Naturalismo (letteratura): differenze tra le versioni

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I principali due scrittori del naturalismo sono [[Émile Zola]] che rappresenta nelle sue opere il proletariato industriale e [[Guy de Maupassant]] che scrive novelle i cui protagonisti sono contadini, modesti impiegati, donne di piacere e militari.
 
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== I fondamenti teorici del naturalismo ==
Il naturalismo si opponeva all'[[ideologia]] spiritualistica del [[romanticismo|periodo romantico]] per basarsi sulle premesse [[determinismo|deterministiche]] che stavano alla base e l'attenzione dei naturalisti veniva posta su quell'aspetto [[meccanicismo|meccanicistico]] della società che sovrastava l'uomo degradandolo e causandogli ogni male.
 
Il [[critico letterario|critico]] e [[storico]] [[positivismo|positivista]] [[Hippolyte Taine]] è considerato il primo [[teoria|teorico]] del naturalismo sia per l'uso del termine stesso, che venne da lui usato in un [[saggio]] dedicato a [[Honoré de Balzac]] e pubblicato sul "[[Journal des débats]]" nell'anno [[1858]], sia per aver affermato il [[concetto]] che anche in [[letteratura]] sia possibile trattare la [[realtà]] e pertanto la [[psicologia]] [[uomo|umana]] con la medesima rigorosità utilizzata dal [[metodo scientifico]]<ref>rielaborazione da: ''Verga e il verismo. Sperimentalismo 'formale' e critica del progresso'', a cura di Guido Baldi, [[Paravia]], [[Torino]], 1980, pag. 22; L'Universale, ''Letteratura'', vol. I, pag. 703; ''Storia della letteratura italiana'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], [[Roma]]-[[Bari]], a cura di [[Carlo Salinari]] e C. Ricci, vol. 3°, 1989, pag. 1090</ref>.
 
L'uomo, sosteneva Taine, è il risultato di tre elementi, "''race'', ''milieu'', ''moment''", che corrispondono al [[ereditarietà|fattore ereditario]], all'[[ambiente]] [[società (sociologia)|sociale]], al momento [[storia|storico]] che ''"lo determinano nei suoi tratti psicologici e ne generano il comportamento, sicché anche la virtù e il vizio non sono che corpi compositi, scindibili, come lo zucchero e il vetriolo, negli elementi semplici che li costituiscono"''<ref>Giuseppe Petronio, ''Compendio di storia della letteratura italiana'', Palumbo, [[Firenze]], 1968, pag. 402</ref>.
 
===Honoré de Balzac===
[[Honoré de Balzac]], precursore del naturalismo francese, nel [[1842]], già nella [[prefazione]] al suo ciclo narrativo "La Comédie humaine", nello stabilire i canoni delle future tendenze [[realismo (letteratura)|realiste]], aveva scritto che ''"... il romanziere deve ispirarsi alla vita contemporanea, studiando l'uomo quale appare nella società e aveva rappresentato la società capitalistica, con un nuovo interesse per il fattore economico, di cui aveva messo in rilievo l'importanza predominante nei rapporti fra gli uomini, tenendosi vicino anche nel linguaggio e nello stile alla realtà del mondo rappresentato"''<ref>''Letteratura italiana'', a cura di Mario Pazzaglia, vol. 3, [[Nicola Zanichelli Editore|Zanichelli]], [[Bologna]], 1986, pag. 706</ref>. Pertanto, aggiunge il Pazzaglia<ref>op. cit., pag. 706</ref>, ''"Procedendo su questa linea e rafforzandola con le idee positivistiche, il Naturalismo si era proposto uno studio scientifico della società e della psicologia dell'uomo, rigettando ogni idealismo e studiando di preferenza i ceti più umili, che, per le loro reazioni psicologiche elementari, meglio sembravano prestarsi a un'analisi scientifica oggettiva"''.
 
===Gustave Flaubert===
Lo [[scrittore]] che i naturalisti indicheranno come loro maestro sarà [[Gustave Flaubert]], autore di ''[[Madame Bovary]]'' ([[1857]]), per la sua [[Tecnica narrativa di Giovanni Verga|teoria dell'impersonalità]] che fa largo uso del "[[discorso indiretto libero]]". Flaubert, con i suoi [[Romanzo|romanzi]], aveva impresso una svolta radicale alla tradizione del [[realismo (letteratura)|realismo]] romantico. Nel [[1857]], a proposito della sua teoria dell'impersonalità, scriverà: ''"L'artista deve essere nella sua opera come Dio nella creazione, invisibile e onnipotente, sì che lo si senta ovunque, ma non lo si veda mai. E poi l'Arte deve innalzarsi al di sopra dei sentimenti personali e delle suscettibilità nervose. È ormai tempo di darle, mediante un metodo implacabile, la precisione delle scienze fisiche".'' Flaubert porta in letteratura un sarcasmo che investe tutte le strutture tradizionali della società perbenista e ipocrita.
 
===Émile Zola===
Al metodo di Flaubert si rifà la scuola naturalistica di [[Émile Zola]] che, come scrive [[Francesco De Sanctis|De Sanctis]]<ref>Francesco De Sanctis, ''Studio sopra Emilio Zola'', in ''Saggi critici'', a cura di [[Luigi Russo]], Laterza, Bari, pag. 90</ref>, è "''L'artista di questa scuola. È lui, che, pur combattendo ogni tendenza convenzionale dell'arte, e atteggiandosi a novatore, ripiglia le tradizioni, e non distrugge, ma compie il romanzo psicologico e storico assorbendolo e realizzandolo ancor più nel suo romanzo fisiologico... il suo romanzo è dunque uno studio più acuto e più compiuto dell'uomo, a base fisiologica".''
 
Se la [[Critica letteraria|critica]] tradizionale aveva fatto una precisa distinzione tra Zola come [[romanziere]] e Zola come [[teoria|teorizzatore]], oggi gli studiosi, nel rivalutare il lavoro critico e teorico dello scrittore hanno saputo dimostrare che fra la parte [[programma]]tica e quella artistica vi è una forte connessione.
 
Nel [[saggio]] su ''[[Il romanzo sperimentale]]'' ("''Le roman expérimental''") che raccoglie gli scritti teorici di Zola pubblicato nel [[1880]] e che viene considerato l'unico [[Manifesto (programma)|Manifesto]] del Naturalismo, egli definisce il romanzo ''"una conseguenza dell'evoluzione scientifica del secolo; esso è, in una parola, la letteratura della nostra età scientifica, come la letteratura classica e romantica corrispondeva a un'età di scolastica e di teologia"'' e aggiunge che ''"Il romanziere muove alla ricerca di una verità... È innegabile che il romanzo naturalista, quale ora lo intendiamo, sia un vero e proprio esperimento che il romanziere compie sull'uomo, con l'aiuto dell'osservatore"''<ref>Émile Zola, ''Il romanzo sperimentale'', traduzione di Ida Zaffagnini, Pratiche, [[Salerno]], 1980, pagine 6-8</ref>. Nel Saggio di apertura di quest'opera troviamo il programma letterario dello scrittore che, in sintesi, conferisce una serie di regole che caratterizzano un romanziere:Il romanziere deve far proprio il metodo sperimentale e deve applicarlo ai fenomeni della società, deve poi scrutare scrupolosamente i personaggi principali dei racconti e collocarli in contesti ambientali precisi. Infine un romanziere, deve rispettare i canoni dell'impersonalità secondo cui nei romanzi, non devono trasparire i sentimenti dello scrittore, che deve tenersi fuori dal racconto.
 
=== I fratelli Goncourt ===
Tra gli esponenti del naturalismo vanno considerati i fratelli [[Edmond de Goncourt]] e [[Jules de Goncourt]] autori del romanzo ''Le due vite di [[Germinie Lacerteux]]'' pubblicato nel [[1865]] che si ispirava ad una vicenda vissuta e che venne classificato come il primo esempio di romanzo-[[documento]] e di romanzo vero. Nella [[prefazione]] alla prima edizione gli autori, rivolgendosi ad un ipotetico pubblico abituato ai romanzi falsi, scrivono ''"... questo è un romanzo vero... Ed ora questo libro venga pure calunniato: poco importa. Oggi che il Romanzo si allarga e ingrandisce, e comincia ad essere la grande forma seria, appassionata, viva, dello studio letterario e della ricerca sociale, oggi che esso diventa, attraverso l'analisi e la ricerca psicologica, la Storia morale contemporanea, oggi che il Romanzo s'è imposto gli studi e i compiti della scienza, può rivendicarne la libertà e l'indipendenza. Ricerchi dunque l'Arte e la Verità; mostri miserie tali da imprimersi nella memoria dei benestanti di Parigi; faccia vedere alla gente della buona società... la sofferenza umana, presente e viva''"<ref>E. e J. Goucourt, ''Le due vite di Germinia Lacerteux'', ''Prefazione'' alla prima edizione, trad. it. di [[Oreste Del Buono]], [[Rizzoli Editore|Rizzoli]], [[Milano]], 1957, pagine 9-10, citato in ''Il materiale e l'immaginario'', vol. 4, a cura di Remo Ceserani e Lidia De Federicis, [[Loescher]], Torino, 1956</ref>.
 
==La poetica naturalista==
La [[poetica]] naturalistica deriva dalla concezione deterministica della vita e dell'uomo e il [[romanzo]] non è altro che una piccola parte di vita analizzata con il metodo delle [[scienza|scienze sia naturali]] che [[sociologia|sociologiche]].
 
I principi della teoria del [[Il romanzo sperimentale|romanzo sperimentale]] furono comunque fissati da Émile Zola in due punti fondamentali secondo i quali lo scrittore:
*deve osservare la realtà, e non inventarla, per poi riprodurla oggettivamente;
*deve utilizzare una scrittura che risulti essere un documento oggettivo dal quale non deve trasparire nessun intervento soggettivo dell'autore.
 
==I temi della narrativa naturalista==
I temi preferiti della narrativa naturalista furono anti-[[idealismo|idealistici]] e anti-[[romanticismo|romantici]], in modo che la [[narrazione]] portasse con sé una forte carica di [[denuncia]] sociale che doveva risultare dalla descrizione scientifica ed obiettiva dei fatti.
 
Tra i temi principali vi erano dunque:
*la vita quotidiana con le sue banalità, le sue meschinità e le sue ipocrisie;
*le passioni morbose che dovevano rasentare il limite della [[patologia]] [[Psichiatria|psichiatrica]], come la [[follia]] e il [[crimine]];
*le condizioni di vita delle classi subalterne, soprattutto del [[proletariato]] urbano che, con la sua miseria ([[prostituzione]], [[alcolismo]], [[delinquenza minorile]]) potesse dare un chiaro esempio di patologia sociale.
 
==Note==
<references/>
 
==Voci correlate==
*[[Naturalismo (arte)]]
*[[Verismo]]
*[[Realismo (letteratura)]]
*[[Storicismo]]
*[[Émile Zola]]
*[[Gustave Flaubert]]
*[[Edmond de Goncourt]]
*[[Discorso indiretto libero]]
*[[Il romanzo sperimentale]]
*[[Tecnica narrativa di Giovanni Verga]]
*[[Mario Rapisardi]]
*[[Adolfo Caminha]]
 
== Altri progetti ==