. Esempio di barocchetto lombardo, la villa di proprietà del marchese Silva passò nel 1733 al nobile spagnolo Don Carlo Bolagnos, a cui nel 1779 subentrarono gli Andreani. Nel 1817 la villa divenne proprietà della famiglia Sormani; nel 1913 dei Verri ed infine degli Stanzani, che negli anni Ottanta vendettero parte della villa a privati<ref name=luoghi>{{cita libro | | | Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia | 2009 | Litostampa | Brugherio}}</ref>.
 
===Chiesa Guzzinadi S.Lucio===
{{Per approfondire|Chiesa di San Lucio}}
La cascina Guzzina, inglobata nell'abitato della zona meridionale di [[Brugherio]], di fronte al quartiere Edilnord e al confine con [[Cologno Monzese]], anticamente sorgeva isolata nelle campagne del comune di [[Moncucco di Monza|Moncucco]].<ref name=mancini/>
La chiesa nacque nel Cinquecento come cappella dedicata a [[Antonio_di_Padova|Sant'Antonio di Padova]], annessa al convento di S.Francesco a [[Lugano]]. All'inizio dell'Ottocento, quando i provvedimenti napoleonici colpirono le istituzioni religiose, i padri del convento inserirono la loro sede negli edifici da sopprimere. Nel 1812 infatti se ne decise l'alienazione, e nel 1815 il complesso venne messo all'asta. L'architetto e insegnante all'[[Accademia di Brera]] [[Giocondo Albertolli]], fratello dell'acquirente del terreno Natale Albertolli, volle salvare almeno la chiesetta di Sant'Antonio, da lui attribuita al [[Bramante]]. Grazie al conte Gianmario Andreani che comprò la chiesetta, fu possibile smontare completamente l'edificio e trasportarne le parti da Lugano fino al parco di [[Villa_Sormani|Villa Sormani-Andreani]], dove fu riedificata nel 1832 e dove ricevette la nuova dedicazione a [[Papa_Lucio_I|S.Lucio]], in memoria di un antico oratorio preesistente dedicato al Santo Papa martire<ref name=luoghi/>.
 
Il suo nome deriva da ''gussetta'', riferito ai [[Bozzolo|bozzoli]] non riusciti, testimonianza della vasta diffusione della [[bachicoltura]] in questi luoghi. Oltre che per l'allevamento dei bachi da seta, la cascina era conosciuta sin dal [[XVIII secolo|Settecento]] anche per la produzione di vino.<ref name=mongolfiera>{{cita libro | | | Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225. anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo | 2009 | Comune di Brugherio | Brugherio}}</ref>
 
La Guzzina è un complesso di edifici che comprende, entro una cinta di mura intonacate di giallo intenso, alcune corti agricole, una villa di proprietà dei conti Venino, e una [[Chiesa di Santa Maria degli Angeli (Brugherio)|cappella privata]] dedicata prima a [[Sant'Andrea]], poi a [[Santa Maria degli Angeli]] e infine ai [[Re Magi]]. Sia la villa che la chiesa risalgono al [[XVI secolo|1500]].<ref name=luoghi/><ref name=mongolfiera/>
 
In una cronaca parrocchiale della fine del [[XVIII secolo]], redatta da don Paolo Antonio De Petri, la ''Guscina'' veniva descritta così<ref name=gente>{{cita libro | | | Brugherio: la nostra gente | 1992 | Movimento Terza Età | Brugherio}}</ref>:
{{Citazione|Appartenuta alla famiglia Alfieri e poi ai De Capitanei di Vimercate. Su mille pertiche vivono 103 persone. Li fondi della cassina sono li meglio coltivati, fertili di vino perché don Giuseppe Vimercati passa per lo più esperto agricoltore del vicinato.}}
 
=== Increa ===
{{Vedi anche|Cascina Increa}}
La cascina ''in Cré'' (Increa) è molto antica: risale almeno al [[XII secolo]]<ref name="documenti"/> e la troviamo citata tra quelle che dovevano entrare a far parte della [[Chiesa di San Bartolomeo (Brugherio)|parrocchia di San Bartolomeo]] nel [[1578]].
 
Ha sempre fatto parte della [[pieve di Gorgonzola]], nel comune di [[Cernusco sul Naviglio|Cernusco Asinario]], come si può vedere anche dalle mappe del [[catasto teresiano]] del [[1721]]. Nel [[1871]] è stata aggregata al comune di [[Brugherio]], che si era costituito nel [[1866]].<ref name=documenti/>
 
Fino a quell'anno è stata proprietà del conte Carlo Litta, poi del conte Zumenzu. È passata quindi agli Ottolini e ai Tizzoni, infine ai Robbiani, da cui l'hanno acquistata gli attuali abitanti.<ref name=luoghi/><ref name=mancini/>
 
Il nome deriva da ''crea'', ''creta'', che potrebbe riferirsi alla natura dei terreni circostanti, o alla presenza nella zona di un'antica fornace per mattoni.<ref name=mongolfiera/>
 
Il complesso, raro esempio superstite di edilizia rurale del [[Rinascimento]], comprende anche la [[villa Tizzoni Ottolini]] e la piccola chiesa della [[Madonna del Rosario|Beata Vergine del Rosario]]. Sorge nella campagna tra [[Brugherio]] e [[Cernusco sul Naviglio]], accanto alla [[Autostrada A51|tangenziale Est di Milano]] e al [[Parco Increa|parco della cava Increa]].
 
La pianta è ad U chiusa, con la struttura principale formata da un portico a cinque colonne sormontato da un balconcino in ferro battuto. A sinistra dell'ingresso si trova il piccolo oratorio del [[1691]], conosciuto come [[Chiesa di Santa Maria Immacolata (Brugherio)|chiesa di Santa Maria Immacolata]], mentre sul retro rimangono le tracce di un grande [[giardino all'inglese]] ormai scomparso.<ref name=mancini/>
 
I rustici e i fienili sono stati restaurati dal comune di [[Brugherio]], che li ha trasformati in case popolari. La ristrutturazione è stata condotta rispettando l'architettura originale della cascina, tutelata dalla [[Soprintendenze#Lombardia|Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici]].<ref name=mongolfiera/>
 
=== Modesta o Del Bosco ===
Cascina Modesta è situata al confine orientale di [[Brugherio]], non lontano da [[cascina Sant'Ambrogio]].
 
Risale al [[XIX secolo]] e il suo nome deriverebbe da quello della prima proprietaria, Brenna Modesta vedova Vismara<ref name=luoghi/>, anche se secondo alcuni l'aggettivo andrebbe invece riferito alla sobrietà architettonica della struttura rurale, oppure all'indole virtuosa dei suoi abitanti.<ref name=sitocomune/>
 
È chiamata anche ''del bosco'' perché situata ai margini dell'unica grande zona boscosa di [[Brugherio]], conosciuta come "il Boscone" e nota anticamente per l'abbondanza di selvaggina.<ref name=mongolfiera/>
 
È l'unica cascina brugherese ancora completamente agricola e i cui terreni sono tutti coltivati.<ref name=mancini/>
 
=== Moia ===
Nel [[XVII secolo|Settecento]] ''Cassina della Moglia'' era compresa nel [[feudo]] dei [[Durini]] di [[Monza]]. La proprietà passò quindi ai conti [[Paolo Andreani|Andreani-Sormani]], nel comune di [[Moncucco di Monza|Moncucco]]. Dal [[1866]] fa parte del territorio di [[Brugherio]].
 
Si trova nella zona nord, al confine con [[Monza]]. Sembra che il suo nome derivi da quello di una famiglia di [[speziale|speziali]], che vi avevano abitato fin dal [[XVI secolo]].<ref name=mongolfiera/>
 
Così ne scrive il parroco don Paolo Antonio De Petri alla fine del [[XVIII secolo]]:<ref name=gente/>
{{Citazione|Gli speziali Moja la possedevano, passata poi ai Durini. Al centro il pozzo. Contiene 5 famiglie, cioè un massaro, due pigionanti, un falegname e il camparo dell'acqua. Tra grandi e piccoli, teste 43, su 400 pertiche irrigate dalla roggia Manganella sorta dal Lambro.}}
 
Le cronache storiche dei primi anni del [[XX secolo|Novecento]] documentano a cascina Moia la presenza di una fornace che rendeva i terreni particolarmente argillosi.
 
Benché in cattive condizioni, conserva la classica fisionomia della cascina lombarda, con il pozzo al centro della corte delimitata da rustici e fienili.<ref name=mongolfiera/>
 
=== Occhiate ===
{{Citazione|Con antichissimo mulino. Occhiate detto anche Oclave e Octavo, come da menzione nel 853. In questo luogo era stato eretto uno spedale dei poveri e dei pellegrini sotto l'amministrazione del monastero di S. Ambrogio e del monastero Maggiore di Milano. Occhiate è pure menzionato nel testamento dell'arcivescovo Ariberto d'Antiniano nel 1045, che lascia la corte alla chiesa di S. Giovanni di Monza. La cassina è aperta. Vi abita oltre al mulinaro un massaro e un pigionante, in tutto 29 persone.<ref name=gente/>}}
Così il parroco di [[Brugherio]], Paolo Antonio De Petri, descrive Occhiate nel [[1794]].
 
Dopo [[Cascina Sant'Ambrogio|Sant'Ambrogio]], ''Oclanum'' è la cascina più antica di [[Brugherio]]. Sorgeva nella località denominata ''Octavum'', perché si trovava all'ottavo [[Miglio (unità di misura)|miglio]] della strada che da [[Milano]] conduceva a [[Monza]]. Ora quel territorio è situato nella zona nord-ovest di [[Brugherio]], quasi al confine con [[Cologno Monzese]].
 
Come si legge nella cronaca parrocchiale del De Petri, la cascina fu data in gestione ai contadini dai [[basilica di Sant'Ambrogio (Milano)|monaci di Sant'Ambrogio]], per farne un luogo di ospitalità per i poveri e i pellegrini. Gli stessi monaci, con i frutti derivanti dall'affitto e dalla lavorazione delle terre di Occhiate, distribuivano ogni anno ai poveri cinquanta [[moggia]] di grano e dieci anfore di vino.
 
Successivamente la proprietà passo alla chiesa di [[Monza]]. Nel [[1862]] entrò a far parte del comune di [[Moncucco di Monza|Moncucco]] e nel [[1866]] di quello di [[Brugherio]].<ref name=mongolfiera/>
 
La cascina è vicina alle rive del [[Lambro]] e possiede un antico "molino da grano ad acqua", con due ruote (una in legno e una in metallo) azionato dalla roggia Molinara (o Mornera).<ref name=luoghi/><ref name=mancini/><ref name=mongolfiera/>
La struttura originaria era formata da pilastri, muratura in mattoni pieni e travi di legno. Negli anni l'edificio è stato ampliato fino a raggiungere la conformazione attuale. Il mulino è ancora in buono stato e funzionante. Viene utilizzato per illustrane l'attività a scopo didattico.<ref name=mongolfiera/>
 
=== Pareana ===
La cascina Pareana si trova quasi al confine con [[Carugate]], nel territorio che faceva parte di [[Cassina Baraggia]]. È appartenuta prima ai conti Durini, poi ai marchesi Brivio (proprietari anche della non lontana [[Villa Brivio|villa]]), che la possiedono tuttora.
 
Il nome deriva da quello di un uccello che si cacciava nella zona. È stata costruita nel [[1730]].<ref name=luoghi/>
 
Benché frazionata tra diversi affittuari, la struttura architettonica originale è abbastanza ben preservata, con il pozzo e il forno a legna che si presentano nella loro antica forma.<ref name=mongolfiera/>
 
Il parroco di [[Brugherio]], Paolo Antonio De Petri, in una sua cronaca della fine del [[XVIII secolo]], descrive la cascina ''Pariana, o Cassina nuova'' in questi termini:<ref name=gente/>
{{Citazione|dei conti Durini, è di pertiche 400. Sulla casa è dipinta una immagine di Gesù Bambino adorato dai Magi. E' abitata da una famiglia di massaro di 28 persone. E' rinomata per l'abbondante vino che produce.}}
 
=== San Cristoforo ===
Prende il nome da una chiesetta dedicata a [[San Cristoforo]] che sorgeva lì accanto nel [[IX secolo]], quando il territorio faceva parte della località chiamata ''Ottavo'', perché si trovava all'ottavo [[Miglio (unità di misura)|miglio]] della strada che da [[Milano]] conduceva a [[Monza]]. La chiesa era elencata tra i beni di proprietà del [[Duomo di Monza]] ed era stata edificata "per ricordare i viandanti di allora e di oggi".<ref name=mongolfiera/> Fu demolita nel dicembre del 1995.<ref name=mancini/>
 
La cascina, che è situata nella zona a nord-ovest di [[Brugherio]], risale almeno al [[XVI secolo|'500]] e nel [[1751]] fu censita dal [[catasto teresiano]] come "una casa da massaro detta San Cristoforo", che era stata di proprietà prima dei conti [[Serbelloni (famiglia)|Serbelloni]], poi dei conti Alari di Milano.<ref name=luoghi/>
 
{{Citazione|Nel 1790, con la Torrazza, fu acquistata dal conte Gioan- Mario Andreani, decurione della città di Milano e ciambellano. Li fondi, di cinquecento pertiche, sono forti ed ottimi, in parte irrigati dai coli della Bocca Lupa, dopo che le acque hanno servito ai prati della Cassinazza spettante ai regi Cappellani di S. Giovanni di Monza. La cascina è abitata dal più grosso massaro della parrocchia di Brugherio la cui famiglia è composta da 42 persone. In questa cascina c'è un Oratorio di S. Cristoforo (nominato nella bolla di Alessandro III, del 1169, tra le chiese e le cappelle dipendenti da S. Giovanni di Monza). Sopra la porta è dipinto un Crocefisso con la Vergine Maria e S. Giovanni, opera probabilmente di uno dei Luini. - don Paolo Antonio De Petri, Cronache parrocchiali, fine del [[XVIII secolo]]<ref name=gente/>}}
 
=== Sant'Ambrogio ===
{{Vedi anche|Cascina Sant'Ambrogio}}
La cascina Sant'Ambrogio è la più antica di [[Brugherio]]. È annessa alla [[Chiesa di Sant'Ambrogio (Brugherio)|chiesa omonima]], con la quale ha condiviso i vari passaggi di proprietà. Si trova in via Dei Mille, che anticamente era in aperta campagna nel comune di [[Cassina Baraggia]], ma situata sull'[[Itinerarium burdigalense]].<ref name=mancini/><ref>{{cita libro | autore=Luigi Ghezzi | autore2=Raffaele Bagnoli | titolo=La cascina Sant'Ambrogio di Brugherio | editore=Tipografia delle Missioni | città=Milano }}</ref>
 
Voluta dal [[Sant'Ambrogio|vescovo di Milano]] come residenza estiva, alla sua morte fu ceduta al [[basilica di Sant'Ambrogio (Milano)|monastero di Sant'Ambrogio]] con usufrutto alla sorella [[Santa Marcellina|Marcellina]], che vi si ritirò a vita claustrale.
 
Villa, monastero, poi dimora signorile e infine casa colonica, cascina Sant'Ambrogio fu ristrutturata (insieme all'oratorio annesso) nel [[1953]], per volere della famiglia Cavajoni, che acquistò il complesso dopo la soppressione [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]] degli ordini religiosi.
 
L'ultima ristrutturazione è stata effettuata nel [[1995]] da parte di una società appositamente costituita da quattro imprenditori locali, che ha adibito gli edifici ad appartamenti preservando e recuperando il più possibile gli elementi architettonici originari.<ref name=mancini/>
 
=== Torazza ===
Prima della costituzione del comune di [[Brugherio]], nel [[1866]], la località ''Torrazza'' apparteneva a [[Monza]].
 
Fin dal [[XVI secolo]] la cascina si trovava isolata in mezzo alle campagne di proprietà di alcune [[Nobiltà milanese|nobili famiglie milanesi]] (prima i Marino, poi gli Alari, infine gli [[Paolo Andreani|Andreani-Sormani]]) ed era abitata esclusivamente da "massari" e braccianti che ne coltivavano i terreni.<ref name=mongolfiera/>
{{Citazione|Torrazza (ampliata nel 1790) è il più bello e grandioso cassinaggio del vicinato. Sul muro una divota Vergine Immacolata. Abitano 4 massari, 3 pigionanti: in tutto 64 persone.}}
Così scrive don Paolo Antonio De Petri in una cronaca parrocchiale della fine del [[XVIII secolo|secolo]].
 
Con l'andare del tempo il territorio si è urbanizzato e la zona è stata trasformata in quartiere residenziale, mutando la fisionomia della cascina. Nel [[1963]] sono state costruite alcune caratteristiche villette a schiera, mentre stalle e fienili sono stati adibiti ad autorimesse.<ref name=mancini/>
 
== Note ==
<{{references/>}}
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro | autore=Luigi GhezziLuciana | autore2=RaffaeleTribuzio BagnoliZotti | titolo=LaBrugherio cascinanei Sant'Ambrogiodocumenti di| Brugherio1986 | editore=TipografiaMusicografica delle missioniLombarda | città=Milano Brugherio}}
*{{cita libro | Luciananome=Manuela | Tribuzio Zotticognome= Mancini| titolo=Brugherio: neipresente documentie passato | stampa 1986anno= 1996| Musicografica Lombardaeditore= Swan| Brugheriocittà=Milano }}
*{{cita libro | Luciana | Tribuzio Zotti | Brugherio: luoghi2000 memorabilianni |di 1987storia | Parole1966 | Nuove | Brugherio}}
*{{cita libro | | | Brugherio: lai nostrasuoi genteluoghi, |la 1992sua storia | Movimento2009 Terza| EtàLitostampa | Brugherio}}
*{{cita libro | Manuela | Mancini | Brugherio: presente e passato | 1996 | Swan | Milano}}
*{{cita libro | | | Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia: 225. anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo | 2009 | Comune di Brugherio | Brugherio}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|url=http://archiviomilano.cineca.it/Divenire/ua.htm?idUa=10663551&numPage=1|titolo=Archivio di Stato di Milano. Cassina Baraggia. Comune censuario|accesso=15 aprile 2015}}
*{{cita web|url=http://archiviomilano.cineca.it/Divenire/ua.htm?idUa=10662117&numPage=2|titolo=Archivio di Stato di Milano. Cernusco. Comune censuario|accesso=14 aprile 2015}}
*{{cita web|url=http://archiviomilano.cineca.it/Divenire/ua.htm?idUa=10663561&numPage=1|titolo=Archivio di Stato di Milano. Moncucco. Comune censuario|accesso=15 aprile 2015}}
*{{cita web|url=http://archiviomilano.cineca.it/Divenire/ua.htm?idUa=10663664&numPage=1|titolo=Archivio di Stato di Milano. Monza. Comune censuario|accesso=15 aprile 2015}}
*{{cita web|url=http://archiviomilano.cineca.it/Divenire/ua.htm?idUa=10663581&numPage=1|titolo=Archivio di Stato di Milano. San Damiano. Comune censuario|accesso=15 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.comune.brugherio.mb.it/territorio/la-citt/le-cascine-brugheresi/|titolo = Comune di Brugherio. La città. Cascine brugheresi|accesso = 10 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01281/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Bindelera|accesso = 14 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01276/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cà Secca|accesso = 14 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01280/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Cattoni|accesso = 14 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01279/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Comolli|accesso = 14 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01260/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Dorderio|accesso = 14 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01259/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Guzzina|accesso = 11 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01261/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Increa|accesso = 11 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01278/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Modesta|accesso = 11 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01275/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Moia|accesso = 14 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01272/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Occhiate|accesso = 14 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01277/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Pareana|accesso = 14 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01274/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina San Cristoforo|accesso = 14 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01282/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina San Paolo|accesso = 14 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01262/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Sant'Ambrogio|accesso = 11 aprile 2015}}
*{{cita web|url = http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01273/|titolo = Lombardia Beni Culturali. Architetture. Cascina Torazza|accesso = 14 aprile 2015}}
 
== Voci correlate ==
*[[Brugherio]]
*[[San_Damiano_(Brugherio)|San Damiano]]
*[[Cassina Baraggia]]
*[[Villa Sormani]]
*[[San Damiano (Brugherio)|San Damiano]]
*[[Chiesa_di_San_Lucio|Chiesa di San Lucio]]
*[[Moncucco di Monza|Moncucco]]
*[[Chiesa_di_San_Bartolomeo_(Brugherio)|Chiesa di San Bartolomeo]]
*[[Villa Cambiaghi Butti]]
*[[San Carlo Borromeo]]
*[[Chiesa di Santa Maria degli Angeli (Brugherio)|Chiesa di Santa Maria degli Angeli]]
*[[CascinaPaolo IncreaAndreani]]
 
*[[Villa Tizzoni Ottolini]]
== Altri progetti ==
*[[Chiesa di Santa Maria Immacolata (Brugherio)|Chiesa di Santa Maria Immacolata]]
{{Interprogetto|commons=category:Moncucco (Brugherio)}}
*[[Parco Increa]]
 
*[[Cascina Sant'Ambrogio]]
== Collegamenti esterni==
*{{cita web|url=http://archiviomilano.cineca.it/Divenire/ua.htm?idUa=10663561|titolo=Archivio di Stato di Milano. Moncucco. Comune censuario. |accesso=22 settembre 2015}}
*{{cita web|url=http://archiviomilano.cineca.it/Divenire/ua.htm?idUa=10655663|titolo=Archivio di Stato di Milano. Moncucco di Monza ed Uniti. Comune censuario.|accesso=22 settembre 2015}}