Micene è un sito archeologico situato a circa 12 km dal mare e a 9 dalla città di Argo. È inserita nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO insieme a Tirinto. Le rovine attualmente visitabili sono dell'età del bronzo, infatti il sito preistorico e protostorico (fondato da popolazioni pre-indeuropee oppure provenienti da Creta ) fu presto occupato da una nuova popolazione, probabilmente proveniente dalla parte nord-orientale dei Balcani o dall'Anatolia, di origine indeuropea e di lingua affine al greco classico, che occupò progressivamente tutta la Grecia continentale e buona parte di quella insulare. Proprio per l'importanza, testimoniata anche a livello mitologico, della città di Micene all'interno di questa nuova civiltà, essa viene definita [[civiltà micenea]], dominando su buona parte della Grecia tra il 2000 e il 1200 a.C. Tra il 1200 e il 1100 a.C. la Grecia fu attraversata da una fortissima crisi, concomitante all'invasione dei popoli del mare (Mediterraneo-Egeo), che provocarono la totale scomparsa della scrittura, la distruzione della maggior parte delle città, inclusa Micene, che subì almeno un importante incendio, e una drastica diminuzione della popolazione e della ricchezza. Appare più che probabile una distruzione violenta e la maggior parte della città di Micene entro la fine del XII secolo a.C., sebbene non esistano prove inconfutabili, e siano ipotizzabili sia attacchi violenti di popolazioni straniere (come i Dori o i Popoli del Mare), sia guerre civili fratricide, come testimoniato in chiave mitologica dal mito di Oreste. Popolazioni di ceppo dorico si stanziarono nelle rovine della città, ricostruendola o meglio costruendo sopra le rovine achee. Micene, a differenza di altri importanti centri micenei (come Atene, Argo, Corinto) non tornò ad essere un centro importante e si mantenne come piccola Polis, anche se fu comunque abitata permanentemente a differenza di centri come Tirinto o il palazzo di Nestore, che scomparvero.