Allora l’intero fabbricato era diviso in due parti ben distinte, sorte in periodi differenti. La parte più antica veniva usata dal lavoratore del podere, mentre l’altra, era la parte padronale. Anche se da poco costruita, quest’ultima parte venne unita all’altra formando un unico agglomerato. Nel 1952, in occasione del quinto centenario dalla nascita di Leonardo, il restauro riportò alla luce le parti della casa descritte anche dalle fonti d’archivio.
La casa è composta da tre ampi vani: una sala d’ingresso con camino quattrocentesco ornato da uno stemma scolpito sul frontone, una camera e una stanza adibita a servizi vari. Nel restauro di quell’anno è stato complesso ricostruire le varie disposizioni e riadattamenti dei piani sopraelevati, perciò fu deciso di riportare alla luce solamente i muri maestri, dando allo stesso tempo una corretta fisionomia della struttura originaria. EraDal presente18 agosto 1449 fu costruito anche un frantoio nell’interrato della struttura, gestito dall’avo paterno di Leonardo, Antonio daDa Vinci, dal 18 agosto 1449, che potè compilare nell’interesse del proprietario del fondo e di altri cointeressati, una scritta privata di affitto e di compartecipazione agli utili del frantoio.
La casa presentapossiede anche un vasto cortile immerso negli olivi secolari dal quale è possibile avere una vista panoramica sul colle del Montalbano, sulla [[Valdinievole|Val di Nievole]], sulla vallata inferiore dell’[[Arno]], sui monti pisani e lucchesi e persino sulle collinette che fronteggiano il [[Mar Tirreno|Tirreno]].
La famiglia “dada Vinci”Vinci non aveva possessi nella località di Anchiano. Ser Tomme di Marco di Tommaso dall’Isola nel 1479 donò le sue proprietà (compresa la casa) al Convento dei Frati dei Servi di Maria di Firenze in cambio di un vitalizio, dando la possibilità nel 1482 circa a ser Piero da Vinci di comperarla nel 1482. Fu solamente allora che la facciata fu ornata del grande stemma di famiglia in pietra, ancora presente della famiglia ”da Vinci”. Nel restauro del 1952 lo stemma fu collocato nella sala interna per ragioni di conservazione, lasciando all’esterno una copia.
La casa passò negli anni a seguire ai discendenti di ser Piero da Vinci, fino a che nel 1624 Guglielmo da Vinci nel 1624, nipote di Guglielmo fratello carnale di Leonardo, frate nel convento di S. Lucia pressoa Firenze, lasciò i suoi beni alalla suddetto conventostruttura. Nel 1629 passò per una permuta ai beni della corona granducale di Toscana e da questa nel 1645 al conte Francesco Antonio da Bagnano, i cui discendenti, i Masetti da Bagnano, la tennero sino al 1932 per passare successivamente al conte Giovanni Rasini di Castel Campo che acquistò definitivamente la struttura per destinarla al restauro e alla memoria collettiva del geniodi Leonardo. Il conte donò il fabbricato al comune di Vinci il 10 Ottobre 1950. <ref name="Cianchi"> {{cita libro|autore=[[Renzo Cianchi]]|titolo=La casa natale di Leonardo (Estratto da ”Università Popolare„ n. 9-10), Settembre-Ottobre 1960}} </ref>
== Restauro ==
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