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=== La lavorazione del corpo ceramico e la prima cottura ===
L'argilla che veniva usata per modellare i corpi ceramici dei manufatti prodotti a Pisa era cavata da depositi alluvionali del fiume Arno{{#tag:ref|Per notizie relative all'approvvigionamento di argilla a Pisa nel Bassomedioevo e in Età Moderna vedi {{cita|Alberti - Giorgio 2013
Prima della lavorazione sul tornio, l’argilla veniva depurata in appositi recipienti o vasche{{#tag:ref|Durante tutto il Medioevo, le vasche usate per la depurazione dell’argilla erano solitamente quattro. Queste venivano chiamate con termini ben precisi: la prima vasca veniva chiamata pilla, le restanti venivano chiamate trogoli (vedi {{cita|Berti - Migliori - Daini 1989|p. 13-14}}.|group=N}} in modo da eliminare impurità (dette anche “inclusi”) come frammenti di pietra o parti calcaree, che avrebbero potuto compromettere le fasi di lavoro successive. Quindi usando il tornio veloce mosso a pedale si modellavano i recipienti nelle forme volute.
In seguito, i recipienti venivano posti ad essiccare all’aria in prossimità della fornace, per far evaporare l’acqua in eccesso contenuta nell’impasto argilloso<ref>{{cita|Cuomo Di Caprio 2007|pp. 263-271}}.</ref>. Passato il momento dell’essiccazione, i manufatti venivano sottoposti ad una prima cottura, in gergo detta “biscottatura”. Gli scarti di fornace relativi a questa fase di lavorazione ci indicano che nella Pisa medievale ciò veniva effettuato cuocendo i pezzi in un ambiente ossidante, ovvero caldo e ricco di ossigeno: i “biscotti” sono infatti perlopiù di colore rosso mattone, ma non mancano fra i materiali delle discariche esemplari con in il corpo scuro, annerito, a causa di cotture eccessive<ref>{{cita|Berti - Renzi Rizzo 1997|pp=57-59}}.</ref>.
=== I rivestimenti e il processo di vetrificazione in seconda cottura ===
Per determinare i componenti dei rivestimenti vetrosi delle maioliche arcaiche pisane sono state condotte analisi utilizzando la tecnica in Fluorescenza X. In base a queste si è constatato che i rivestimenti delle ceramiche pisane contengono in prevalenza piombo e stagno{{#tag:ref|Le analisi furono condotte da Claudio Arias.|group=N}}. Non sono stati riscontrati elementi che riconducessero all’“ingobbiatura”, tecnica che fu introdotta in città soltanto tra alla metà del XV secolo<ref>{{cita|Berti - Renzi Rizzo 1997|p. 59}}; {{cita|Berti - Tongiorgi 1982|p. 145}}; {{cita|Berti - Cappelli - Tongiorgi 1986|pp. 157-160}}; {{cita|Berti 1992}}; si rimanda anche a {{cita|Giorgio - Trombetta 2011}}; {{cita|Alberti - Giorgio 2013}}; {{cita|Giorgio 2015}}; {{cita|Giorgio 2018c}}, dove si identifica meglio il momento in cui le fabbriche pisane passano dalla produzione di maiolica arcaica a quella delle ingobbiate e graffite.</ref>.
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GIORGIO 2012b - M. Giorgio, Pisa tra Medioevo ed Età Moderna: primi dati dallo scavo di Villa Quercioli (PI-VQ’11), in REDI - FORGIONE 2012, pp. 740-745.
* {{cita pubblicazione|autore=M. Giorgio|titolo=Reinterpretare e ricontestualizzare i dati archeologici: l’esempio della produzione ceramica di Pisa tra XV e XVI secolo|curatore1=P. Arthur|curatore2=M. L. Imperiale M.L.|conferenza=VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, vol. II, Lecce, 9-12 settembre 2015|Firenze|anno=2015|pp=305-309|cid=Giorgio 2015}}
* {{cita pubblicazione|autore=M. Giorgio|titolo=Colori nel cielo. 50 anni di studi sui Bacini ceramici|conferenza=Atti L Convegno Internazionale della Ceramica|numero=L/2017|città=Albenga (SV)|anno=2018|pp=83-94|cid=Giorgio 2018}}
* {{cita pubblicazione|autore=M. Giorgio|capitolo=L’approvvigionamento di argilla a Pisa nel Bassomedioevo e in Età Moderna: analisi, dati materiali e documentali a confronto|curatore=Giorgio M|titolo=Storie (di) Ceramiche 4. Ceramica e Archeometria|pp=35-44|cid=Giorgio 2018b}}
*{{cita libro|autore=M. Giorgio|capitolo=Produzione e consumo di ceramiche a Pisa: rapporto tra ingobbiate e maioliche nella prima età moderna|curatore=P. De Vingo|titolo=Le Archeologie di Marilli. Miscellanea di studi in ricordo di Maria Maddalena Negro Ponzi Mancini|città=Alessandria|anno=2018|pp=579-593|cid=Giorgio 2018c}}
GIORGIO - TROMBETTA 2011 - M. Giorgio, I. Trombetta, Dall’ultima maiolica arcaica alle prime ingobbiate graffite: persistenze e trasformazioni nella produzione ceramica a Pisa e nel Valdarno Inferiore tra la fine del XV e gli inizi XVI secolo, “Atti Convegno Internazionale della Ceramica”, XLIII (2011), pp. 229-239.
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