Maxmagnus: differenze tra le versioni

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Il fumetto è composto in genere da brevi episodi di un paio di tavole che compongono una saga unitaria in 29 episodi e 64 tavole<ref name=":1" />.
 
Gli episodi sono stati raccolti integralmente su albo cartonato  intitolato Maxmagnus  nel 1970 edito sempre dall'[[Editoriale Corno]]  e poi riproposti in vari formati non sempre integralmente, a partire dall'albo  ''Eureka Pocket''  n. 16 del marzo 1974 intitolato Alle corte con Re Maxmagnus<ref name=":1" />.
 
Nel 1979 Bunker ritorna sul personaggio ideando una nuova serie di albi mensili disegnati da [[Leone Cimpellin]] con storie di ampio respiro di 120 tavole nel classico formato pocket dell'epoca come Alan Ford o Kriminal. Recuperando le vicende originali vengono create storie più articolate e complesse approfondendo trame e personaggi. La serie chiude dopo 16 numeri nel 1980 e le storie rimaste inedite verranno pubblicate sulla rivista Eureka nel 1981<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=http://www.guidafumettoitaliano.com/guida/persone/persona/42|titolo=Luciano Secchi - Max Bunker|autore=|sito=www.guidafumettoitaliano.com|accesso=19 gennaio 2017}}</ref>
 
== Trama ==
Maxmagnus, protagonista di una saga ambientata in un medioevo fantastico con tratti comici e grotteschi,  è un malvagio re avido e corrotto che tartassa i suoi sudditi con la complicità di un avido amministratore<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.afnews.info/wordpress/2009/05/09/alan-ford-la-risposta-italiana-allagente-007/|titolo=Alan Ford, la risposta italiana all'Agente 007 - afnews.info|pubblicazione=afnews.info|data=9 maggio 2009|accesso=19 gennaio 2017}}</ref>. I due personaggi sono plasmati sulle fattezze dei due autori Bunker e Magnus<ref name=":1" />. Le trama è incentrata su questi due disonesti amministratori che si dividono quanto sottratto al popolo con le tasse e che cercano vicendevolmente di truffarsi. Il popolo è rappresentato misero fino all'inverosimile, angustiato, ignorante e pavido nel ribellarsi, destinato spesso a una tragica fine ma in realtà non migliore dei suoi reggenti<ref name=":1" />.
 
Ne nasce una gustosa e irriverente parodia al mondo edulcorato e gentile delle fiabe e al contempo una feroce e cinica critica della società contemporanea e al potere. Infatti, se è pur vero che è ambientato in un'epoca non precisata, in bilico tra il medioevo "reale" e quello fiabesco, fatto di re e cavalieri, di magie e di castelli, qui non abbiamo l'eroe senza macchia e senza paura e né abbiamo la bella e gentile principessa. Tutto è imbevuto invece di cinismo e di umorismo nero, dove l'innocenza lascia posto agli avidi e ai furbi e dove non c'è salvezza alcuna nemmeno tra i poveri, che, saliti al potere, risultano più avidi e stupidi dei loro governanti. La critica alla società contemporanea del consumismo, della ricchezza ostentata e del divario tra l'occidente e il Terzo Mondo, appare abbastanza evidente, sottolineata anche dal linguaggio, che talvolta raccoglie espressioni gergali tipiche del nord-italia.