Codex Fuldensis: differenze tra le versioni

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== Storia ==
[[Vittore di Capua]] (m. 554) riporta di aver trovato un'[[armonizzazione evangelica]] in latino antico, che egli stesso riconosceva essere derivata dal ''Diatessaron'' di Taziano. Egli sostituì il testo della vulgata dal latino, prendendo il resto dei testi dalla vulgata standard.<ref name=Ehrman/> [[San Bonifacio (vescovo di Magonza)|Bonifacio]] acquisì il codice e nel 745 lo diede al [[Abbazia di Fulda|biblioteca monastica]] (Abb. 61) di [[Fulda]], dove ancora oggi si trova (da cui il nome del codice).<ref name="Metzger">Bruce M. Metzger, ''The Early Versions of the New Testament'' (Oxford 1977), p. 335.</ref> Esso è stata la fonte principale per le armonizzazioni vernacolari dei vangeli in [[lingua alto-tedesca antica|alto-tedesco antico]], in franco orientale ed in [[lingua sassone antica|sassone antico]]. Secondo Malcolm Parkes, le [[glossa|glosse]] all'[[Epistola di Giacomo]] sarebbero state manoscritte da San Bonifacio in persona.<ref>{{cite journal|last=Parkes|first=Malcolm B|year=1976|title=The Handwriting of St. Boniface: A Reassessment of the Problems|journal=Beiträge zur Geschichte der deutschen Sprache und Literatur|volume=98|pages=161–79}}</ref>
 
Il ''Codex Sangallensis 56'' venne copiato, nel IX secolo, dal ''Diatessaron'' del ''Codex Fuldensis''. Anch'esso contiene alcuni estretti degli Atti degli Apostoli.<ref>[http://www.e-codices.unifr.ch/en/description/csg/0056 Codex Sangallensis 56] alla ''Stiftsbibliothek St. Gallen'' (copia del ''codex Fuldensis'' del ''Diatessaron'')</ref>