Atri: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: l'apostrofo fuori dal wikilink
{{chiarire|Clarisse}}
Riga 52:
[[File:Atri - Via Ferrante.JPG|thumb|upright|Via Ferrante]]
Non è dato per certo, come sostiene qualcuno<ref>[[Anton Ludovico Antinori]], ''Annali degli Abruzzi'', Vol. I, p. 3</ref>, che siano stati gli [[Illiri]], provenienti dalla [[Dalmazia]], durante le migrazioni tra il [[X secolo a.C.|X]] e il [[IX secolo a.C.]], a dare il nome alla città, la cui forma più antica, Hatria, potrebbe derivare da [[Hatranus]] o Hadranus, divinità illirica - [[siculi|sicula]].
Con le ultime scoperte archeologiche è dato per certo che la parte centrale dell'Italia era abitata dagli [[Osci]] - [[Oschi]]- [[Osco-umbri|Sabelli]] - [[Sabini]] - Safin, già dal [[IX millennio a.C.]], in grotta nella parte montana e sui terrazzi fluviali dell'[[Aterno]], [[Vomano]], [[Tordino]] e [[Tronto]]: culture- Bertoniana, di Catignano, del Casarino e di Ripoli. Praticavano la [[pastorizia]] transumante già dal tardo neolitico, quando il Mare Adriatico era in fase di formazione, all'inizio dello scioglimento delle acque dell'ultima [[glaciazione Würm]], iniziato all'incirca 11.000 anni fa.
 
{{Chiarire|Sulle monete cittadine siglate HAT (che all'epoca si leggeva, come le altre lingue osco-italiche, da destra a sinistra - vedi la stele di Penna Sant'Andrea e quella di Capestrano che rappresenta un meddis o meddix chiamato poi dai romani magister-cit.storica anche da Salmon: i sanniti- un capo popolo e non un guerriero perché i paramenti sono solo di rappresentanza), compare anche la lupa o il lupo, (scambiato da qualcuno per cane); sono le più antiche esistenti al mondo e furono coniate, secondo molti studiosi, tra il [[VI secolo a.C.|VII]] e il VI [[IV secolo a.C.|secolo a.C.]].|Riportare le fonti che affermino tale datazione e il fatto che queste risulterebbero essere le più "antiche monete al mondo".}}
Riga 156:
La costruzione della chiesa deve risalire al [[Duecento]], e nel [[Trecento]] divenne probabilmente Cappella degli Acquaviva; però, per accedere alla chiesa, bisognava passare per il giardino, e inoltre era spesso usata dal popolo, cose che fecero cambiare idea alla famiglia che scelse come cappella privata quella di [[Chiesa di San Liberatore (Atri)|San Liberatore]], a cui si poteva accedere da un corridoio interno. Tra [[Seicento]] e [[Settecento]] tutta la chiesa venne rifatta e l'altare maggiore divenne [[barocco]], e vi furono aggiunte statue e dipinti barocchi.
 
La facciata è semplice, con una vetrata della ditta Camper e un piccolo [[campanile]]; sul lato sinistro, una decorazione medievale scoperta di recente, mentre su quello destro vetrate della ditta atriana. L'interno è ad unica navata, molto essenziale. Sul lato sinistro troviamo la nicchia con la venerata statua di [[San Rocco]]; sul lato sinistro, una nicchia con una piccola statua barocca di [[Sant'Antonio]], il cui Bimbo sembra essere di fattura popolare e più recente;un tela del XVII-XVIII secolo (attr. scuola napoletana) con "Sant'Anna educa la Vergine", un piccolo altare con un quadro della Madonna di Pompei (XVIII secolo circa). L'[[altare]] maggiore è in stile barocco, ma anche questo è semplice e sono pochi gli ornamenti: timpano, colonne doriche e qualche puttino. Al centro una nicchia accoglie una statua della Madonna con Bambino (XVIII secolo, detta "delle SS.Grazie"), con ai lati due piccole tele di scuola napoletana del [[Settecento]], con [[San Michele Arcangelo]] e l'[[Angelo Custode]].
 
==== Chiesa del Santo Spirito (detta santuario di Santa Rita da Cascia) ====
Riga 186:
Il monastero, all'esterno, presenta un frammento di affresco del XVI secolo e un bassorilievo con lo stemma degli Acquaviva del 1460. Si entra e ci si trova in una grande stanza dove si trova un campanella, una grata e la "ruota girevole" dove fino a qualche secolo fa era uso mettere i bambini che erano poi presi dalle clarisse, mentre oggi si vengono a posare dolci, vestiti e cibo, mentre le suore ricambiano donando le ostie (sconsacrate) da loro preparate e alcuni buoni dolci. Gli altri locali del monastero non sono accessibili, perché riservati alle sole suore.
 
All'interno di alcuni locali sono conservate opere stupende e importanti, come: alcuni codici, con disegni del [[Settecento]] delle {{chiarire|[[Clarisse]]}}; un quadro del [[XIX secolo]] con la raffigurazione della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] che appare ad una clarissa (all'epoca della realizzazione era Suor Veronica de Petris;); una santa Chiara del Settecento, scuola napoletana; una tela con l'Addolorata del [[Seicento]], attribuita a [[Carlo Dolci]]. Ma l'opera più importante è la [[Madonna del Rosario]], modesta opera seicentesca di un artista locale, collocata nel Coro Superiore, a cui le suore sono molto devote. Tra la prima metà del XIX secolo e gli anni cinquanta del Novecento, il Monastero arrivò a situazioni di gravi difficoltà che ne stavano causando la chiusura. Soprattutto nel XIX secolo, con la soppressione dei monasteri da tutto l'Abruzzo si riversarono nel monastero di Atri le monache dei monasteri chiusi.
 
Le Clarisse di Atri temevano di fare la stessa fine ed erano preoccupate. Suor Veronica de Petris, la più preoccupata, decise di pregare la Madonna conservata nel Coro Superiore. La Madonna cominciò a parlare, dicendo che "se tutti i monasteri del mondo dovessero finire, questo qui, per te, non lo farò mai finire". E tutto ciò che ha detto si è avverato.
Riga 198:
* Chiesa di [[Sant'Andrea Apostolo]] (sconsacrata; oggi sede della Schola Cantorum "A.Pacini");
* Chiesa di [[San Gabriele dell'Addolorata]] (nel quartiere Croce Sant'Antonio, nei pressi dell'ospedale civile);
* Chiesa di [[Maria (madre di Gesù)|Santa Maria]] delle Grazie]] (in contrada Cona, sulla strada per [[Silvi]] e [[Pescara]], ma inglobata nell'espansione moderna);
* Chiesa di [[Vera Croce|Santa Croce]] (in contrada [[Crocifisso]], sulla strada per [[Pineto]], anch'essa ora parte della città).
 
=== Architetture civili ===