Benigno Bossi (pittore): differenze tra le versioni

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Nel [[1757]], durante la [[guerra dei sette anni]], abbandonò la Germania per rientrare in [[Italia]], inizialmente a [[Milano]] e definitivamente a [[Parma]], al servizio della corte.
 
Le sue note incisioni, sopravvissute in buon numero, dal punto tecnico furono [[acquaforte|acqueforti]], [[acquatinta|acquetinte]] e incisioni realizzate con il metodo [[Gilles Demarteau|Demarteau]], utilizzate per la loro capacità di valorizzare il disegno a matita. Le sue incisioni derivarono dalle opere del [[Parmigianino]], di cui interpretò l'elegante [[manierismo]] con garbate poggiature [[rococò]], oltre che del [[Correggio (pittore)|Correggio]] e del [[Giulio Carpioni|Carpioni]].<ref name ="le muse">{{cita libro | titolo=le muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1964 |volume=II |pp=372-373}}</ref>
 
Come incisore possiamo menzionare la sua opera principale, il volume pubblicato nel [[1772]], intitolato la ''Raccolta di disegni originali di Fra.co Mazzola detto il Parmigianino, tolti dal gabinetto di sua eccellenza il sig.re conte Alessandro Sanvitale, incisi da Benigno Bossi Milanese stuccatore regio e professore della reale Accademia delle Belle Arti'', comprendente trenta tavole stampate parte in seppia parte in nero.<ref name=Trecc />
 
Di notevole qualità risultò la sua produzione di stucchi, tra cui quelli eseguiti nel [[Palazzo del Giardino]] e nel [[Palazzo di Riserva]] di Parma, dove decorò lo scalone e alcune sale con festoni a stucco di grande raffinatezza. Notevole nel Palazzo del Giardino la decorazione del soffitto di una sala con 224 specie diverse di uccelli, detta appunto ''Sala degli Uccelli''. Per i suoi [[fregio|fregi]] e [[Medaglione (architettura)|medaglioni]] scelse lo stucco bianco e la tecnica a rilievo, mitigando i caratteri secondo lo stile [[Francia|francese]] della scuola di [[Ennemond Alexandre Petitot|Petitot]] e sfoggiando pregevoli decorazioni floreali e a nastri 'a gala' in [[stile Luigi XVI]].<ref name ="le muse" />
 
Dopo il [[1761]], Bossi realizzò il trofeo in stucco, su disegno del Petitot, per l'attico della facciata della chiesa di [[Chiesa di San Pietro (Parma)|San Pietro]] e tre anni dopo incise, sempre su disegni dell'architetto francese la ''Suite des vases...''.
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Dall'aprile [[1766]] Bossi assunse la carica di stuccatore di corte, oltre che di insegnante nell'Accademia di belle arti.
 
La produzione pittorica, invece, è meno importante sia per numero sia per qualità. Le sue opere, a metà strada tra il [[Barocco]] e il [[Neoclassicismo|Neoclassico]], furono realizzate in varie chiese parmensi e presso il Palazzo del Giardino Ducale.<ref name ="le muse" /> Si possono menzionare i ''Giochi in onore di Anchise'' e la ''Corsa delle bighe'' (Palazzo del Giardino Ducale); tele di argomento religioso in chiese di Parma e [[Colorno]], tra le quali la ''Beata Orsolina Veneri di fronte all'antipapa Clemente VII'' ([[1786]], chiesa di San Quintino a Parma), la [[pala d'altare]] con l'''Apparizione in Soriano della Madonna, santa Maria Maddalena, e santa Caterina che recano l'immagine di san Domenico'' (chiesa di San Domenico), infine nella chiesa di San Liborio a Colorno, il ''San Marino'', il ''San Omobono'', il ''San Giovanni Buralli'', il ''Sant'Alberto da Bergamo'', il ''San Pietro da Uremis''.<ref name=Trecc />; opere di tematiche varie in collezioni private; qualche schizzo.
 
Durante la sua carriera di insegnante Bossi ebbe numerosi studenti, tra i quali [[Francesco Londonio]], Simone Francesco Ravenet iunior, Paolo Borroni e Guglielmo Silvestri.