Ardashir I: differenze tra le versioni

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Nonostante una soluzione diplomatica offerta dall'[[imperatore romano]] [[Alessandro Severo]], i [[Persiani]] penetrarono in [[Mesopotamia]] cercando senza riuscirvi di conquistare [[Nisibis]], e forse compiendo anche brevi incursioni in [[Siria (provincia romana)|Siria]] e [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]]. I [[Impero romano|Romani]] [[campagna sasanide di Alessandro Severo|organizzarono allora una spedizione]], col supporto del [[regno d'Armenia]], e invasero la [[Medi]]a (oggi [[regione di Hamadan]], Iran) nel [[232]] puntando alla capitale Ctesifonte, già diverse volte catturata al tempo dei Parti. Ardashīr riuscì a respingere l'assalto a prezzo di numerose perdite, il che lo convinse a mettere da parte temporaneamente le sue mire sulla costa mediterranea, e a concentrarsi nel consolidamento del suo potere a oriente.
 
La guerra riprese nel [[238]], quando Ardashīr, approfittando della guerra civile scoppiata a Roma, invase ancora la Mesopotamia con l'aiuto del figlio [[Sapore I]]. Dopo la conquista di [[Nisibis]] e [[Carre (città)|Carre]], Ardashīr associò al trono Sapore, nominandolo ''re dei re''.
 
Nel [[240]] vinse e distrusse l'[[Impero Kusana]], recuperando tutti i territori corrispondenti alle antiche satrapie orientali achemenidi.