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La partecipazione al [[Concilio]] è obbligatoria sia per il clero che per i [[laici]], rispondendo questo dovere ad una esigenza di carattere sociale e morale. Quanto deciso dal Concilio ha valore di legge universale ed è posto, per autorità, immediatamente dopo i sacri testi e prima dei decretali ai quali non viene riconosciuta alcun'autorità cogente. Il Concilio ha il più vasto campo di azione possibile, potendo decidere circa il rito, i digiuni, il riconoscimento di ordini religiosi, insomma su tutto quanto interessa la vita religiosa.
I vescovi devono sottostare al Concilio, potendo ogni potere, loro concesso, essere revocato in qualsiasi momento. Il Concilio può determinare la preminenza di un vescovo su altri, ma soltanto con carattere puramente amministrativo, non comportando questa relativa superiorità alcuna supremazia od immunità: il vescovo di Roma, è sottoposto alla vigilanza dello Stato e precisamente della ''Universitas Civium''. L'''Universitas civium'' può attraverso l'[[Imperatore]] convocare in qualsiasi momento il [[Concilio ecumenico]]. L'imperatore ha, oltre il compito di convocare il Concilio, che farà per ragioni di opportunità su invito del Pontefice, un potere di sorveglianza sullo svolgimento del Concilio stesso.
Marsilio nega il primato sia spirituale che temporale, del vescovo di [[Roma]], il Papa. Primato che è stato costruito a poco a poco, in maniera impercettibile, per sedimentazione consuetudinaria, acquistando un'autorità morale prima e politica poi sempre maggiore. Di questo processo il popolo non fu consapevole, tanto che alla fine accettò il primato romano come voluto da Dio. L'autorità che viene negata al Pontefice è invece riconosciuta al [[Concilio ecumenico]].
È la ''Universitas Fidelium'', analoga alla ''Universitas Civium'', l'organo supremo della Chiesa. Siamo di fronte ad un processo di costituzionalizzazione analogo a quello visto per lo Stato. Marsilio nega la necessità di una qualsiasi mediazione ecclesiastica: {{Citazione|In peccatore vere poenitente id est de peccato commisso dolente, aliqua salus dei operatur etiam absque sacerdote aliquo praeveniente ministerio, mentis videlicet illuminationem, culpae seu maculae peccati purgationem et aeternae damnationis remissionem.}}
Toglie ogni forza coattiva all'autorità ecclesiastica e la stessa scomunica, dopo un regolare giudizio, è deferita al Concilio ecumenico. Le usurpazioni del Papa e dell'organizzazione ecclesiastica sul potere civile sono considerate quali vere cause di turbamento della pace, {{Citazione|sotto una maschera di onestà e di decoro il papato è così pericoloso per il genere umano che ove non lo si fermi, arrecherà danno assai grave alla civiltà ed alla Patria.|}}
Nega l'istituzione divina dell'organizzazione della Chiesa e la considera come il risultato di usurpazione dei diritti dei fedeli che partecipano della Chiesa allo stesso titolo dei sacerdoti. {{Citazione|Tutti i fedeli di Cristo appartengono alla Chiesa, e i Sacerdoti come i laici, giacché Cristo ha riscattato tutti con il suo sangue.... Cristo non ha versato il suo sangue solo per gli Apostoli e per ciò non è solo ai loro successori, vescovi, preti, diaconi, che si allude parlando della Sposa di Cristo....|}}
Diversi sono gli elementi della polemica, ma fra tutti il più importante è quello della superiorità del Concilio ecumenico.
==Riforma della Chiesa==
Marsilio ha una chiara visione dello stato di corruzione e di degenerazione in cui versa la Chiesa, si trova fronte ad uno spettacolo desolante: la quasi completa ignoranza da parte dei chierici dei sacri testi, la inesperienza e l'ambizione dilagano in tutte le sfere della Chiesa, sia alte che basse. Molti sono gli autori che condannano questo stato di cose, e fra tutti si eleva la voce di [[Dante]].
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