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Pericolosità del lancio di piccole testate nucleari come ultima difesa da un'invasione |
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L'addestramento della 4 Compagnia era severo e continuo, se non si rispettavano le consegne si finiva a Gaeta, se la consegna era di sparare non c'era dubbio che l'ordine se legittimo nella scala di comando e nelle circostanze sarebbe stato eseguito dai soldati anche contro l'ufficiale che aveva dato l'ordine, se violava per sfida o per valutare l'efficienza della sicurezza, l'ordine da lui dato; l'ufficiale era certo e cosciente dei rischi alla sua incolumità che correva nelle ispezioni notturne se non seguiva una ben precisa procedura di controllo.
Una procedura base per i tempi di reazione per un pronti al lancio, in caso di allarme anche notturno per potenziale minaccia missilistica, erano negli anni ottanta, ottimizzati e coordinati tra i Comandi e le varie specializzazioni d'artiglieria italiane e americane tra i tredici e diciassette minuti, o si lanciava o si era già stati colpiti; ufficiosamente si parlava di un piano dei paesi del Patto di Varsavia che prevedeva un'invasione dell'Italia con una guerra lampo della durata due settimane con la creazione della prima linea di difesa dopo avere preso Bologna. I soldati e gli ufficiali erano consapevoli che nel caso sia stato necessario il lancio di piccole testate nucleari tattiche a corto raggio per bloccare o rallentare un'invasione attraverso il Passo del Brennero o la Val Pusteria molto probabilmente non sarebbero sopravvissuti all'esplosione in quanto il rapporto tra potenza distruttiva e distanza dall'evento non era sufficiente per proteggerli.
[[File:Sito Rigel Corpo di Guardia Principale.jpg|alt=Immagine parziale anteriore del Corpo di Guardia Principale, prima che venisse demolito, con Ufficiale attento nel controllo dell'efficienza dell'arma in dotazione già scaricata delle munizioni|miniatura|Immagine parziale anteriore del Corpo di Guardia Principale del sito Rigel, prima che venisse demolito, con Ufficiale attento nel controllo dell'efficienza dell'arma in dotazione già scaricata delle munizioni in dotazione nel giorno del passaggio delle consegne, il venerdì mattina.]]
Il controllo esterno del sito era sotto l'esclusiva responsabilità di un nucleo di otto Carabinieri, i quali quotidianamente e ad orari prestabiliti verificavano con l'autovettura in dotazione lo stato di sicurezza perimetrale e controllavano le zone adiacenti. I Carabinieri erano alloggiati in una casermetta logisticamente indipendente all'interno del corpo di guardia principale.
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