Giuramenti di Strasburgo: differenze tra le versioni

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Il loro giuramento fu scritto da un testimone oculare, lo storico Nitardo, cugino dei tre sovrani e abate laico di St. Riquier.
 
Nitardo scrive una cronaca, ''Historia filiorum Ludovici Pii (''conservata in un manoscritto a Parigi, nella ''Bibliothèque nationale de France),'' e lo fa utilizzando un latino classicheggiante, in modo tale da dare autorità all'opera, in quanto scritta in unall'epoca in cui il volgare non venivaaveva ancora riconosciuto a livellodignità letterarioletteraria. Anche per il discorso dei sovrani con gli eserciti usa il latino, specificando, però, che il discorso fu pronunciato in volgare.
 
I due fratelli, infatti, per essere sicuri di essere compresi dai loro esercitisoldati che assistevano alla solenne cerimonia, giurarono in [[lingua romanza]] ([[francese antico]]) e in lingua teudisca ([[alto tedesco antico]]) di sostenersi a vicenda e di non stringere alcuno accordo con Lotario, imperatore e fratello.
 
Ciò testimonia l'esistenza di due aree linguistiche distinte, francese e tedesca, all’interno del mondo imperiale.
 
Quando Nitardo riporta i Giuramenti, invece, utilizza il volgare e ciò costituisce un evento di importanza storica, in quanto In [[Italia]] occorrerà attendere ancora 118 anni prima d'incontrare un primo documento di [[volgare]] scritto, il ''[[Placito capuano]]'' del [[960]].
 
L'opera di Nitardo è considerata una fonte narrativa, poiché i Capitolari carolingi non ammettevano l’uso del volgare, e la sua scelta, che corrisponde soprattutto a un espediente retorico, è dunque una rivoluzione di sapore letterario.