Bellissima: differenze tra le versioni
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== Produzione ==
[[File:Bellissima-1951-corrado.png|thumb|upright=0.8|[[Corrado (conduttore televisivo)|Corrado Mantoni]] in una scena del film]]
Il film nasce da un soggetto di [[Cesare Zavattini]], più volte rielaborato. Secondo Lino Miccichè<ref>Nel saggio dedicato al film contenuto nel suo libro ''Visconti ed il neorealismo'' – vedasi bibliografia – pagg. da 195 a 213.</ref>, esistono infatti tre versioni del soggetto (denominate S1, S2 ed S3), tra loro alquanto diverse<ref>Ad esempio, Maddalena era, in origine, il nome della bambina e la stessa veniva scartata durante le selezioni.</ref>, che poi hanno dato vita a un'ulteriore versione (la S4), quella alla base del copione, alla quale però Zavattini non aveva più lavorato<ref>Zavattini, nel suo libro ''Io. Una autobiografia'' – vedasi bibliografia – pagina 169 - riferisce che i suoi contatti con Visconti a proposito di questo film furono pochi: due volte il regista si recò da lui, ed una volta andò lui a casa di Visconti. Poi il soggetto fu trasferito agli sceneggiatori.</ref>. Anche Visconti conferma di aver apportato molte modifiche al soggetto di Zavattini<ref>Le dichiarazioni del regista sono riportate in un'intervista realizzata da Michele Gandin a pubblicata su ''Cinema'' – vedasi bibliografia - nella quale cita, tra le modifiche, quella del quartiere romano di ambientazione, il [[Prenestino-Labicano|Prenestino]] anziché l'Annibaliano, il lavoro svolto da Spartaco, che diventa un operaio, mentre nel soggetto era un impiegato, ed il fatto che la bimba venga selezionata, mentre nel soggetto era scartata.</ref>, parlando anche di notevoli modifiche alla struttura del film ed ai dialoghi, in questo caso anche grazie alla Magnani. In un servizio apparso su ''Stampa Sera''<ref>Articolo a firma L.P [Leo Pestelli], pubblicato sul numero del 21 luglio 1951 e scritto durante la lavorazione del film, consultato presso l'archivio on line del quotidiano.</ref> si riporta la notizia per cui la storia trarrebbe origine da un fatto realmente accaduto circa un anno e mezzo prima, quando il regista Blasetti, che cercava una bambina per il suo film ''[[Prima comunione (film)|Prima Comunione]]'', ebbe a che fare con una madre che voleva a tutti i costi imporre la sua figlioletta come protagonista, dicendo a tutti che era «bellissima».
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Durante la lavorazione di ''Bellissima'' si svolsero anche due vicende personali. Secondo Patrizia Carrano<ref>Nel libro ''Anna Magnani'' dedicato alla vita dell'attrice – vedasi bibliografia – pag 176 e segg.</ref> vi fu un flirt tra la Magnani e Walter Chiari: «''Bellissima'' l'aveva messa di fronte casualmente al quel giovanotto milanese sempre indaffarato (…). Si era avviata una piccola storia, breve, nata dalla solitudine, dalla paura dell'età. Incontro breve, nato e morto sul "set" del film di Visconti». Anche nei confronti della bambina, Tina (diminutivo di Concetta) Apicella, di cinque anni, l'attrice sviluppò un forte sentimento affettivo. Secondo Governi<ref>Libro citato – vedasi bibliografia – pagina 158.</ref> Anna Magnani la portò spesso a casa sua, la fece conoscere al figlio Luca, che aveva solo 2 anni più di lei, e i due bimbi diventarono amici. Ad un certo punto l'attrice pensò anche a un'adozione, ma si fermò di fronte al comprensibile rifiuto della famiglia. Durante le riprese si verificò anche un incidente finanziario, quando un amministratore sparì con la cassa del film<ref>Episodio ricordato da Governi, op. citata in bibliografia, pag. 158.</ref>, fatto a cui tuttavia si poté porre rimedio. Altri problemi si ebbero con il mondo della distribuzione: fu chiesto a Visconti<ref>Questa circostanza viene riferita da Renato Giani in un articolo apparso sul n. 96 di ''Cinema'', vedasi bibliografia.</ref> di inserire tra gli interpreti l'attore [[Carlo Croccolo]], che a quel tempo assicurava un forte successo di pubblico e, a tale fine, fu promesso a Visconti un "cachet" aggiuntivo di 16 milioni, che tuttavia fu rifiutato. Non mancò neppure un intervento della [[Censura cinematografica|censura]], che impose di rivedere alcune parti dei testi<ref>In particolare, secondo quando scrisse [[Vitaliano Brancati|Brancati]] nel suo libro del 1952 ''Ritorno alla censura'' - riportato dal n. 88 di ''Cinema'' – fu imposto di eliminare la frase «di chi è questo ben di Dio?» riferita a un'avvenente attrice, in quanto ritenuta offensiva del sentimento religioso.</ref>.
In diverse scene la Magnani venne lasciata libera di recitare quasi a braccio, pur rispettando ovviamente il copione: in alcune scene di interni con Tecla Scarano, nella lunga e famosa sequenza recitata sulla riva del Tevere insieme a Walter Chiari (si direbbe quasi "un film" nel film), e verso il finale della pellicola, in una scena in notturna con TIna Apicella addormentata e seduta su una panchina fuori gli studi di Cinecittà, ove l'attrice, piangente, con un fazzoletto in mano e guardandosi intorno, pronuncia un non previsto e quasi soffocato "aiuto!" di disperazione, che Visconti decise di mantenere nella versione definitiva.
== Presentazioni ed esiti commerciali ==
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