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{{Bio
{{cita libro | curatore = Piero Malvezzi | curatore2 = Giovanni Pirelli |titolo=Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (8 settembre 1943 - 25 aprile 1945) | anno=1952 | editore=Einaudi | città=Torino}}
|Nome = Giacomo
|Cognome = Perlasca
|PostCognomeVirgola = nome di battaglia "Capitano Zenith"
|Sesso = M
|LuogoNascita = Brescia
|GiornoMeseNascita = 19 dicembre
|AnnoNascita = 1919
|LuogoMorte = Brescia
|GiornoMeseMorte = 24 febbraio
|AnnoMorte = 1944
|Epoca = XX
|Attività = militare
|Attività2 = partigiano
|Attività3 = antifascista
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , medaglia d'argento al [[valor militare]]
}}
Perlasca è bresciano ma la famiglia è originaria di Como. Il padre, Francesco (1868-1936) promuovendo opere benefiche, nel 1923 fonda un banco poi assorbito dall’Unione Bancaria Nazionale che nel 1932 è costretta al fallimento per le difficoltà frapposte dal regime fascista e da invidie.
 
==Biografia=
Studente in ingegneria al [[Politecnico di Milano]], arruolato alle armi nel 1941 entra a far parte del corpo degli alpini come sottotenente del 4° Reggimento Artiglieria. L’8 settembre 1943 sfugge a Roma alla cattura e alla deportazione. Dopo l'[[Armistizio di Cassibile]] rientra a Brescia all’attività partigiana come comandante e coordinatore delle formazioni [[Fiamme Verdi]] in [[Valle Sabbia]] e Valtenesi. Promuove la costituzione di nuove formazioni e stabilisce collegamento con la Svizzera per il passaggio di prigionieri alleati. Dirige a Rocca d’Anfo colpi di mano su autocolonne ed attrezzature del nemico.
A causa di una delazione viene arrestato dai tedeschi il 18 gennaio 1944 in via Moretto a Brescia per opera di fascisti, assieme ai partigiani [[Astolfo Lunardi]], [[Tita Secchi]], [[Mario Bettinzoli]] e [[Giuseppe Pelosi]], vice comandante della stessa formazione. Processati il 14 febbraio 1944, dal Tribunale Militare tedesca di Brescia, quale organizzatore di bande armate e per intelligenza col nemico. Vengono fucilati il 24 febbraio 1944, presso la caserma del 30° Artiglieria di Brescia.
[[Teresio Olivelli]], su [[Il Ribelle (giornale)|Il Ribelle]], periodico delle [[Brigate Fiamme Verdi|Fiamme Verdi]], lo ricorda con queste parole:
{{cita|Pensando a Te sentiamo che l'Italia rinasce ... non nei reparti arruolati con la minaccia del piombo o con l'incentivo del denaro, ma sulle fosse insanguinate di quanti, come Te, hanno dato opera e vita per la Patria libera da stranieri e da tiranni, pura nella sua povertà, grande nello spirito dei suoi figli|titolo= Cap 4. Temi e contenuti de ''''Il Ribelle''''}}
 
==Note==
 
==Bibliografia==
* {{cita libro | curatore = Piero Malvezzi | curatore2 = Giovanni Pirelli |titolo=Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (8 settembre 1943 - 25 aprile 1945) | anno=1952 | editore=Einaudi | città=Torino}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{cita web|url=http://www.fiammeverdibrescia.it/la-stampa-clandestina/|titolo=La stampa clandestina|accesso=04/04/2016|cid =Fiamme Verdi Brescia}}