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Colonizzazione religiosa
Nel XVII secolo ebbero inizio le missioni cattoliche i cui successi finirono col provocare, verso il finire del secolo, la reazione dei protestanti olandesi; i portoghesi che praticavano il commercio degli schiavi già da tempo, riorganizzarono e rafforzarono la fiorente attività intorno a una piccola località dal nome di petit popo coincidente con l'attuale [[Aneho]].
Bisogna annotare che lo schiavismo era stato condannato dalla Chiesa Cattolica sin dal 1435 quando [[
Nei secoli successivi la posizione della Chiesa non pare mutare se nel 1639
Nel XVIII secolo i danesi, già presenti in [[Africa]] a Christianenborg, l'attuale [[Accra]] capitale del Ghana, si stabilirono anche loro in quella terra di uomini e di schiavi, presto seguiti da altri olandesi (1780-1800) e brasiliani “finti” ovvero schiavi liberati e rimpatriati in Togo al seguito dei loro “padroni”.
Le varie guerre, condotte per la conquista di questo o quell'altro territorio, finivano con l'alimentare il filone produttivo della schiavitù: gli uomini da mercanteggiare; la maggior parte delle schiavi erano prigionieri di guerra fuggitivi che, privi di documenti, vivevano illegalmente nelle foreste. Il loro lavoro ha reso possibile lo sviluppo di colture come cacao, caffè e cotone, che hanno reso la zona come la migliore produttrice dell'Africa, e prodotto grandi ricchezze per alcuni quali [[Francisco Felix de Souza]], un nativo Brasiliano che, stabilitosi in quella terra ricca di promesse e di schiavi, fece fortuna nel commercio di quei prodotti.
Nel 1880 la situazione geo-politica aveva una suddivisione differente dall'attuale: il Togo non esisteva, i britannici avevano occupato la gold coast o Costa d'Oro (confluita nell'attuale Ghana) e i francesi la costa Est, la Dahomey (ora Benin), instaurando ai rispettivi confini regimi doganali che permettevano di trarre grande profitto dal commercio di tabacco e alcool (principalmente rhum).
Nel 1883 l'Imperatore e Re di Prussia Guglielmo I pose lo sguardo su quei territori africani che così tanto promettevano, ma forse ancora di più per necessità di strategia geo-politica, e incaricò il suo Primo Ministro il Principe Otto von Bismark di esercitare un protettorato su Togoland.
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