Fuoco alla paglia: differenze tra le versioni
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== Analisi ==
La novella è la storia dell'espiazione di Simone che, guidato da Nàzzaro, oscura la sua componente avara e smaniosa per iniziare a vivere in una condizione armoniosa ed equilibrata. Infatti, all'inizio della novella il protagonista si trova in una situazione ambigua: in primo luogo, il rapporto con la natura è compromesso poiché egli, abituato a trovarsi in una posizione attiva nei suoi confronti, non riconosce più limiti nel suo sfruttamento. <br/>
In secondo luogo, anche i rapporti umani sembrano compromessi: egli, abituato esclusivamente al dominio e al comando, non riesce più ad instaurare interazione amichevole se non con il suo asino. Per ricongiungersi con la natura e la società, la soluzione di Nàzzaro In questa novella è evidente che Pirandello dichiara il disfacimento dei rapporti sociali. Avendo, === Struttura narrativa ===
=== Sistema dei personaggi ===
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=== Linguaggio ===
▲Una novella non va considerata come un unico blocco unitario e inscindibile, in quanto è composta da parti indipendenti che si incastrano perfettamente tra loro. Come si può notare, questa novella inizia con la descrizione del protagonista in sella alla propria asinella in procinto di tornare nel paese. Nel descrivere questa situazione viene presentato il personaggio nelle sue abitudini, nel rapporto con le persone che lo circondano e nel suo modo di essere. Quindi, per rendere più vivo il racconto, Pirandello articola la novella su due piani temporali, ovvero quello in cui si racconta del rientro a casa e quello dei fatti antecedenti alla storia raccontata.
Dal momento che l'autore preferisce focalizzarsi sull'efficacia comunicativa e sull'importanza del messaggio finale, lo stile non è effettivamente accostabile ad una scuola letteraria precisa. Ciò è evidente dal rifiuto di una lingua "regionale", esperimento già effettuato da [[Giovanni Verga]] e propugnato da [[Luigi Capuana]]. Infatti, gli pare poco adatto utilizzare un registro così circoscritto per un'ampia diffusione delle proprie idee; egli adotta, quindi, una lingua di livello medio che eviti, contemporaneamente, sia gli eccessi aulici e decorativi che quelli dialettali. <ref name=":4">{{Cita libro | Raffaele | Messina | Novelle | 1993 | Marco Derva | | capitolo=Fuoco alla paglia | pp=55-56}}</ref>
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