Coaching: differenze tra le versioni

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Il contributo più importante al coaching moderno fu dato nella seconda metà degli anni '70 del Novecento dal californiano W. Timothy Gallwey, allenatore della squadra di tennis dell'Università di Harvard e primo a mettere nero su bianco i suoi principi di base. "''C’è sempre un gioco interiore in corso nella nostra mente, non importa in che altro gioco siamo impegnati. Il modo in cui lo affrontiamo è quello che spesso fa la differenza tra il nostro successo e il nostro fallimento''"
 
NeiI libri pubblicati da Timothy Gallwey proponevapropongono l'applicazione dedel coaching a molti campi: sportivida quello sportivo come il tennis, il golf, lo sci e laalla musica, mae anchea quelli lavorativi; le sue indicazioni poi sono state applicate anche al campo degli affari, delladel salutebenessere, dell'educazione.<ref>{{cita|Cardani et al 2008|p.25}}</ref>
 
Soprattutto negli [[anni 1990|anni novanta]] la figura del coach compare nelle imprese. Inizialmente le figure destinatarie dell'intervento del coach furono i manager che per sviluppare e migliorare le loro capacità umane e professionali si affidarono a consiglieri di fiducia quali i coach.<ref>{{cita |Angel, Amar 2008|p.23}}</ref> Fino ad allora era vista come una novità ed una moda nel campo dei direttori della formazione, ma praticamente sconosciuta alle altre professioni.