Firenze: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 281:
 
Nella seconda metà del 1400 Lorenzo de Medici comprese che l’Italia poteva rimanere in pace solo grazie ad un’intima intesa tra Firenze, [[Milano]] e [[Napoli]], così che l’espansionismo della Chiesa e i maneggi di Venezia fossero neutralizzati. Dopo la morte di Paolo Sforza, Lorenzo cercò di rafforzare le cordiali relazioni della città con Milano accogliendo nel ’71 il duca [[Galeazzo Maria Sforza|Galeazzo Maria]] con sontuose feste. Egli cercò inoltre di allargare la cerchia delle sue conoscenze sia con i potenti d’Italia sia con quelli dell’estero per esempio i [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]] di Bologna o [[Luigi XI di Francia]]. A quel tempo anche i rapporti con la Chiesa erano amichevoli e nel ‘71 Lorenzo si recò a Roma per portare obbedienza al nuovo papa [[Papa Sisto IV|Sisto IV]]. Però di lì a poco questa perfetta intesa tra i due si spezzò a causa della contesa per l’acquisto di [[Imola]] che provocò anche dissidio tra i Medici e i [[Famiglia Pazzi|Pazzi]],altra famiglia di Firenze, i quali sostennero il pontefice per interesse familiare.<ref>{{Cita libro|titolo=Palmarocchi, Lorenzo de Medici, Orsa Maggiore,Torriana, 1990, capo V}}</ref> Un altro pericolo per Firenze fu l’ascesa di [[Pietro Riario]] e di [[Giuliano della Rovere|Giuliano Della Rovere]], cardinali che presero sempre più potere, e l’assegnazione della nomina di arcivescovo a [[Francesco Salviati (arcivescovo)|Francesco Salviati]]; nel frattempo la potenza territoriale della Chiesa aveva subito un aggressivo accrescimento: dalla [[Romagna]], attraverso il [[ducato di Urbino]] e l’[[Umbria]], fino a [[Città di Castello]]. La prima risposta di Firenze alle manovre ostili della [[Santa Sede]] fu la conclusione di una lega difensiva ([[Lega Italica (1454)|Santissima Lega]]) con Milano e Venezia nel 1474. Fu  permesso l’accesso ad essa anche al papa e al re di Napoli, ma entrambi rifiutarono accentuando la divisione dell’Italia in due campi avversi. Da questo momento in poi, anche Firenze stessa fu divisa in due: da una parte i Medici, dall’altra i Pazzi. la [[Congiura dei Pazzi|congiura]] organizzata da quest’ultimi si concluse il 26 Aprile del 1478 con l’assassinio di Giuliano de Medici durante la messa in Cattedrale. La reazione di Lorenzo si manifestò da subito: [[Francesco de' Pazzi|Francesco de Pazzi]] e [[Francesco Salviati (arcivescovo)|Francesco Salviati]] furono impiccati al palazzo della Signoria; tutti quelli denunciati come amici dei Pazzi furono giustiziati; [[Jacopo de' Pazzi|Jacopo de Pazzi]] appena fu riconosciuto fu ucciso; i Pazzi non compromessi furono mandati in esilio. Nessuno rimase impunito e anche il nipote del papa mandato a Firenze proprio per pronunciare la messa del 26 Aprile fu preso in ostaggio come prigioniero. Ciò scatenò la rabbia del [[papa Sisto IV]] il quale scomunicò Lorenzo e i maggiorenti della Repubblica, dando inizio ad una guerra. Dopo mesi di duri scontri nel 1480 si stipulò la pace tra Firenze e la Chiesa, la quale sciolse Lorenzo dalla scomunica. Nei suoi ultimi anni di vita dovette fronteggiare numerosi scontri e pericoli, ma riuscì a mantenere un governo stabile fino alla sua morte, l’8 aprile 1492.<ref>{{Cita libro|titolo=Ivan Cloulas, lorenzo il magnifico, Salerno editrice s.r.l, Roma, 1986 (edizione speciale per il giornale biblioteca statale) cap III}}</ref>
 
 
A partire dal [[1437]] e per diversi secoli, i [[Medici]] per dar lustro alla casata, ma anche per un senso di offerta e amore verso la propria città e i cittadini, radunarono a corte i migliori artisti, letterati, umanisti e filosofi del tempo: tra gli altri, [[Michelangelo Buonarroti]], [[Pico della Mirandola]], [[Verrocchio]], [[Michelozzo]], [[Angelo Poliziano]], [[Antonio Pollaiolo]], [[Sandro Botticelli]], [[Galileo Galilei]], [[Filippo Brunelleschi]] e [[Leonardo da Vinci]].