Caproni Ca.16: differenze tra le versioni
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Slavorossov decollò dal campo di volo di Taliedo alle 7.10, in direzione di [[Pavia]]; doveva raggiungere [[Genova]] dopo aver sorvolato [[Voghera]] e [[Novi Ligure]], per poi proseguire verso sud costeggiando il litorale tirrenico. Lungo il percorso erano state disposte stazioni di informazione meteorologica, e alcune navi della [[Marina militare italiana|Marina Militare]] avevano ricevuto l'ordine di tenersi vicino alla costa per assistere, all'occorrenza, il pilota.<ref>{{cita|''Tre anni di aviazione''|pp. 112-116.|Tre anni di aviazione}}</ref>
Slavorossov, che seguiva a vista la linea ferroviaria, sorvolò Pavia alle 7.29 e, raggiungendo una quota massima di 1700–1800 m, superò gli [[Appennini]], arrivando su Genova alle 8.27; il primo tratto di volo era stato disturbato da qualche banco di nebbia, mentre lungo la costa il tempo era sereno, benché ventoso; l'aviatore atterrò a Pisa alle 10.<ref>{{cita|''Tre anni di aviazione''|pp. 118-124.|Tre anni di aviazione}}</ref> A causa della posizione del sole che lo abbagliava, tuttavia, Slavorossov commise un errore e atterrò non nel punto prestabilito, vicino all'[[Ippodromo San Rossore|ippodromo]] di [[San Rossore]] (dove lo attendeva una cospicua folla), ma su un prato a circa 3 km di distanza, all'interno della tenuta reale di San Rossore. Raggiunto dai rappresentanti della ''Gazzetta dello Sport'' e dagli altri che lo aspettavano a terra, Slavorossov ebbe modo di rifocillarsi; un guasto al serbatoio dell'aeroplano dovette essere riparato;<ref>{{cita|''Tre anni di aviazione''|pp. 121, 126.|Tre anni di aviazione}}</ref> nel frattempo, alle 13, il pilota volle fare una telefonata alla famiglia per comunicare il buon esito della prima tappa, ma durante il ritorno in automobile dal luogo dov'era il telefono al prato in cui era rimasto l'aeroplano la vettura ebbe un incidente, in cui l'aviatore riportò una ferita al mento. La partenza per Roma subì dunque un
[[File:Slavrosoff arrives.jpg|thumb|L'arrivo a destinazione del Caproni Ca.16 di Slavorossov al termine del raid Milano-Roma, 3 marzo 1913.]]
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