Giovanni Giolitti: differenze tra le versioni

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Privo di un passato impegnato nel [[Risorgimento]], portatore di idee [[liberalismo|liberali]] moderate, nel 1862 incominciò a lavorare al Ministero di Grazia, giustizia e culti. Nel 1869 passò al Ministero delle Finanze, con la qualifica di caposezione, collaborando con diversi ministri della [[Destra storica]], tra cui [[Quintino Sella]] e [[Marco Minghetti]], contribuendo tra l'altro a quell'[[fisco|opera tributaria]] volta tutta al [[Pareggio di bilancio|pareggio del bilancio]]. Nello stesso anno sposò Rosa Sobrero (1851-1921), nipote del celebre chimico piemontese [[Ascanio Sobrero]] che scoprì la [[nitroglicerina]].
 
La sua carriera di alto funzionario continuò nel 1877 con la nomina alla [[Corte dei contiTonti]] e poi nel 1882 al [[Consiglio di Stato]]. Sempre nel 1882 si candidò a deputato, venendo eletto. Nel 1886 si oppose agli eccessi di spesa del governo Depretis sostenendo «la più stretta economia nelle pubbliche spese» cercando di non «lasciarsi trascinare nelle spese militari al di là di quel che è necessario per difendere la integrità e la dignità del Paese.»<ref>''Discorsi extraparlamentari'', p. 92</ref>.
 
Nel 1889 fu nominato Ministro del Tesoro nel [[governo Crispi II|secondo governo Crispi]], assumendo in seguito anche l'interim delle Finanze. Nel 1890 tuttavia si dimise, per una questione legata al bilancio ma anche a causa di un generale disaccordo sulla politica coloniale intrapresa da Crispi. Nel 1891 si pronunciò per una riforma delle imposte per portarle da proporzionali a progressive. Nel 1892, caduto il [[governo di Rudinì I|primo governo di Rudinì]], che pure appoggiava, ricevette dal re [[Umberto I d'Italia|Umberto I]] l'incarico di formare il nuovo governo.