Ugo Buttà: differenze tra le versioni
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|Forza_armata =[[Regio Esercito]]
|Arma =[[Arma di Fanteria|Fanteria]]
|Corpo =[[Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea]]
|Specialità =
|Unità =
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|Attività = generale
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , veterano della [[prima guerra mondiale]]. Entrato nel [[Servizio Informazione Militare]] (SIM) operò come agente segreto a Khartoum nel periodo precedente lo scoppio della [[guerra d'Etiopia]] insieme a [[Paolo Caccia Dominioni]], e dopo lo scoppio delle ostilità fu al comando del 4° Gruppo Battaglioni Eritrei. durante la [[seconda guerra mondiale]] fu al comando della [[213ª Divisione costiera]] e poi della [[155ª Divisione fanteria "Emilia"]] operante in [[Montenegro]].
}}
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Partecipò alla [[grande guerra]] nelle file del [[5º Reggimento bersaglieri]], venendo promosso dapprima [[tenente]], e poi [[capitano]], e decorato con una [[Medaglia d'argento al valor militare|Medaglia d'argento]] e una [[Croce di guerra al valor militare]].
Dopo la fine del conflitto prestò servizio nello Stato maggiore, entrando successivamente nel [[Servizio Informazioni Militare]].<ref name="as">{{Cita|Il Corno d'Africa||as}}.</ref>
Destinato al servizio in Colonia prestò servizio per molto tempo in [[Somalia]] e in [[Eritrea]],
Promosso [[colonnello]] per merito di [[guerra]] con anzianità dal 22 gennaio 1936, comando il [[29º Reggimento fanteria "Pisa"]]<ref name="aw"/> di stanza ad [[Asti]] e poi prestò servizio presso il comando del [[Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea]] sino al 15 settembre [[1939]], quando divenne [[Capo di stato maggiore]] della [[47ª Divisione fanteria "Bari"]], una unità di nuova formazione, con [[Quartier generale]] a [[Bari]].
Con l'entrata in [[seconda guerra mondiale|guerra]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], avvenuta il 10 giugno [[1940]], prestò servizio in tale incarico sino al dicembre seguente per passare, con la promozione a [[generale di brigata]] avvenuta il 1 gennaio [[1941]], al comando Superiore FFAA dell'[[Albania]] per speciale incarico.
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In seguito passò dapprima al comando della [[213ª Divisione costiera]],<ref name=P0p130>{{Cita|Pettibone 2010|p. 130}}.</ref> poi a prestare servizio presso il comando della [[Tripolitania]] Orientale sino al 22 novembre e poi ancora presso il comando Superiore FFAA dell'[[Africa Settentrionale Italiana]] sino al 31 marzo [[1942]].
Dal 1º aprile dello stesso anno fu destinato a prestare servizio presso il comando del I Corpo d'armata a [[Torino]] per incarichi speciali per poi passare in servizio presso il [[Ministero dell'Africa Italiana]] a Roma.<ref name="aw"/>
Dal 25 aprile [[1943]] assunse il comando della [[155ª Divisione fanteria "Emilia"]]<ref name=P0p126>{{Cita|Pettibone 2010|p. 126}}.</ref> dislocata in [[Montenegro]], nei pressi di delle Bocche [[Cattaro]].<ref group=N>Il comandante della [[fanteria]] divisionale era il generale di brigata Livio Negro.</ref><ref name=A8p148>{{Cita|Arnell 2018|p.148}}.</ref>
Il 1º luglio successivo fu promosso al rango di [[generale di divisione]].<ref name="as"/> Dopo l'annuncio dell'[[Armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre]], i reparti della divisione si concentrarono intorno alle Bocche di Cattaro, dove insieme alla [[Regia Marina]] organizzarono la difesa della locale Piazza Marittima, rifiutando di arrendersi ai [[Germania|tedeschi]]. Per consolidare le proprie posizioni, a partire dal 14 settembre i reparti della "Emilia" conquistarono uno dopo l'altro i presidi tedeschi rimasti isolati nel dispositivo italiano, tranne quelli di Cattaro e Cruda che resistettero.
Nei giorni successivi, attaccati da terra e dal cielo dai reparti tedeschi, che nel frattempo avevano ricevuto rinforzi, ed impossibilitati ad organizzare una resistenza efficace, i resti della 155ª Divisione fanteria "Emilia" si imbarcarono nella notte tra il 15 e il 16 settembre<ref name="aw"/> sulle unità della Regia Marina,<ref group=N>Si trattava di 5 [[Piroscafo|piroscafi]] e una dozzina di altre imbarcazioni minori dove trovarono posto i due terzi del del personale della Divisione (circa 6.500 uomini), dotati di equipaggiamento individuale al completo.</ref> dirette a Bari<ref name="aw"/> dove giungeranno e verranno presto riutilizzate nel [[Corpo Italiano di Liberazione]].
== Onorificenze ==
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==Bibliografia==
*{{cita libro|autore=
*{{cita libro|autore=Philip S. Jowett|autore2=Stephen Andrew|titolo=The Italian Army Vol.1|editore=Osprey Publishing Company.|città=Botley|anno=2000|lingua=en|isbn=1-78159-181-4|cid=Jowett, Andrew 2000}}
*{{Cita libro|autore=Charles D. Pettibone|titolo=The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco|editore=Trafford Publishing|lingua=en|anno=2010|ISBN=1-4269-4633-3|cid=Pettibone 2010}}
*{{cita libro|autore=Rivista Militare|titolo=Un uomo. Paolo Caccia Dominioni|editore=Rivista Militare|città=Roma|anno=2108|isbn=|cid=Rivista Militare 2018}}
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|autore=|url=http://www.generals.dk/general/Buttà/Ugo/Italy.html|titolo=Ugo Buttà|accesso=17 maggio 2019|lingua=en|editore=http://www.generals.dk|sito=Generals|cid=aw}}
*{{cita web|autore=Vincenzo Meleca|url=http://www.ilcornodafrica.it/st-melecapassouarieu.pdf|titolo=Passo Uarieu|accesso=17 maggio 2019|editore=http://www.ilcornodafrica.it|sito=Il Corno d'Africa|cid=as}}
{{portale|biografie|guerra|seconda guerra mondiale}}
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[[Categoria:Militari italiani della prima guerra mondiale]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine militare di Savoia]]
[[Categoria:Commendatori dell'Ordine della Corona d'Italia]]
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]]
[[Categoria:Agenti segreti italiani]]
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