Carlo Sforza: differenze tra le versioni

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L'antifascismo in Italia e all'estero: link a documenti d'archivio
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, e a repubblicani come il giovane [[Ugo La Malfa]]<ref>{{cita libro|cognome=Galante Garrone|nome=Alessandro|titolo=I radicali in Italia (1849-1925)|città=Milano|editore=Garzanti |anno=1973|pagine=405-406}}</ref>; tale formazione ebbe, però, vita breve, e non sopravvisse al suo fondatore, deceduto a [[Cannes]] il 7 aprile [[1926]], a seguito di precedenti percosse delle squadre fasciste.
 
Nel [[1927]] alcune minacce, rivoltegli dagli [[squadrismo|squadristi]], e lo scontro fisico subito a [[Bardonecchia]], lo costrinsero all'esilio<ref>{{cita libro|cognome=Zeno|nome=Livio|titolo=cit.|p=129}}</ref>. Il pretesto per lasciare il paese fu la proposta di recarsi in [[Cina]] quale corrispondente di due quotidiani stranieri (Le [[Journal des débats]] e il [[The Guardian|Manchester Guardian]])<ref>Gli articoli furono successivamente raccolti nel volume:{{cita libro|cognome=Sforza|nome=Carlo|titolo=L'Enigme Chinoise|città=Parigi|anno=1928}}</ref>; al ritorno si stabilì in [[Belgio]], la patria della moglie e, successivamente, acquistò una residenza estiva in [[Francia]], presso [[Tolone]]<ref>{{cita libro|cognome=Sforza|nome=Carlo|titolo=L'Italia dal 1914 al 1944, cit.|pp=163}}</ref>. Negli anni dell'esilio si dedicò all'attività pubblicistica, non tralasciando i contatti con i fuorusciti italiani<ref>{{cita libro|cognome=Garosci|nome=Aldo|titolo=Storia dei fuorusciti|editore=Laterza|città=Bari|anno=1953|p=122}}</ref>, ma senza aderire ad alcun partito<ref>Sui contatti con la concentrazione antifascista, e segnatamente con [[Filippo Turati]] e con [[Francesco Saverio Nitti]], v. http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/archiviostorico/ricerche/1906-11a.pdf </ref>; collaborò con il quotidiano radicale francese ''La dépeche de Toulouse''<ref>{{cita libro|cognome=Sforza|nome=Carlo|titolo=L'Italia dal 1914 al 1944, cit.|p=167}}</ref> e fu, tra gli antifascisti in esilio, colui che lavorò maggiormente per collocare il fascismo come un problema di carattere internazionale<ref>{{cita libro|cognome=Salvatorelli|nome=Luigi|coautori=Giovanni Mira|titolo=Storia d'Italia nel periodo fascista|editore=Einaudi|città=Milano|anno=1969|p=114}}</ref>.
 
Nei giorni immediatamente precedenti l'entrata in guerra dell'Italia, Sforza fece un vano tentativo nei confronti di [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]], facendogli recapitare una lettera nella quale scongiurava il re di evitare il conflitto, prevedendo i più gravi disastri per l'Italia e per la dinastia sabauda; il testo di questa lettera fu in seguito pubblicato nel volume ''L'Italia dal 1914 al 1944 quale io la vidi''<ref>{{cita libro|cognome=Sforza|nome=Carlo|titolo=L'Italia dal 1914 al 1944, cit.|pp=164 e succ.ve}}</ref>, ma, al momento, non ne è stata rinvenuta traccia nell'archivio Savoia<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/novembre/12/Archivi_Savoia_eterno_mistero_co_0_9811125233.shtml Archivi Savoia eterno mistero]</ref>.