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== L'attività di controbanda in Val Varaita ==
Adami arrivò in [[Piemonte]] in seguito al trasferimento della 4ª Divisione alpina "Monterosa" per assicurare le retrovie; il 16 novembre 1944 fu assegnato a questo compito di presidio in [[Val Varaita]], alle dipendenze dirette del maggiore Mario Molinari, comandante del [[battaglione Bassano]]. Alla testa di un'unità esigua e ben equipaggiata, si occupava di un ampio territorio del cuneese comprendente i comuni di [[Sampeyre]], [[Pontechianale]], [[Costigliole Saluzzo]], [[Brossasco]], [[Venasca]] e [[Casteldelfino]] dove ebbe anche la sua sede. Il suo compito era perlustrare ed assicurare le retrovie, sbarrando le azioni dei [[partigiani]] locali che si spingevano fin nei centri abitati. La sua attività consisteva nel cercare principalmente di catturare i capi partigiani<ref>Marco Ruzzi, ''op. cit.'', p. 49 e p. 154; Liliana Peirano, ''op. cit.'', p. 314</ref> attraverso azioni di controbanda: in pratica, soprattutto all'inizio quando ancora non era un viso noto a partigiani e civili, Adami smetteva la divisa ed indossava panni borghesi per cogliere impreparati i partigiani medesimi<ref>si veda Marco Ruzzi, ''op. cit.'', pp . 49-50</ref>. La tecnica risultava remunerativa in quanto non procurava quasi vittime agli attaccanti ma, in compenso, teneva costantemente i partigiani sotto tensione, costretti com'erano a moltiplicare i servizi di guardia e a cambiare spesso le loro posizioni, tanto che furono anche obbligati ad abbandonare temporaneamente la Val Varaita<ref>Si veda Giorgio Bocca, ''Storia dell'Italia partigiana'', Milano, Oscar Mondadori, 1995,
Le operazioni che coinvolsero Adami iniziarono tra il 18 e il 20 novembre 1944 e si caratterizzarono per un tasso di violenza molto alto sia nei confronti dei partigiani presi prigionieri sia dei civili considerati complici della [[Resistenza italiana|Resistenza]] e dei renitenti alla leva. Le azioni di Adami consistettero in numerosi assalti ad automezzi e cariaggi, attività di sminamento dei ponti, rastrellamenti nei territori delle valli Maira e Varaita<ref>Per una ricostruzione delle prime azioni della "banda" Adami contro la Resistenza fino a dicembre 1944, si veda Marco Ruzzi, ''op. cit.'', pp. 49-58. Per le operazioni nel marzo-aprile 1945, prima dello sbandamento finale delle truppe fasciste, si veda sempre Marco Ruzzi, ''op. cit.'', pp. 75-82. Ruzzi afferma anche che "''L’impianto antipartigiano dell’Adami è efficace, ma il metodo è spregiudicato perché egli non distingue tra partigiani e civili, fra prigionieri e ostaggi e non rispetta nessuno: tutti i ‘non fascisti’ sono nemici, compresi alcuni suoi sottoposti, arrestati per sospetta collusione con la Resistenza"'' (''op. cit.,'' p. 154)''.''</ref>.
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