Pena di morte: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: apostrofi sbagliati |
m Bot: rimuovo template {{categorie qualità}} obsoleto (v. discussione) |
||
Riga 133:
* viola il [[diritto alla vita]] riconosciuto dalla [[Dichiarazione universale dei diritti umani]] e altri trattati regionali e internazionali (quali la [[Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali|Convenzione europei sui diritti dell'uomo]]). Anche l'[[Assemblea generale delle Nazioni Unite]] nel 2007 e nel 2008 ha adottato una risoluzione non vincolante che chiede, fra l'altro, una moratoria sulle esecuzioni, in vista della completa abolizione della pena di morte.
* è una punizione crudele e disumana. La sofferenza fisica causata dall'azione di uccidere un essere umano non può essere quantificata, né può esserlo la sofferenza mentale causata dalla previsione della morte che verrà. Secondo la [[Dichiarazione universale dei diritti umani]]: "Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamenti o punizioni crudeli, inumane o degradanti".
* non è un [[deterrente]] efficace. Omicidi vengono commessi in momenti in cui la valutazione razionale dell'assassino è spesso modificato da forti emozioni, sostanze psicotrope, o instabilità psicologica, pertanto la previsione della pena di morte non ne modificherebbe in maniera rilevante le scelte. Inoltre, una vera deterrenza consiste nell'aumentare le probabilità che chi commette un reato sia arrestato e condannato, altrimenti un calcolo permetterebbe comunque di decidere razionalmente di commettere un reato grave con premeditazione, pensando di non essere preso o valutando maggiormente la ricompensa rispetto alla pena eventuale.
* è un [[omicidio]] premeditato da parte di uno Stato, che non potrà essere punito come prevede la legge dello Stato stesso. La pena di morte è sintomo di una cultura di violenza, e lo stato che la esegue dimostra la stessa prontezza nell'uso della violenza fisica. Secondo alcuni studi, il tasso di omicidi è maggiore negli stati dove è presente la pena di morte, ed aumenta rapidamente dopo ogni esecuzione. Come sostiene [[Cesare Beccaria]] «La pena di morte, rendendo meno sacro e intoccabile il valore della vita, incoraggerebbe, più che inibire, gli istinti omicidi». Già secondo il controverso filosofo francese [[Donatien Alphonse François de Sade|Marchese De Sade]], il diritto dello Stato di uccidere un reo sarebbe ipocrita quando lo Stato stesso punisce con la pena di morte l'omicidio da parte di cittadini. Lo Stato perde quindi la sua autorità morale nel giudicare gli assassini, se egli stesso si comporta ugualmente.
* è sinonimo di [[discriminazione]] e [[repressione]]. La pena di morte è eseguita sproporzionatamente contro le persone e classi più svantaggiate, che non hanno accesso alle risorse necessarie per affrontare in maniera efficace un processo. Inoltre, essa è spesso utilizzata contro [[minorenni]] (al tempo dei fatti), persone soggette a disturbi mentali, o oppositori politici nel caso di regimi [[autoritari]].
* non dà necessariamente conforto ai familiari della vittima. La messa a morte dell'assassino non ridà vita alla vittima né può cancellare la sofferenza dei suoi familiari. La lunghezza del processo ne prolunga anzi la sofferenza. Al momento dell'esecuzione pochissimi possono ricordarsi del condannato e del crimine commesso, ad eccezione delle persone legate alla vittima. Al più essa è simile ad una "[[vendetta]] legalizzata".
* può uccidere un innocente in caso di errore giudiziario. Una difesa legale inadeguata, le false testimonianze e le irregolarità commesse da polizia e accusa sono tra i principali fattori che determinano la condanna a morte di un innocente. In numerosi stati, non sono previste procedure di [[equo processo]] che dìa garanzie all'imputato. Secondo il filosofo illuminista [[Voltaire]], l'omicidio di un innocente, compiuto per legge, è il crimine "più orribile di tutti".<ref>{{cita web|url=http://www.provincia.pistoia.it/liceoscientifico/sec/indice/penadimorte/images/Barbini.pdf|titolo=Illuminismo e pena di morte|autore=|accesso=8 gennaio 2014}}. Vedi anche ''Dizionario filosofico'', s. v. ''Leggi (delle)''.</ref>
* infligge inutile sofferenza ai familiari e amici dei condannati. Costoro, che non hanno nulla a che fare con il reato per il quale è stato condannato, provano lo stesso atroce senso di perdita avvertito dai familiari, dagli amici e dai conoscenti della vittima di un omicidio.
* nega qualsiasi possibilità di [[Pena#Estinzione|riabilitazione]] del condannato. In ciò, la pena di morte respinge l'umanità della persona che ha commesso un crimine. Bisogna piuttosto dare al reo la possibilità di redimersi e di rendersi utile alla comunità cui ha arrecato danno. Al fine di evitare casi di recidiva, vanno eventualmente riviste le procedure per la libertà condizionata ed avviato un serio monitoraggio psicologico durante la detenzione.
* la pena di morte, così come il carcere a vita, nega, secondo alcuni scienziati, i presupposti della [[biologia]] e della [[neurologia]]: le cellule del corpo umano subiscono un totale ricambio in circa sette anni, quindi, a maggior ragione dopo un lungo periodo di prigione, il condannato non è più "fisicamente" lo stesso individuo entrato in carcere; né il [[DNA]] spiega del tutto i comportamenti aggressivi e violenti, che spesso sono frutto del condizionamento e dell'apprendimento<ref>[http://blog.panorama.it/politicamentescorretta/2012/10/14/veronesi-perche-la-scienza-dice-no-allergastolo/ ''Veronesi: "Perché la scienza dice no all'ergastolo"'']</ref>
* non rispetta i valori di tutta l'umanità. Diverse tradizioni, religioni e culture hanno dato vita agli standard internazionali di [[diritti umani]], oggi riconosciuti da tutti gli stati membri delle [[Nazioni Unite]] come standard verso i quali tendere. In ogni zona del mondo e attraversando ogni confine religioso e culturale esistono paesi che hanno abolito la pena di morte per legge o nella pratica. Esistono pene alternative più che pesanti per punire chi ha commesso un grave reato.
* è inutilmente costosa. Secondo uno studio dello Urban istitute su 1.227 omicidi commessi nel [[Maryland]] dal 1978 al 1999, una condanna alla pena di morte costa allo stato circa tre volte una condanna detentiva, in termini di processi, ricorsi, e sorveglianza in carcere<ref>[http://www.corriere.it/esteri/09_febbraio_25/pena_morte_ennio_caretto_5b996e7a-0353-11de-a752-00144f02aabc.shtml Corriere della Sera, 25 febbraio 2009]</ref>
Riga 497 ⟶ 486:
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|diritto|politica|storia}}
[[Categoria:Pena di morte| ]]
|