Scandalo Telecom-Sismi: differenze tra le versioni

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Alcuni dei protagonisti di questo caso sono inoltre coinvolti anche nello scandalo del[[n:l'archivio segreto di Via Nazionale|l'archivio segreto di Via Nazionale]] e nel [[caso Abu Omar]].
 
Nel novembre 2007 a Milano sono stati arrestati i tecnici del [[Tiger Team]] Roberto Preatoni (figlio del magnate [[Ernesto Preatoni]]) e messo ai domiciliari e [[Angelo Jannone]] (ex Tenente Colonnello del [[Raggruppamento Operativo Speciale|ROS]] dei [[Carabinieri]], già direttore della sicurezza aziendale di Telecom in Brasile), accusati a vario titolo di intrusioni telematiche e associazione a delinquere finalizzata all'illecita acquisizione di informazioni. La vicenda si inquadra nella guerra per il controllo di Brasil Telecom, con spionaggio e controspionaggio internazionale, e per la quale anche l'agenzia investigativa Kroll è stata indagata in Brasile. Jannone ha sempre respinto le accuse mossegli in particolare da Ghioni e Bernardini.
 
==La chiusura delle indagini==
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Per non aver vigilato sulla propria security e sui metodi usati per avere le informazioni, i gruppi [[Telecom]] e [[Pirelli (azienda)|Pirelli]] risultano indagati in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle società<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=77330 Fonte: l'Unità, 21.07.2008, "Caso Telecom, i PM: la società non impedì i reati"] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>, pur non essendo stati mossi addebiti contro l'ex presidente e l'ex amministratore delegato [[Telecom]]. Una lunga serie di reati sono stati invece contestati a 34 persone, accusate a vario titolo di aver messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere al cui vertice c'era l'ex capo della security [[Giuliano Tavaroli]]. Gli indagati devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali, rivelazione del segreto di stato, appropriazione indebita, falso, accesso abusivo a sistemi informatici, favoreggiamento e riciclaggio. Nelle interviste rilasciate nei giorni successivi alla chiusura delle indagini, [[Giuliano Tavaroli|Tavaroli]] si difende scaricando le responsabilità sui suoi superiori, che gli avrebbero commissionate le indagini poi risultate illecite<ref>[http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/dossier-telecom/verita-tavaroli/verita-tavaroli.html Fonte: La Repubblica, 21.07.2008, intervista a Giuliano Tavaroli - parte 1 "E Tronchetti mi disse: le abbiamo chiesto troppo"]</ref><ref>[http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/dossier-telecom/verita-tavaroli-2/verita-tavaroli-2.html Fonte: La Repubblica, 22.07.2008, intervista a Giuliano Tavaroli - parte 2 "Tronchetti mi ordinò un dossier sui soldi ai DS"]</ref>. Dagli stralci degli interrogatori di [[Marco Mancini (agente segreto)|Marco Mancini]], ormai accessibili presso la Procura della Repubblica di Milano, si rileva che Mancini si difende scaricando le responsabilità sui superiori e chiamando in causa il Generale Pollari.<ref>[http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/dossier-telecom/mancini-telecom/mancini-telecom.html Fonte: La Repubblica, 25.07.2008, "Mancini racconta la sua verità: Pollari riferiva a Tronchetti"]</ref>.
 
Dall'inchiesta viene stralciato il filone brasiliano, sulle presunte tangenti della vicenda Kroll Opportunity, per quanto nello stesso periodo in Brasile il banchiere Daniel Dantas (che otterrà l'''habeas corpus'' proprio grazie all'esistenza del procedimento milanese) ed il faccediere Nasij Nhas vengono arrestati per associazione per delinquere e riciclaggio insieme ad altre 20 persone. [[Angelo Jannone]], uno degli indagati nell'inchiesta milanese, ipotizza che l'esclusione delle vicende brasiliane dall'inchiesta milanese faccia parte di una strategia dei pubblici ministeri volta ad eliminare elementi imbarazzanti rispetto alla credibilità di [[Marco Bernardini]], ''gola profonda'' dell'inchiesta milanese.
 
==Notifica alle parti lese per pubblici annunci==
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====Ventunesima udienza del 14-4-2010====
Prima delle conclusioni dei PM, vengono rese spontanee dichiarazioni da parte di [[Angelo Jannone]] che, facendo puntuale riferimento ad atti del procedimento, evidenzia l'assoluta inattendibilità di Ghioni Fabio, suo principale accusatore nelle indagini preliminari ma che, incalzato dall'avvocato Mauro Mocchi, difensore di Jannone, ha ritrattato ogni accusa nei confronti del suo ex collega. Jannone al termine delle sue spontanee dichiarazioni ha chiesto la trasmissione degli atti indicati all'Ufficio di Procura, affinché procedesse per calunnia aggravata nei confronti di Ghioni. Ma i PM hanno fatto rilevare al GUP che se ciò avvenisse in questa fase diverrebbe incompatibile lo stesso Giudice. Dei 34 imputati originari, i PM presenti in aula (Dott.ri Nicola Piacente e Stefano Civardi) ne richiedono il rinvio a giudizio di 14, avendo in molti chiesto il patteggiamento (tra cui [[Emanuele Cipriani]], [[Marco Mancini (agente segreto)|Marco Mancini]] e [[Guglielmo Sasinini]]). Le ipotesi di reato contestate a vario titolo ai diversi indagati sono: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali, rivelazione di segreto d'ufficio, appropriazione indebita, falso, accesso abusivo a sistemi informatici, favoreggiamento e riciclaggio. Il rinvio a giudizio anche per Mancini, nonostante il segreto di Stato, sarebbe stato richiesto dai PM in quanto è stato ritenuto che agli atti ci fossero abbastanza elementi per farlo<ref>[http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-801301/dossier-illegali-procura-milano-chiede/ Fonte: Il SOle 24ore, 14-4-2010, "Dossier illegali: procura Milano chiede rinvio a giudizio per 14 persone"]</ref>.<br /><!--
Per 3 ulteriori imputati - un ufficiale e due agenti infedeli appartenenti alle forze di polizia - già oggetto di ripetute denunce fin dal [[novembre]] [[2000]], data la lentezza di indagini e procedimento, le accuse sarebbero prescritte; pertanto i PM hanno sollecitato nei loro confronti il non doversi procedere.<br />
Per un altro imputato residente negli USA, [[John Paul Spinelli]], è stata chiesta la trasmissione degli atti al GIP al fine di valutarne la competenza territoriale che non si ritiene essere dei magistrati milanesi<ref>[http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=98119&sez=HOME_INITALIA Fonte: Il Messaggero, 14.04.2010, "Dossier illegali, chiesto processoper 14 indagati: c'è anche Sasinini"]</ref>.
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====Ventiquattresima udienza del 7-5-2010====
Vengono ascoltate le dichiarazioni spontanee di [[Angelo Jannone]] che, per oltre 2 ore, ha ripercorso tutta la sua esperienza in Telecom, in Italia prima ed in Brasile dopo, e confutato punto per punto le dichiarazioni di Ghioni e Bernardini, concludendo “Ritengo di poter affermare, certo di non essere in alcun modo smentito, che tutte le fonti di prova relative ai fatti che mi sono stati contestati, non sono solo contraddittorie e smentiscono in modo incisivo la credibilità delle già confuse e poco conducenti chiamate in correità che mi riguardano, quelle di Ghioni e Bernardini, ma offrono un quadro ben diverso circa il mio ruolo in questa vicenda."
fonte AGI {{collegamento interrotto|1=[http://www.informatica-oggi.it/archives/0003603.html] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }} Gli avvocati di Jannone Mocchi e Patrucchi hanno chiesto il proscioglimento di Jannone da ogni accusa.