Utente:Darwin Watterson 12/Sandbox: differenze tra le versioni
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La monografia iniziale di Whittington sulla Marrella (1971) non parlava affatto di problemi legati all'evoluzione. <br>
Harry lavorò per quattro anni e mezzo sulla Marrella, preparando e sezionando personalmente esemplari, e disegnandone decine e decine nei diversi orientamenti. I suoi studi sulla fauna di Burgess e quelli del suo gruppo di lavoro furono per la maggior parte revisioni e non prime descrizioni di specie. Esse vennero perciò presentate nel contesto di interpretazioni precedenti: Walcott aveva caratterizzato la Marrella come un trilobite o comunque un organismo abbastanza vicino da condividere le caratteristiche anatomiche del gruppo, Stormer aveva fatto della Marrella il principale rappresentante dei suoi Trilobitoidea, gruppo più prossimo ai trilobiti e allo stesso livello gerarchico nella sua classe maggiore dei Trilobitomorpha. <br>
Whittington studiò quindi la Marrella nel contesto primario del suo rapporto con i trilobiti sui quali era specializzato ma affermò che la forma generale del corpo della marrella aveva ben poca somiglianza con i trilobiti data la scoperta di differenze costanti a livello delle appendici. Whittington si trovò però ben presto di fronte a un problema tecnico: stabilì una sequenza di appendici cefaliche non solo diverse dalle antenne preorali e postorali dei trilobiti ma anche completamente sconosciuta fra gli artropodi. Non sapeva quindi come classificarla. All'epoca era sempre prigioniero del concetto che i fossili di Burgess, in quanto molto antichi, dovessero essere necessariamente primitivi: o membri generalizzati di grandi gruppi che in seguito svilupparono forme più specializzate, o precursori ancora più lontani che combinavano caratteri di vari gruppi e che potevano essere interpretati come progenitori di tutti gli altri.
Una prima idea di Whittington fu che la Marrella potesse essere una sorta di precursore sia dei trilobiti che dei crostacei data la somiglianza nella struttura degli arti e la presenza di due paia di appendici preorali sul capo. L'idea comunque era debole dato che lui stesso aveva trovato differenze importanti nei particolari fra gli arti della Marrella e quelli dei Trilobiti mentre i crostacei hanno anche tre appendici postorali sul capo mentre la Marrella non ne ha nessuna. Inizialmente però scelse una classificazione prudente anche se molto forzata e la collocò nei Trilobitoidea di Stormer. <br>
Whittington continuò il suo studio degli artropodi di Burgess procedendo in ordine di abbondanza dei reperti. Dopo la Marrella venivano: la Canadaspis che affidò al suo studente Derek Briggs, la Burgessia e la Waptia che affidò al collega Chris Huges e la Yohoia che studiò da solo. <br>
La sua seconda monografia (1974) fu infatti sul genere Yohoia. Essa segnò una transizione sottile ma interessante nel suo pensiero, gli mancava però una cornice concettuale che gli permettesse di pensare agli organismi di Burgess comea qualcosa di diverso da organismi primitivi o ancestrali. <br>
Walcott aveva classificato la Yohoia fra i brachipodi mentre Stormer l'aveva considerata un genere incerto, classificato nella sottoclasse finale dei Trilobitoidea ma, analizzando la Yohoia, Whittington si rese sempre più conto che i suoi caratteri non si conciliavano con i caratteri di nessun altro gruppo noto. <br>
La Yohoia, con il suo paio di grandi appendici sullo scudo cefalico e la curiosa disposizione degli arti postcefalici, era un organismo unico fra gli artropodi. <br>
Whittington, nonostante l'unicità della Marrella, era riuscito a incastrarla nel gruppo degli organismi primitivi e precursori; la Yohoia però non era un precursore con qualche carattere particolare bensì una specie a sé con un misto di caratteri primitivi e di caratteri derivati. <br>
Agli inizi del 1975 aveva completato due monografie che lo avevano portato allo stesso curioso risultato: la Marrella e la Yohoia non rientravano in alcuna classe nota.
Nello stesso anno Whittington iniziò un'altra monografia, questa volta sull'Opabinia. Harry disponeva di dieci esemplari e tutti avevano sempre identificato questo animale come un artropodo ma nessuno aveva mai trovato l'elemento di identificazione certo di questo phylum: le appendici segmentate. Harry eseguì perciò le dissezioni sicuro che le avrebbe trovate ma così non fu. <br>
La Marrella e la Yohoia anche se isolate all'interno di questo phylum giagantesco erano artropodi ma l'Opabinia lo era. <br>
Nonostante quest'ultime si fosserò già ribellate al calzatoio di Walcott, con l'Opabinia Whittington si trovò di fronte a un genere che non apparteneva agli animali noti della Terra o di qualunque terra precedente ma continuò ad essere prudente e per l'ultima volta si limitò a non riconoscerla come un artropodo trilobitomorfo o un anellide. <br>
Harry Whittington continuò a studiare affiancato da due brillanti studenti: Derek Briggs e Simon Conway Morris. Da quel momento in poi le ricerche su Burgess divennero lo sforzo congiunto di tre uomini con un obbiettivo comune e un insieme comune di metodi ma tanto diversi quanto potevano esserlo nell'età e nell'approccio generale alla scienta e alla vita. <br>
Nel 1978 Whittington scrisse una monografia sulla Aysheaia. Walcott nel 1911 aveva descritto l'Aysheaia come un anellide ma alcuni suoi colleghi affermarono che quell'organismo era quasi indistinguibile, almeno superficialmente, da un piccolo gruppo di invertebrati moderni, gli onicofori. Whittington, dopo averla studiata, ammise che esistevano somiglianze impressionanti nelle appendici anteriori, nei brevi arti corporei uniramati con artigli terminali, e nelle anulazioni sul corpo e sugli arti. Indicò però anche alcune differenze fra cui la mancanza di mandibole e la terminazione del corpo all'ultimo paio di arti. <br>
Per Whittington queste differenze furono sufficienti a separare l'Aysheaia dagli onicofori e quindi ne confermò l'unità tassonomica. <br>
Per anni aveva resistito a separare gli organismi di Burgess da gruppi ben noti e lo aveva fatto solo quando costretto da prove evidenti ma in questa monografia elencò e discusse le stesse differenze precedentemente evidenziate da Hutchiston che però aveva classificato l'Aysheaia come un onicoforo. I dati infatti non erano mutati ma Whittington riuscì non solo ad accettare ma persino a preferire l'unità tassonomica degli animali di Burgess. La monografia del 1978 di Whittingon sull'Aysheaia segnò la codificazione di una nuova concezione di vita.
==Vita professionale==
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