=== Altro ===
* Circola nell'[[Irlanda del Nord]] una battuta secondo cui il ''Titanic'' «…fu costruito dagli [[irlandesi]], ma affondato da un inglese».{{cn}}
== Storia di alcuni superstiti ==
=== Masabumi Hosono ===
Masabumi Hosono 細野 正文 ([[Tokyo]], 15 ottobre [[1870]]-14 marzo [[1939]]), era l'unico passeggero giapponese a bordo del ''Titanic'' e riuscì a salvarsi lanciandosi in mare su una lancia ancora libera, nonostante l'indicazione del comandante di dare la precedenza a donne e bambini. Il fatto non costituì nulla di particolare negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], ma segnò profondamente la vita di Hosono in [[Giappone]], dove l'opinione pubblica lo additò come un traditore dell'onore nipponico, e pregiudicò la sua carriera lavorativa sino alla sua morte, avvenuta nel [[1939]].<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/dicembre/14/giapponese_che_salvo_dal_Titanic_co_0_97121414276.shtml Il giapponese che si salvo' dal Titanic e in patria fu trattato da vigliacco] [[Corriere della Sera]] – 14 dicembre [[1997]]</ref>
=== Emilio Portaluppi ===
Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi, ([[Arcisate]], 15 ottobre [[1881]]-[[Arcisate]], 18 giugno [[1974]]), passeggero italiano di seconda classe. Il quotidiano ''[[La Stampa]]'' gli dedicò un articolo:
{{Citazione|Fra le narrazioni dei superstiti del ''Titanic'' si annovera quella dell'italiano Emilio Portaluppi di Arcisate, passeggero di seconda classe, il quale dice di essere stato svegliato dall'esplosione di una caldaia della nave. Corse allora sul ponte, si mise la cintura di salvataggio e, seguendo l'esempio degli altri, si gettò in mare, dove, aggrappatosi ad un pezzo di ghiaccio, riuscì a rimanere a fior d'acqua finché fu scorto e raccolto dai passeggeri delle zattere.| ''Come si salvò un italiano a New York'', ''La Stampa'', 20 aprile 1912}}
{{Citazione necessaria|Voci di paese, non confermate da prove, raccontarono che egli abbia mentito sulle modalità del proprio salvataggio per rendere la sua storia più avventurosa. Infatti egli raccontò di essere caduto in mare e di esservi rimasto circa due ore fino all'arrivo di una lancia. In realtà egli ebbe solo la fortuna di riuscire a saltare sulla lancia n. 14.}}
Dopo il naufragio visse negli Stati Uniti (New York e New Jersey) per poi fare ritorno definitivamente in Italia nel 1965, dove trascorse gli ultimi anni di vita in Arcisate fino alla sua morte nel 1974. Alternava qualche vacanza ad [[Alassio]] dove la fama di sopravvissuto del ''Titanic'' lo aveva preceduto e accompagnato nelle sue passeggiate sul lungomare. Alloggiava nella pensione-ristorante Palma, il cui proprietario, Silvio Viglietti, raccontò in un articolo:
{{Citazione|Forse qualcuno tra i non più giovani si ricorderà di quel vecchio ometto distinto che con il suo bastone che lui chiamava “la mi mié” (mia moglie), per oltre venti anni dal 60 all’80 del secolo scorso ha vissuto in pensione ad Alassio proprio da me all’albergo [...] e che parlava amichevolmente con tutti e tutti riconoscevano perché era l’ultimo italiano tra i superstiti del naufragio del ''Titanic'', la nave affondata a causa dell’urto con l’iceberg nell’aprile del 1912! Era il prof. Emilio Portaluppi di Arcisate (Varese): ogni anno il giorno dell’anniversario del naufragio nel mio ristorante celebravamo il suo compleanno con trent’anni in meno, perché lui diceva giustamente che essendo scampato alla morte si riteneva rinato in quel giorno e siccome allora aveva trent’anni li contava in meno; ragionamento logico! Organizzavo per l’occasione un grande pranzo cui erano invitati autorità e giornalisti, cosa che procurava notevole risonanza perché abbondavano gli articoli e le foto su giornali e riviste che pubblicavano la vera storia del naufragio con particolari inediti arricchiti dal vecchio professore con molti particolari, così come quello di essere stato salvato dalla proprietaria di “Times” che si trovava sulla lancia a cui il Portaluppi si avvicinò e che intercesse per lui tirandolo a bordo mentre i marinai lo allontanavano con i remi; e lui aveva una pistola di madreperla in bocca, raccolta prima di buttarsi dalla tolda del ''Titanic'' tra i flutti gelati per il ghiaccio, pistola che dovettero strappargli di bocca poco a poco; la signora era Lady Astor.| Silvio Viglietti, ''L'Alassino'' n. 11, 17 novembre 2005}}
La notte del naufragio Portaluppi perse tutto quello che aveva, ma riuscì a salvare il menù della cena.
[[File:Menu titanic.jpg|thumb|Menù della cena per i passeggeri di seconda classe]]
=== La famiglia Laroche ===
Joseph Philippe Lemercier Laroche ([[Cap-Haïtien]], 26 maggio [[1886]]-Oceano Atlantico, 15 aprile [[1912]]) era l'unico passeggero di colore a bordo del ''Titanic''. Egli era originario di [[Haiti]], e si imbarcò, insieme alla moglie Juliette Marie Louise Lafargue e le due figlie (Simonne Marie Anne Andrée Laroche e Louise Laroche), sul transatlantico a [[Cherbourg]] nel tardo pomeriggio del 10 aprile, prenotando una cabina di seconda classe. Dopo l'impatto con l'iceberg, Joseph perì nel naufragio, mentre la moglie e le figlie, imbarcate sulla lancia n. 14, furono recuperate dalla ''[[RMS Carpathia|Carpathia]]'' nelle ore successive. Il corpo di Laroche non fu mai ritrovato<ref>[http://www.encyclopedia-titanica.org/titanic-biography/joseph-laroche.html Mr Joseph Philippe Lemercier Laroche – Titanic Victim<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
=== David Sarnoff ===
Una storia spesso data per vera è che la prima persona ad avere ricevuto la notizia del naufragio fu [[David Sarnoff]], che più tardi fondò la [[Radio Corporation of America|RCA]]. Sarnoff non fu la prima persona a ricevere la notizia (anche se egli lo sostenne) ma assieme ad altre persone a New York si occupò nei tre giorni successivi al disastro di ricevere le notizie e i nomi dei dispersi e comunicarli al pubblico.<ref>[http://www.pbs.org/wgbh/amex/technology/bigdream/masarnoff.html ''More About Sarnoff, Part One'']</ref>.
=== Violet Costance Jessop ===
[[Violet Jessop|Violet Constance Jessop]], cameriera della White Star Line, si salvò dal naufragio del ''Titanic'' sulla lancia n. 16, salvando un bambino e venendo recuperata dalla ''Carpathia''. Nel [[1911]] Violet era a bordo dell'[[RMS Olympic|RMS ''Olympic'']], nave gemella del ''Titanic'', quando questa, al comando dello stesso comandante Smith del ''Titanic'', speronò un incrociatore nel [[canale della Manica]]. Quattro anni dopo, nel [[1916]], Violet prestava servizio come infermiera sulla [[HMHS Britannic|HMHS ''Britannic'']], la terza nave di classe Olympic dopo il ''Titanic'' e l<nowiki>'</nowiki>''Olympic'', quando questa venne affondata da una mina.
=== Gli ultimi sopravvissuti del Titanic ===
[[File:Millvina dean-april 1999.jpg|thumb|[[Millvina Dean]] alla "Titanic Convention" tenutasi a [[Southampton]] nell'aprile del [[1999]].]]
Il 6 maggio [[2006]], a 99 anni, è morta negli [[Stati Uniti d'America]] l'ultima superstite ancora in vita che avesse un ricordo inerente al naufragio del Titanic, [[Lillian Asplund|Lillian Gertrud Asplund]]; aveva cinque anni al momento del disastro<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/05/08/addio-alla-bimba-del-titanic.html Addio alla bimba del Titanic] [[Corriere della Sera]] – 8 maggio [[2006]]</ref>. Gli altri due superstiti che avevano vissuto il naufragio erano troppo piccoli per poter avere memoria dell'accaduto: la prima era [[Barbara West|Barbara West Dainton]] che è morta il 16 ottobre [[2007]] a 96 anni e all'epoca aveva solo 10 mesi, mentre la seconda era [[Millvina Dean|Elizabeth Gladys "Millvina" Dean]] (nata il 2 febbraio [[1912]]) che aveva invece solo 71 giorni all'epoca del disastro ed è deceduta il 31 maggio [[2009]]<ref>[http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200906articoli/44229girata.asp È deceduta Millvina, l'ultima superstite del naufragio del Titanic] [[La Stampa]] – 1º giugno [[2009]]</ref>.
Winnifred Vera Quick Van Tongerloo (Plymouth, 23 gennaio [[1904]] – East Lansing, 4 luglio [[2002]]) sopravvissuta al naufragio non partecipò mai a nessun evento organizzato al riguardo<ref>Su di lei vedi in [http://www.titanichistoricalsociety.org/people/winnifred-van-tongerloo.asp titanichistoricalsociety.org], e nel [http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9E01EEDF1030F931A25754C0A9649C8B63 nytimes.com].</ref>. Alcuni casi singolari sono rappresentati da persone, fra cui una donna italiana, che al momento del disastro non erano ancora nate ma le cui madri erano incinte al momento del naufragio in cui tutti i padri morirono. Ellen Mary (Betty) Phillips nacque l'11 gennaio [[1913]] (271 giorni dopo il naufragio quindi potrebbe essere stata concepita sul Titanic) e morì nel novembre [[2005]], i genitori erano [[Henry Samuel Morley]] (deceduto) e [[Kate Florence Phillips]] che viaggiavano col falso nome di Marshall, in quanto erano una coppia clandestina avendo lui lasciata la vera moglie.
L'italiana [[Maria Del Carlo Salvata]] nacque il 14 novembre 1912 e trascorse la sua vita ad [[Altopascio]], vicino a [[Lucca]]. Dopo la tragedia, la madre ormai vedova (il padre fu tra le vittime del naufragio) ma incinta di 2 mesi ritornò in Italia per darla alla luce. È morta nella sua casa di riposo il 31 ottobre [[2008]]. [[Lucian Philip Smith]] nacque il 29 novembre 1912 ed ebbe lo stesso nome del padre deceduto, la madre era Mary Eloise Hughes. [[Margareth Marvin]] nacque il 21 ottobre 1912 da Mary Graham Carmichael, vedova di Daniel Warner Marvin. Il 14 agosto 1912 nacque il figlio di John Jacob Astor e Madeleine Talmage, ebbe lo stesso nome del padre e morì in Florida nel 1992.
== Commemorazione nel centenario ==
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