Miguel Chevalier: differenze tra le versioni
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==== Oenologie ====
Per la mostra ''Oenologie'' (1991) presso il castello Pichon-Longueville a [[Pauillac]] in [[Gironda (dipartimento)|Gironda]], l'artista realizza delle opere sequenziali con cui ripercorre le tappe principali dell'elaborazione del pregiato ''grand [[cru]]''. Poiché la gestione della vinificazione è ormai del tutto informatizzata, le opere virtuali di Miguel Chevalier sono particolarmente idonee a raccontarne la storia, così come è pertinente averle posizionate sopra le botti di acciaio ad alta tecnologia<ref>http://www.miguel-chevalier.com/fr/oenologie</ref>.<br />
==== Performances (1992) ====
Selezionato nel 1992 per realizzare un progetto nel contesto dei giochi olimpici di [[Albertville (Francia)|Albertville]] e [[Barcellona]], l'artista francese opta per la messa a punto di un'opera che si appropria delle immagini dello sport trasmesse dalla televisione per riproporle in seguito modificate al pubblico delle Olimpiadi. Anziché servirsi di rappresentazioni standard a immagine fissa delle singole discipline sportive, Chevalier ricorre all'utilizzo degli schermi giganti collocati ai piedi delle piste e negli stadi destinati a trasmettere le prestazioni degli atleti. Con questa operazione di "riciclaggio dell'immagine"<ref>Patrick Imbard, in ''Miguel Chevalier'', Paris, Flammarion, 2009, capitolo 09/''Performances''</ref>, che dà vita ogni sera ad un video di un minuto creato a partire dagli avvenimenti della giornata, l'artista, lungi dal fare l'apologia del corpo o della prestazione atletica, demistifica il meccanismo dei grandi avvenimenti sportivi e della loro gestione.<br />
==== Autres natures (1996) ====
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Con le opere della serie ''Arabesques Digitales'' Miguel Chevalier sperimenta diverse possibilità di presentare opere virtuali e digitali in uno spazio diverso dallo schermo, come ad esempio il paesaggio, con un approccio che ricorda quello dei rappresentanti della [[Land Art]] tali [[Christo]] e [[Michael Heizer]]<ref>http://www.miguel-chevalier.com/fr/digital-flocons</ref>.<br />
''Digital Flocons (2009)'' è un'installazione generativa ed interattiva proiettata di notte sulla neve delle piste dei Gettiers sul [[Grand Bornand]], in occasione dell'apertura della stagione sciistica. In questo caso specifico l'opera e la neve diventano un corpo unico.<br />
Con ''Arabesques numériques'' (2006) l'artista concepisce una doppia installazione in situ per la famosa piazza di [[Jamaa el Fna]] a Marrakech, dinamico crocevia ed autentica [[agorà]], dichiarata patrimonio universale dell'[[UNESCO]] nel 2011. Già ospite del [[riad (architettura)|riad]] Denise Masson nell'autunno 2004, Miguel Chevalier ritorna nella città del [[Marocco]] con un intervento artistico volto ad integrarsi nel paesaggio nel rispetto delle attività che lo caratterizzano. Per non ostacolare lo svolgimento delle funzioni quotidiane di cui Jamaa el Fna è teatro, l'artista opta per la soluzione di presentare la sua creazione in aria, con delle sfere ad elio sospese sulla piazza di giorno e dei tappeti che galleggiano nel cielo di notte: veri tappeti volanti<ref>Mohamed Rachdi, ''L’Orient à l’épreuve de l’art numérique'', Paris, 2008</ref>. <br />
Il dialogo creativo tra l'artista francese e l'Oriente comprende altre tappe. Sul lungomare di Abu Dhabi è presente con l'installazione di realtà virtuale generativa ed interattiva ''Digital Arabesques'' (2011), con cui si prefigge di rivisitare l'arte islamica avvalendosi delle nuove tecnologie. Degli arabeschi [[Frattale|frattali]] giganti, proiettati su sfere gonfiabili a contatto del terreno, vengono generati all'infinito grazie ad un programma inedito per computer. Gli arabeschi si formano in modo casuale, crescono ed infine svaniscono. <br />
Anche i ''Tapis magiques (2014)'', creati per l'antica Cattedrale del Sacro Cuore di [[Casablanca]], propongono una rivisitazione digitale di un aspetto tipico dell'[[arte islamica]], quello dei mosaici. La struttura del [[mosaico]] essendo simile a quella dei [[pixel]], motivo chiave nell'estetica dell'artista francese, permette all'arte islamica e a quella algoritmica di trovare uno strategico punto di contatto. Questo mondo di colori e forme in movimento trasporta lo spettatore in un viaggio immaginario all'interno dell'universo magico delle [[mille e una notte]] e dei tappeti volanti. <br />
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=== Flussi e reti ===
In ''Pixels Liquides (dal 2009)'' una "pelle" di pixels colorati si sviluppa autonomamente su una parete di [[LED]]. Gli spostamenti degli spettatori creano una scia di colore che si mescola e si fonde con la "pittura luce" dello sfondo prima di sparire del tutto fino al passaggio dei visitatori successivi. Con questo evidente omaggio alla pittura degli anni '50 di [[Jackson Pollock]] e Pierre Soulages, Miguel Chevalier mette a punto la tecnica di ''[[dripping]] elettronico'', una pittura di luce in costante movimento in cui il corpo dello spettatore funge da "pennello digitale"<ref>http://www.miguel-chevalier.com/fr/pixels-liquides</ref>. <br />
''La Vague des Pixels'' è un'onda composta da diversi "quadri grafici multicolori" che si alternano casualmente, composti da motivi relativi alla realtà digitale: pixel, simboli del [[Sistema numerico binario|codice binario]], quelli delle tastiere del computer e del mondo della matematica. Grazie a dei sensori di presenza anche questo universo fluido reagisce al movimento degli spettatori che, con i loro spostamenti, amplificano la deformazione dei pixel giganti. Nel 2012 quest'opera è stata proiettata sulla facciata della corte interna del castello contale di [[Carcassonne]], al festival a-part di Baux-de-Provence, al museo dipartimentale Matisse di Le Cateau Cambrésis in occasione della retrospettiva su [[Auguste Herbin]], nel 2013 al museo di arte moderna della città di [[Céret]] (sempre per un omaggio a Herbin) e nel 2015 a La Valletta a Malta ed a Singapore. Ad ogni occasione l'artista adatta l'opera alle circostanze dettate dallo spazio espositivo e dalla storia del luogo ospitante.<br />
''Complex Meshes (2015)'' è una proiezione monumentale sulla volta della [[cattedrale di Durham]] in [[Inghilterra]], volta di grande audacia architettonica, antesignana dell'arte gotica. Un [[Mesh poligonale|mesh]] è un oggetto tridimensionale costituito da vertici, spigoli e facce che formano dei poligoni normalmente usati nel modellismo ed in architettura. Nell'opera di Chevalier diverse trame colorate composte da triangoli, quadrilateri ed altri poligoni si sovrappongono, si sviluppano e si trasformano in tempo reale. La struttura filiforme dei mesh contribuisce a mettere in risalto la struttura architettonica degli archi ed a sottolineare la leggerezza della navata. <br />
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