Utente:Presbite/Sandbox3: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 179:
|3<small><sup>2</sup></small>||-
|}
<small><sup>1</sup>Casi direttamente sottoposti ai tribunali alleati</small><ref>La tabella e le notizie relative alle liste sono in
<ref name = "Commissione parlamentare 1">{{cita|Commissione parlamentare 2006| <small><sup>2</sup>L'Albania presentò all'UNWCC una lista con 142 nomi.</small><ref>{{cita|Conti 2011|p. 159}}</ref>
La prima lista di italiani reclamati dagli jugoslavi fu pubblicata dalla stampa italiana a febbraio del 1945<ref
Col passare dei mesi i principi relativi alla dichiarazione di Mosca erano però già stati radicalmente modificati per quanto concerne l'Italia: successivamente alla dichiarazione di guerra di quest'ultima alla Germania (13 ottobre 1943) e all'assunzione dello status di cobelligerante, l'estradizione dei criminali italiani non venne più considerata di primaria importanza da Gran Bretagna e USA, che peraltro condussero diversi processi in proprio direttamente sul territorio italiano, in quanto potenze occupatrici<ref>{{cita|Pedaliu 2004|p. 506}}</ref>. Nel periodo successivo alla guerra subentrarono diversi ordini di considerazioni che portarono britannici ed americani a non insistere nelle estradizioni dei criminali di guerra italiana in Jugoslavia o in altri paesi, ponendo in essere delle condotte dilatorie o apertamente d'opposizione: da un lato vi era il desiderio di assicurarsi la propria influenza nei confronti dell'Italia postbellica, dall'altro quello di opporsi all'influenza del [[PCI]] e - attraverso di esso - dell'Unione Sovietica nella politica italiana. Un terzo fattore che contribuì in maniera decisiva a determinare l'atteggiamento anglo-americano derivò dalla dura [[Occupazione jugoslava dell'Istria e della Venezia Giulia|occupazione militare jugoslava di Trieste e della Venezia Giulia]]: l'amministrazione [[Harry Truman|Truman]] riteneva che [[Josip Broz Tito|Tito]] non fosse altro che una pedina in mano a [[Stalin]], iniziando a considerare le richieste jugoslave per l'estradizione dei criminali di guerra italiani come una mera mossa propagandistica per screditare l'Italia agli occhi dell'opinione pubblica mondiale<ref>{{cita|Pedaliu|pp. 507-512}}</ref>.
|