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L'essere umano ha come caratteristica naturale l'essere aggressivi. La guerra, a causa dell'aggressività dell'essere umano, è iniziata in tempi antichi a causa di un sistema di vita basato sull'agricoltura, quando i vicini provavano gelosia e invidia nei confronti delle terre più ricche e fertili. Le popolazioni tendono a sviluppare un senso di appartenenza al proprio paese e un senso di lealtà e benevolenza verso le persone che sono all'interno dello stesso gruppo. Così facendo, di conseguenza, provano odio e ostilità verso le persone che, invece, appartengono a popoli diversi. Infatti, le persone che erano riunite dalle stesse tradizioni, lingua e terra, venivano chiamati "popolo", invece coloro che non rientravano in questi confini venivamo chiamati "barbari" alimentando l'odio verso le popolazioni straniere. Secondo Freud, le guerre avvengono tra i paesi confinanti in quanto l'essere umano è incline a provare disprezzo verso chi ha delle simili caratteristiche, nonostante seguano tradizioni e usanze diverse.
 
La guerra, però, può dare origine a disturbi mentali e alla follia. Ciò può accadere immediatamente, durante il suo svolgimento, oppure successivamente, dopo giorni e anni. Nella [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]] si è sempre parlato di "psicosi traumatica da bombardamento", la psichiatria l'ha denominata "nevrosi da combattimento", mentre oggi la chiamiamo comunemente "sindrome da stress post-traumatico" che viene associato non solamente alla guerra, ma anche ad esperienze che possono suscitare traumi (come lo stupro o vedersi morire davanti una persona all'improvviso). <ref name=":3"> Curatore: Giovanni Caruselli, traduttore: Rita Baldassarre Parks, ''ABC della mente umana'', ISBN:88-7045-100-3, Selezione Reader's Digest, Milano, Settimio Paolo Cavalli, 1991, pp.30-31 </ref>
 
 
Lo [[Stress|stress]], secondo alcuni psicologi, avviene per tutta la durata della nostra vita e alcuni sostengono che inizia anche prima della nostra nascita (quando ad esempio la madre prova un forte stress e tutto ciò va ad aggravarsi sul peso del bambino alla nascita e sul battito cardiaco). Di fronte allo stress, il nostro corpo attiva alcuni meccanismi fisiologici ed intervengono il sistema nervoso centrale e le ghiandole endocrine. L'ipofisi, che produce ormoni che preparano il corpo ad affrontare la situazione stressante, viene attivato dall'ipotalamo (che viene considerato il centro dello stress). Alcune persone, per evitare di affrontare i veri problemi dello stress, preferiscono rifugiarsi in meccanismi di difesa autolesionisti come alcol, o eccessivo consumo di dolci. TaleQueste azioneazioni, che all'inizio sembra la via più semplice e migliore, non fa altro che aggravare la situazione creando ulteriore danno al nostro corpo. <ref name=":4"> Curatore: Giovanni Caruselli, traduttore: Rita Baldassarre Parks, ''ABC della mente umana'', ISBN:88-7045-100-3, Selezione Reader's Digest, Milano, Settimio Paolo Cavalli, 1991, p.186 </ref>
 
 
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Tutto questo viene aggravato dal fatto che la prima guerra mondiale è stata una guerra di logoramento e le tecniche di combattimento utilizzate erano inefficaci. I soldati stavano all'interno delle trincee con il fango, sacchi, filo spinato aspettando il momento dell'attacco dettato dal capo. Quando era il momento di attaccare, uscivano tutti dalle trincee per cercare di arrivare a quelle nemiche ma senza alcun esito: i soldati venivano uccisi e decimati senza far accadere niente. In qualche modo non venivano mandati a combattere ma venivano mandati a morire sul campo da guerra, restandoci, la maggior parte, solamente qualche secondo. Inoltre, spesso i generali degli eserciti non erano persone sensibili. Basti pensare, ad esempio, a [[Luigi Cadorna|Luigi Cadorna]] con la [[Battaglia di Caporetto|disfatta di Caporetto]]. Cadorna è sempre stato disprezzato in quanto non è stato un buon generale, era molto crudele e rigido e non ha mai avuto a cuore i suoi soldati. Ad esempio le lettere che i soldati mandavano dovevano contenere solamente le informazioni che già si trovavano sui giornali italiani e dovevano trasmettere un forte entusiasmo per la guerra (chi non rispettava tali regole veniva incarcerato). Aumentarono le condanne a morte (dal 1915 al 1917 furono eseguite circa 140 esecuzioni capitali) a causa, inizialmente, di spionaggio. Successivamente invece anche cause meno gravi furono comunque punite con la condanna a morte (ad esempio se i soldati venivano sorpresi a spettegolare sulle scelte del generale).
 
I problemi erano tanti, anche quando le pistole tacevano. Le scarpe non erano assolutamente adatte a resistere al fango o ai terreni sassosi nel carso o in montagna. Nel giro di poche settimane, si trasformavano in suole di legno appena indossabili, che hanno causato seri problemi ai piedi dei soldati. Le lesioni erano molto comuni, così come il congelamento, che veniva trattato con lo stesso grasso che avrebbe dovuto essere usato per lucidare le scarpe. Le borracce erano di legno (assolutamente antigenico), mentre le tende per dormire (se ce ne erano) erano inutilizzabili sotto la pioggia. Molto spesso i soldati erano costretti a realizzare rifugi temporanei per la notte, in buchi coperti con un semplice telo, in fessure nel terreno, dove dormivano insieme per dissipare il meno calore possibile.
 
Dopo la disfatta di Caporetto, infatti, al posto di Cadorna arrivò [[Armando Diaz|Armando Diaz]], un carattere molto diverso. Infatti, a detta di alcuni sopravvissuti, il nuovo generale era molto più umano, si rendeva conto della psicologia dei suoi soldati e di cosa stavano passando in quel momento, li nutriva meglio e li mandava più volte a casa. Non a caso le prestazioni che susseguirono furono più convincenti, il morale si innalzò e grazie alla personalità di Armando Diaz, gli italiani sconfissero gli austriaci e i tedeschi nella [[La battaglia di Vittorio Veneto|battaglia di Vittorio Veneto]] nel 1918. <ref name=":6"> Valerio Castronovo, ''Nel segno dei tempi, MilleDuemila'', ISBN:978-88-221-8544-0, La Nuova Italia, Firenze, Elda Bossi, Giuseppe Maranini, 2015, pp.109-110 </ref>
 
LaUna guerra conosciuta soprattutto per essere stata quella con più casi di depressione è la [[Guerra del Vietnam|guerra del Vietnam]]. Aumentò fortemente anche l'apatia, ricordi e incubi che facevano rivivere le esperienze più traumatiche del passato, la memoria e la concentrazione che subirono danni notevoli. Inoltre numerosi soldati vietnamiti, una volta finita la guerra, preferivano abbandonare la famiglia in quanto privi di sentimenti per concludere la propria vita in isolamento con i propri pensieri.
Oggi però è stato ipotizzato, secondo lo studio pubblicato su [[The Lancet|Lancet Neurology]], che questi traumi sono in realtà causati da lesioni fisiche al cervello derivate dal rumore incessante delle esplosioni (aumentò di conseguenza l'insonnia; vivere costantemente con i rumori delle mitragliatrici, bombardamenti aerei, bombe esplosive, ha completamente alterato la fase dormiente). Per effettuare la ricerca è stato esaminato il cervello di 8 ex soldati deceduti, dopo qualche anno dalle esplosioni, dimostrando così lesioni, non visibili alla risonanza magnetica e alla TAC, nelle zone del cervello che interessano la memoria, le abilità cognitive e il sonno. <ref name=":7"> https://www.focus.it/cultura/storia/i-traumi-di-guerra-nel-cervello-non-nella-mente, Chiara Palmerini, ''I traumi di guerra nel cervello, non nella mente'', 15 giugno 2016, 29 dicembre 2020 </ref>