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Nell'agosto 1904 Parvus intervenne nel dibattito sullo [[sciopero generale]] con un articolo sulla ''Leipziger Volkszeitung'', in cui sosteneva che tale forma di lotta avesse carattere politico e non economico, in quanto diretta contro lo Stato e non contro i capitalisti, dal momento che tendeva alla paralisi dello Stato mediante l'interruzione delle comunicazioni oltre che della produzione. Parvus prevedeva inoltre che lo sciopero generale avrebbe costituito il primo atto della rivoluzione, e concludeva l'articolo affermando che era esso stesso una rivoluzione senza l'uso delle armi. Le vecchie rivoluzioni, infatti, si svolgevano nella capitale perché attaccavano il governo, mentre lo sciopero generale si sarebbe rivolto contro l'intero stato e avrebbe avuto come teatro l'intero paese<ref name=Salvadori/>.
 
Fra il 1904 e il 1905 Parvus scrisse alcuni articoli sulla ''[[Iskra]]'', in cui analizzando le conseguenze della [[guerra russo-giapponese]] previde lo scoppio della rivoluzione in Russia e, approfondendo la natura di tale rivoluzione, elaborò la teoria della [[rivoluzione permanente]]. Nel primo di questi articoli non solo prevedeva con qualche mese di anticipo lo scoppio della [[Rivoluzione russa del 1905|Rivoluzione del 1905]], ma pronosticava anche il ruolo di avanguardia del socialismo che avrebbe assunto la Russia<ref name=Salvadori>Massimo L. Salvadori, ''La socialdemocrazia tedesca e la rivoluzione russa del 1905'' in ''Storia del Marxismo'', Torino, Einaudi, 1979. Vol 2°, pagg. 581-7</ref>.
 
Sulla stampa tedesca scrisse alcuni saggi di analisi della [[rivoluzione russa del 1905]], che fissavano alcuni punti fermi: la rivoluzione russa era l'effetto delle contraddizioni del capitalismo, ma anche causa di ulteriori contraddizioni nello stesso sistema; in secondo luogo Parvus previde che la situazione russa non avrebbe permesso l'assestamento di un regime borghese; infine, individuò nel ''soviet'' una nuova forma di organizzazione statale<ref name=Salvadori/>.