Camicie rosse: differenze tra le versioni
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Garibaldi, potendo contare su pochi finanziamenti per la sua impresa, trovò del panno di lana rosso, in genere usato per i camici dei macellai al fine di nascondere le macchie di sangue animale, per rivestire le sue truppe.
Secondo una tradizione risorgimentale, dopo aver lanciato la sottoscrizione "Un milione di fucili", Garibaldì indicò la camicia rossa come divisa per i volontari. Le prime paia di camicie rosse per la spedizione dei Mille furono cucite con panni di stoffa colorata di [[rosso scarlatto]], [[tintura]] prodotta utilizzando le [[cocciniglie]] a Prato dei Servalli, frazione di [[Gandino]], dalla [[Tintoria]] degli Scarlatti, dotata di [[caldaie]] stagnate che davano la lucentezza alla tinta scarlatta; dalla tintoria le pezze rosse furono in parte trasportate a Bergamo presso la sartoria di Celestina Belotti, fidanzata di [[Francesco Nullo]] garibaldino e in parte a Milano presso le patriota [[Laura Solera Mantegazza]] e altre dame, ove furono ritagliate e cucite in camice. Le stime sulla prima quantità di camice prodotte e rese disponibili per i volontari in partenza da Quarto oscillava fra le 500 e le 100 unità
Le camicie rosse divennero tra i protagonisti della nascita del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].
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