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La guerra conosciuta soprattutto per essere stata quella con più casi di depressione è la guerra del Vietnam. Aumentò fortemente anche l'apatia, ricordi e incubi che facevano rivivere le esperienze più traumatiche del passato, la memoria e la concentrazione che subirono danni notevoli. Inoltre numerosi soldati vietnamiti, una volta finita la guerra, preferivano abbandonare la famiglia in quanto privi di sentimenti per concludere la propria vita in isolamento con i propri pensieri.
Oggi però è stato ipotizzato, secondo lo studio pubblicato su Lancet Neurology, che questi traumi sono in realtà causati da lesioni fisiche al cervello derivate dal rumore incessante delle esplosioni (aumentò di conseguenza l'insonnia; vivere costantemente con i rumori delle mitragliatrici, bombardamenti aerei, bombe esplosive, ha completamente alterato la fase dormiente). Per effettuare la ricerca è stato esaminato il cervello di 8 ex soldati deceduti, dopo qualche anno dalle esplosioni, dimostrando così lesioni, non visibili alla risonanza magnetica e alla TAC, nelle zone del cervello che interessano la memoria, le abilità cognitive e il sonno. Servono ulteriori conferme, ma l'ipotesi più accreditata è che i danni subiti al cervello a causa delle forti esplosioni possono essere visibili solo dopo la morte. <ref name=":7"> https://www.focus.it/cultura/storia/i-traumi-di-guerra-nel-cervello-non-nella-mente, Chiara Palmerini, ''I traumi di guerra nel cervello, non nella mente'', 15 giugno 2016, 29 dicembre 2020 </ref>