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Fino al periodo della Seconda Guerra Mondiale, la scuola di pensiero dominante negli [[Stati Uniti]], era sicuramente distaccata rispetto a quella europea, in particolar modo a quella tedesca che già iniziava a basare i propri lavori riguardanti il paesaggio nell'ottica dell'esistenza di un rapporto tra cultura e spazio. Infatti, all'insegna del rigore essa continuava a basare i propri studi sulla raccolta di dati e sulla cartografia. Carl Sauer invertì questa tendenza andando a creare la propria scuola di pensiero, quella di Berkeley, motivo per il quale viene considerato il fondatore della geografia culturale americana. <br>
E' diventata molto importante la definizione che Sauer assegna alla geografia culturale:
{{Citazione|è l'applicazione dell'idea di cultura ai problemi geografici|Carl Sauer (Vallega 2003, p. 21)}}
<ref name="mercatanti"></ref><br>
Nel pensiero di Sauer, la geografia deve completamente dedicarsi alla morfologia del paesaggio e limitarsi a ciò che è leggibile direttamente dalla superficie terrestre. A tal proposito basa le proprie ricerche in geografia culturale in particolar modo su una questione che pone come centrale: l'impatto umano sul mondo animale e vegetale.<br>
Come gli altri geografi europei dell'epoca, Sauer vede la cultura come l'insieme degli strumenti e delle capacità che permettono all'uomo di intervenire sul mondo esterno; tuttavia aggiunge a questa tendenza anche che la cultura è formata da complessi viventi che hanno permesso all'uomo di mobilitarsi per rendere meno ostile e più favorevole l'ambiente naturale, aumentando però il rischio di catastrofi ecologiche. <br>
Sauer nel 1941 sulla geografia culturale: <br>
{{Citazione|al contrario della psicologia e della storia, è una scienza che non ha niente a che fare con gli individui ma solo con le istituzioni umane, o le culture.|Carl Sauer|unlike psychology and history, is a science that as nothing to do with individuals but only with human institutions, or cultures.|lingua=inglese}} <br>
L'intento di Sauer era dunque quello di ricondurre all'interno del campo di studio della geografia culturale, anche storia e cultura. Egli arrivò ad elaborare un metodo che si potesse avvicinare ad un primo approccio storico alle mutazioni ambientali; tale analisi conteneva sicuramente una forte spinta innovativa,
I suoi primi passi verso questa visione rivoluzionaria della natura lo portarono fin dai suoi primi anni di attività a staccarsi da quanto affermato dalla tradizione europea. <br>
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