Sam Selvon: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 18:
Samuel Dickson Selvon nacque nel 1923 a [[Trinidad e Tobago|Trinidad]].<ref name=ODNB>Kenneth Ramchand, [http://www.oxforddnb.com/view/printable/69606 "Selvon, Samuel Dickson (1923–1994)"], ''Oxford Dictionary of National Biography'', Oxford University Press, 2004; online edn, October 2006. Accessed 19 November 2014.</ref> Suo padre era un mercante di tessuti, originario delle [[Indie orientali|Indie Orientali]] immigrato a Trinidad, mentre sua madre era di origini anglo-indiane (il nonno materno era scozzese e la nonna materna indiana).<ref>Louis James, [https://www.independent.co.uk/news/people/obituary-sam-selvon-1371231.html "Obituary: Sam Selvon"], ''The Independent'', 20 April 1994.</ref> Selvon cominciò il suo percorso scolastico a [[San Fernando (Trinidad e Tobago)|San Fernando]], al Naparima College, ma lasciò la scuola all'età di quindici anni per motivi lavorativi.
 
Dal 1940 al 1945 lavorò come marconista per la divisione locale della [[Royal Naval Reserve]], e nello stesso periodo cominciò a scrivere le sue prime opere e a intraprese la sua carriera di giornalista. Dopo la [[seconda guerra mondiale]] si trasferì a [[Port of Spain]] e cominciò a lavorare come reporter per il Trinidad Guardian, scrivendo per qualche tempo anche nella sezione letteraria del giornale. Durante quel periodo i suoi racconti vennero in gran parte pubblicati sotto diversi pseudonimi quali Michael Wentworth, Esses, Ack-Ack, e Big Buffer.<ref>[http://www.peepaltreepress.com/author_display.asp?au_id=84 Author profile] at Peepal Tree Press.</ref> Molti di questi scritti iniziali sono stati raccolti in ''Foreday Morning'' (1989).
 
Negli anni Cinquanta Selvon si trasferì a Londra, dove lavorò come receptionist per l'Ambasciata Indiana, dedicandosi alla scrittura nel tempo libero.<ref name="Britannica">[http://www.britannica.com/EBchecked/topic/533759/Samuel-Selvon "Samuel Selvon"], Encyclopædia Britannica.</ref> Proprio nel suo viaggio in nave verso Londra, incontrò George Lamming, uno scrittore originario delle [[Barbados]]. La loro amicizia, nata a bordo della nave, si sviluppò ulteriormente all'arrivo a Londra, dove i due scrittori vissero nello stesso ostello. Nelle loro opere si può riconoscere una certa affinità nell'approccio al tema della condizione degli immigrati, destinati ad affrontare lo stesso difficile percorso di integrazione che hanno conosciuto i due nei loro spostamenti verso il vecchio continente.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|autore=Esmeralda Palushaj, Michela Vanon|anno=2013|titolo=Caribbean Immigration in the United Kingdom through the Novel of Sam Selvon: The Lonely Londoners.|lingua=inglese}}</ref>
Riga 59:
Una caratteristica importante del romanzo è la voce narrante. Selvon cominciò scrivendo in inglese standard, ma notò subito come questo linguaggio non fosse adatto alle esperienze e ai pensieri dei suoi personaggi.<ref name=":2">{{Cita libro|autore=Susheila Nasta|titolo="Introduction". Sam Selvon: The Lonely Londoners|edizione=2006}}</ref> Scelse quindi di farli parlare nella loro lingua, ovvero l'inglese creolo. Così facendo, aggiunse una nuova dimensione multiculturale alla tradizione romanzesca londinese, e incrementò la consapevolezza di una società in mutamento, caratterizzata da un lato dalla decolonizzazione e dall'altro dall'immigrazione dalle colonie al centro. <ref name=":2" />
 
La Londra rappresentata nelle opere di Selvon è una città di contraddizioni e contrasti, che riesce ad incantare e contemporaneamente ad alienare i nuovi residenti, i quali reagiscono in modi disparati e personali. Selvon illustra anche una visione d'insieme delle differenti "città" che si vivono a Londra, a causa delle distinzioni razziali e di classe. Ad esempio, la descrizione dell'arrivo del treno alla stazione di Waterloo offre un'immagine di straordinaria efficacia del miscuglio tra le attese, le speranze illusorie, la fiduciosa incoscienza degli immigrati appena arrivati e la consapevolezza di una realtà dura ed ostile delle persone immigrate molto tempo prima. Il libro infatti racconta da un lato l'insediamento del nuovo arrivato Harry, e dall'altro la storia di Moses, vecchio immigrato che diventa la sua guida. La sua voce con il procedere del racconto si allineerà a quella del narratore, condividendo la consapevolezza e la visione della condizione esistenziale e sociale specifica della comunità caraibica londinese.<ref>{{Cita libro|autore=Sam Selvon|traduttore=Isabella Maria Zoppi|titolo=Londinesi Solitari|anno=1998|editore=Milano: Mondadori|pp=6-8}}</ref>
 
Gli scritti di Selvon si trovano attualmente presso l'Harry Ransom Humanities Research Center all'[[Università del Texas a Austin]]. La raccolta consiste in manoscritti olografici, dattilografie, bozze di libri, manoscritti e corrispondenze. Sono presenti anche alcune prime stesure dei suoi romanzi più conosciuti, assieme ad altri oggetti relativi alla sua carriera.<ref>[http://research.hrc.utexas.edu:8080/hrcxtf/view?docId=ead/00119.xml "Samuel Selvon]: An Inventory of His Papers at the Harry Ransom Humanities Research Center".</ref>
Riga 67:
 
=== Anni '50 ===
Le prime opere di Selvon riflettono la purezza e immediatezza della vita dei nativi, dei loro luoghi e abitudini, essendo ambientate in suolo caraibico. La vivida prosa è segnata da una netta divisione tra l'inglese standard e i dialoghi in inglese creolo. In questo primo periodo di immigrazione i trinidadiani stavano infatti ancora creando ed improvvisando nuovi vocaboli, l'inglese standard apparteneva solamente alla borghesia e alle persone più acculturate. Selvon seleziona il materiale a sua disposizione per una minuziosa descrizione del dettaglio realistico, rendendo l'opera simile ad un report giornalistico.<ref name=":1" />
 
=== Anni '60-'70 ===
Riga 93:
*{{Cita libro|autore=Forbes, Curdella|titolo=From Nation to Diaspora: Samuel Selvon, George Lamming and the Cultural Performance of Gender|edizione=2005|editore=Mona, Jamaica: UWIPress|OCLC=212624974}}
*{{Cita news|autore=Dyer Rebecca|titolo=Immigration, Postwar London, and the Politics of Everyday Life in Sam Selvon's Fiction|pubblicazione=Cultural Critique|data=2002|pp=108-44}}
*{{Cita libro|autore=Sam Selvon|traduttore=Isabella Maria Zoppi|titolo=Londinesi Solitari|anno=1998|editore=Milano: Mondadori}}
 
*